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Poliomielite: il vaccino

Una delle più gravi malattie del secolo scorso ora quasi completamente scomparsa 

La poliomielite è una grave malattia infettiva di origine virale, che può colpire i neuroni motori del midollo spinale ed è causata da tre diversi tipi di polio-virus (polio 1,2,3), appartenenti al genere dei virus intestinali. Il virus ha una trasmissione oro-fecale, può cioè essere trasmessa per via diretta attraverso il contatto con feci di soggetti malati, o per via indiretta attraverso l’ingestione di cibi o bevande contaminati. Il virus generalmente colpisce i soggetti non immuni nei primi anni di vita e in particolare sotto i 5 anni di età. 
Il 90% di chi si infetta con un polio-virus ha solo sintomi simili a una influenza e ad altre infezioni virali; solo l’1% dei malati di polio sviluppa la paralisi, il 5-10% sviluppa una forma di meningite asettica. In questi casi il virus invade il sistema nervoso nell’arco di poche ore, distruggendo le cellule nervose colpite  causando una paralisi flaccida che può diventare, nei casi più gravi, totale. In generale, la polio ha effetti più devastanti sui muscoli delle gambe che su quelli delle braccia. Le gambe perdono tono muscolare e diventano flaccide e ‘molli’. Nella forma più grave, quella bulbare, il virus paralizza i muscoli innervati dai nervi craniali, riducendo la capacità respiratoria, di ingestione e di parola. In questi casi, è necessario supportare la respirazione del malato con ventilazione meccanica o nel passato con ‘il polmone d’acciaio’, triste ricordo del periodo precedente l’introduzione del vaccino negli anni ’50. 
In gran parte del mondo grazie alla vaccinazione di massa la Poliomielite è del tutto scomparsa: e sono stati dichiarati eradicati due degli iniziali tre ceppi di virus polio, il ceppo polio 2 (2015) e il ceppo polio 3 (2019).

Il ciclo vaccinale è costituito da tre dosi di vaccino somministrate entro il primo anno di vita seguite da un richiamo tra il 5° e il 6° anno di vita e a 12-13 anni. 
Il vecchio tipo di vaccino che conteneva virus vivi attenuati (vaccino orale o di Sabin) non è più disponibile in Europa. Non viene più utilizzato perché, raramente poteva dare paralisi simili a quelle della malattia naturale. Quindi, nei Paesi dove il virus polio è scomparso, la vaccinazione viene mantenuta con il vaccino ucciso: il vaccino iniettivo IPV o di Salk che contiene Polio virus inattivati. 

Si somministra per via intramuscolare, ed è uno dei componenti del vaccino esavalente (difterite, tetano, pertosse, poliomielite, epatite B, haemophilus influenzae di tipo B) e quadrivalente (difterite, tetano, pertosse,poliomielite).

A partire dal 2002 in Italia viene somministrato solo il vaccino inattivato (IPV) tramite tre dosi di vaccino entro il primo anno di vita (contenuto nel vaccino esavalente), seguite da un richiamo tra il 5° e il 6° anno di vita e una ultima dose in adolescenza (12-13 anni).
Il Ministero della Salute raccomanda la vaccinazione dei nuovi nati con il vaccino esavalente, che protegge anche contro tetano, difterite, pertosse, epatite B e infezioni invasive da Haemophilus influenzae b

L'unica controindicazione a questo vaccino è costituita da una grave allergia nota agli antibiotici in esso contenuti (neomicina, polimixina B, streptomicina).
Invece il vaccino orale (OPV) non viene più utilizzato in Europa. In quanto seppure raramente - in 1 caso ogni 2,4 milioni di dosi somministrate - è possibile osservare una "paralisi flaccida acuta" con esiti permanenti. Il rischio è più frequente dopo la somministrazione della prima dose di vaccino (1 caso ogni 550.000 bambini).

Per il vaccino IPV, dopo il completamento del ciclo vaccinale, oltre il 95% dei bambini vaccinati risulta immune da poliovirus.

Percorsi di Cura e Salute: Vaccinazioni

 

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  • A cura di: Alberto Tozzi
    Area di Ricerca Malattie Multifattoriali e Malattie Complesse
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Ultimo Aggiornamento: 10  Febbraio 2022 


 
 

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