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Biberon

Il biberon in vetro ha il vantaggio di essere ecologico e durare nel tempo, ma quello in plastica può essere utilizzato dal bambino in maggior sicurezza 

Il biberon ha la funzione di contenere latte o alimenti liquidi destinati a nutrire i bambini. Negli ultimi anni vengono sempre più utilizzati i biberon di materiale plastico che hanno gradualmente sostituito quelli in vetro per una loro maggiore leggerezza, resistenza, praticità e manualità (possono infatti essere sorretti anche da un bambino molto piccolo). 

Con una Direttiva Europea del 28 Gennaio 2011, l’Unione Europea ha vietato il commercio e quindi l’utilizzo di biberon di plastica in “policarbonato”, in quanto da tale materiale può liberarsi una sostanza chiamata “bisfenolo A” (BPA), che può avere effetti dannosi sulla salute del bambino, in particolare sulle sue funzioni endocrine.

Da quel momento le aziende hanno utilizzato altri materiali plastici senza BPA, anche se la totale sicurezza di tali materiali è ancora oggetto di valutazione. 

Le bottiglie di “silicone” e di “polipropilene”, ad esempio, quando vengono a contatto con il latte caldo, possono rilasciare alcune sostanze non ammesse dalla legge. Il silicone può infatti liberare “ftalati” (anch’essi ritenuti interferenti endocrini come il BPA).

Il polipropilene (è un tipo di plastica dura) potrebbe invece rilasciare il “di-isopropilnaftalene”. Tale sostanza è però contenuta negli inchiostri e nella carta riciclata, tanto da far pensare che la presenza possa derivare non dal materiale plastico, quanto dai foglietti illustrativi inseriti all’interno dei biberon.

Attualmente non sono stati invece rilevati problemi nei biberon in un materiale plastico chiamato polietersulfone.

Il vetro è un materiale inerte, resistente alle alte temperature (utilizzate per la sua sterilizzazione), trasparente (con il vantaggio di vedere se ci sono residui di latte durante e dopo la pulizia del biberon), più ecologico delle materie plastiche, ma più fragile (anche se oggi si tratta di vetro infrangibile e di maggiore leggerezza).

Inoltre sul vetro non resta nessun odore e nessun sapore, i biberon possono essere lavati in lavastoviglie e durano anni.

Le considerazioni appena fatte rendono ragione della preferenza verso i biberon di vetro, anche se la fragilità del materiale motiva la scelta del materiale plastico, soprattutto quando il bambino è più grande e la rottura del vetro diverrebbe un pericolo.

Nel caso comunque si scegliesse la plastica i consigli dell’Istituto Superiore di Sanità sono i seguenti:

  • Non scaldare i liquidi quando sono all’interno del biberon (ad es. nel microonde o a bagnomaria), in quanto si può favorire la liberazione delle sostanze potenzialmente tossiche. Meglio quindi scaldare il liquido in un contenitore di vetro o di metallo e versarlo poi nel biberon quando ormai non è più bollente;
  • Sostituire il biberon quando è usurato, in quanto la liberazione di sostanze potenzialmente tossiche, con il passare del tempo, diviene maggiore rispetto ai biberon nuovi;
  • Limitare l’utilizzo di sterilizzatori a caldo (a vapore o a microonde), preferendo quelli a freddo;
  • Lavare le tettarelle di silicone a mano.

Inoltre è consigliabile fare attenzione alle etichette escludendo, a titolo precauzionale, tutti quei biberon i cui componenti non siano riportati sulle confezioni.

In commercio esiste una grande varietà di biberon e tettarelle. 
La scelta della forma del biberon dipende soprattutto dall'età del bambino. I biberon tradizionali, tipici dell’età neonatale, sono di forma cilindrica. Quelli di forma sagomata hanno un senso quando il bambino riesce e tenere il biberon tra le mani.

La forma a gomito ha la funzione di evitare l’assunzione di aria e i possibili disturbi a essa associati. I biberon con il manico sono invece adatti ai bambini più grandi che possono bere senza l’aiuto del genitore.

Altro fattore è costituito dalle dimensioni, correlate ovviamente con le quantità di latte bevuto, a sua volta in relazione soprattutto all’età ed alle caratteristiche del bambino.

Anche per le tettarelle (la parte del biberon che viene a contatto con la bocca del bambino) esiste una ampia scelta di forma, dimensioni e materiale.

Può essere “a flusso debole” (con 1 o 2 buchi) a utilizzo soprattutto neonatale, “a flusso medio” quando il passaggio di latte (o acqua) è maggiore, oppure “a flusso rapido” per i bambini più grandi.

Esistono anche tettarelle a flusso regolabile: il foro è unico, ma le sue dimensioni possono essere regolate in base alle necessità del momento. 

Per quanto riguarda il materiale con cui sono fabbricate, le tettarelle possono essere di silicone, trasparenti, particolarmente resistenti alle temperature elevate (che spesso si utilizzano per la loro sterilizzazione) e alla contaminazione batterica.

