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Screening oculistici: cosa c'è da sapere
L'utilità degli screening in campo oculistico: quando e come effettuarli
15 September 2017
L'occhio e l'apparato visivo rappresentano la nostra finestra sul mondo. Numerose sono le patologie sia dell'occhio sia di altri organi che possono interferire con lo sviluppo della vista e compromettere a volte in maniera irreversibile la funzione visiva. Gli screening oculistici hanno lo scopo di individuare queste patologie oculari in maniera semplice e non invasiva.
IL PRIMO CONTROLLO
Il primo screening va effettuato alla nascita attraverso il test del riflesso rosso in campo pupillare che può essere eseguito dal Neonatologo o Pediatra presso il Punto Nascita prima della dimissione del neonato.
La sua funzione è di estrema importanza e serve ad individuare malattie gravi quali: il retinoblastoma (tumore oculare che può compromettere non solo lo sviluppo visivo, ma mettere a rischio anche la sopravvivenza del piccolo), la cataratta congenita, il glaucoma congenito, la retinopatia del prematuro. La diagnosi precoce di queste malattie permette un trattamento tempestivo che può migliorare lo sviluppo della visione e limitare i danni di vista permanenti. In presenza di sospetto clinico di una di queste patologie sarà l'oculista pediatra che dovrà effettuare una valutazione completa e attivare l'appropriato percorso terapeutico.
DOPO IL PRIMO SCREENING
Entro i 3 anni di età è raccomandato uno screening visivo che serve ad escludere difetti refrattivi o di vista, presenza di ambliopia (definita in maniera colloquiale come "occhio pigro), strabismo o anomalie della motilità oculare. Questo screening, che deve essere eseguito dall'ortottista e dall'oculista pediatra, si basa sull'impiego di test molto semplici e di rapida esecuzione che sono fondamentali nel diagnosticare difetti che, se corretti in tempo, non limiteranno il fisiologico processo di sviluppo della visione.
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