Inoltre, non si deformano e non assorbono odori o sapori. Hanno però la caratteristica di potersi lacerare e bucare, soprattutto se il bambino le morde con i denti. Sono quindi più utilizzate nei primissimi mesi di vita.

Il caucciù è un materiale che si modella facilmente tra lingua e palato, è resistente, ma risulta poroso e per questo motivo più facilmente contaminabile con i batteri.

Le tettarelle in lattice hanno caratteristiche assimilabili a quelle del caucciù con il quale condividono anche il colore giallastro. Le tettarelle in caucciù o in lattice risultano più morbide di quelle al silicone, più resistenti alla rottura, più elastiche, ma assorbono sapori e odori. Sono più indicate per i bambini con un’età maggiore di 4 mesi.

Anche la forma della tettarella ha importanza: la punta può essere piccola e arrotondata (più adatta in epoca neonatale) o a forma di petalo, oppure inclinata o allungata, quest’ultima indicata soprattutto per i bambini dei mesi seguenti. 

A volte si trovano in commercio suddivise in livelli: “Livello 1”, “Livello 2”, “Livello 3” e “Livello 4”. Se di “Livello 1” il foro è più piccolo e il flusso di latte più lento, mentre il flusso sarà più rapido e il foro più largo nei livelli successivi. 

In alcune tettarelle è presente una “valvola anticolica” che, durante la suzione, consente all’aria di entrare permettendo un corretto e costante flusso di latte. Il vantaggio è quello di limitare la quantità di aria deglutita dal bambino nel caso in cui il liquido esca dalla tettarella con difficoltà. Tale valvola anticolica, in alcuni modelli, è presente sul fondo del biberon.

La scelta della tettarella va comunque sempre adattata alla riposta del bambino e, una volta trovata quella giusta, non è necessario cambiarla.

Per un bambino sano la sterilizzazione del biberon e della tettarella non costituisce una indicazione assoluta. L’importante è garantire sempre un elevato livello di igiene attraverso un adeguato lavaggio, facendo attenzione a rimuovere tutti i residui di latte, utilizzando acqua calda, detersivo, spazzola e risciacquando scrupolosamente.

A seguire si può passare alla sterilizzazione che, comunque sia, risulta non necessaria dopo i primi 4 mesi di vita quando il bambino inizia a portare mani e oggetti direttamente in bocca.

La sterilizzazione può essere eseguita “a caldo”, per l’azione del vapore che si libera durante la bollitura dell’acqua, utilizzando appositi sterilizzatori elettrici a vapore nei quali si posizionano biberon e tettarelle o attraverso l’utilizzo del forno a microonde (attraverso un contenitore in materiale idoneo che contiene acqua).

Il tempo necessario è di 10 minuti. In alternativa, biberon e tettarelle possono essere sterilizzati in acqua bollente usando un recipiente di alluminio pieno d’acqua, chiuso da un coperchio, nel quale si immergono gli oggetti da sterilizzare, portando l’acqua ad ebollizione per circa 20 minuti. Gli oggetti sterilizzati vanno poi maneggiati con pinze apposite, fatti sgocciolare ed asciugare prima di essere toccati con le mani.

Esiste poi il metodo “a freddo”, chimico, che utilizza uno specifico disinfettante, liquido o in compresse effervescenti, diluito in acqua (es. il metodo Milton). La durata è di 30-90 minuti (dipende dal tipo di prodotto) e gli oggetti possono essere lasciati immersi fino al momento dell’uso, in quanto non è necessario il risciacquo. La soluzione utilizzata va rinnovata ogni 24 ore.

È un sistema, quello a freddo, facile da utilizzare, meno economico del precedente, ma comodo soprattutto quando si è fuori di casa in quando non prevede l’uso di fornelli, forni a microonde e corrente elettrica.

Infine tale modalità non espone al pericolo del rilascio di sostanze potenzialmente dannose che possono liberarsi quando si espongono materiali plastici alle alte temperature.  

L’uso del biberon andrebbe sospeso entro i primi 24 mesi di vita. Bere latte con il biberon si può associare a un eccessivo incremento di peso, soprattutto se assunto la sera prima del riposo notturno.

Il bambino infatti può succhiare anche per il solo piacere di farlo e non perché ne abbia necessità.

Inoltre la suzione prolungata con il biberon favorisce l’insorgenza della carie e lo sviluppo di malocclusione dentale.

Occorre sempre ricordare che l’allattamento al seno è il metodo di scelta, ampiamente e universalmente riconosciuto, per alimentare i bambini in maniera esclusiva nei primi 6 mesi di vita e, seppure insieme ad altri alimenti, fino alla fine del primo e, se desiderato da mamma e bambino, anche nel secondo anno di vita e oltre.

 

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  • A cura di: Guglielmo Salvatori
    Unità Operativa Educazione Nutrizionale Neonatale e Banca del Latte Umano Donato
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Ultimo Aggiornamento: 03  Luglio 2023 


 
 

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