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Raggi X o radiazioni ionizzanti

Utilizzati nella diagnostica medica per ottenere radiografie, vere e proprie fotografie degli organi interni 

Le radiazioni ionizzanti (meglio conosciute come raggi X) sono utilizzate in medicina per produrre immagini del nostro corpo e facilitare la diagnosi. Le tecniche di imaging che utilizzano radiazioni ionizzanti sono:

I raggi X sono invisibili e hanno la capacità di attraversare i tessuti del corpo, ma vengono parzialmente fermati dalle diverse componenti (ossa, grasso, muscoli, etc) permettendo così di creare un'immagine diagnostica.

Sì, gli effetti collaterali associati ad alte dosi di radiazioni ionizzanti sono ben noti. Non sono invece dimostrati effetti dannosi delle basse dosi di radiazioni sul singolo individuo.

Tuttavia alcuni recenti studi epidemiologici hanno evidenziato che gli esami “radiologici” potrebbero essere statisticamente responsabili di alcuni tumori

Nell’ambito delle basse dosi, utilizzate in radiodiagnostica (radiografie e TC) e medicina nucleare, i potenziali rischi dei raggi X sono considerati trascurabili o molto bassi.

Per questo motivo, per ogni singolo esame radiologico devono essere seguiti i principi di giustificazione e ottimizzazione:

  • La giustificazione sta nel fatto che, come con qualsiasi procedura medica, il beneficio deve essere superiore al rischio. Il medico radiologo o medico nucleare valuta sempre l'appropriatezza della richiesta d'esame fatta dal pediatria di base o dallo specialista e la reale necessità di eseguire l’esame, proponendo eventuali alternative meno invasive per rispondere al quesito clinico. A volte, ad esempio, è possibile sostituire un esame di Tomografia Computerizzata con una radiografia, che utilizza quantità molto inferiori di radiazioni, o con una ecografia che non produce raggi X;
  • L'ottimizzazione, curata dal medico radiologo, dal tecnico sanitario di radiologia medica e dai fisici sanitari, è finalizzata a utilizzare la minor dose possibile di radiazioni ionizzanti per ottenere risultati utili ai fini della diagnosi.

Un atteggiamento di cautela è corretto ma non dobbiamo avere paura delle radiazioni ionizzanti: non eseguire un esame necessario è molto più dannoso poiché si corre il rischio di non fare diagnosi.

Siamo tutti esposti a basse dosi di radiazioni ionizzanti da fonti naturali come l'aria che respiriamo, il suolo, l’acqua e il cibo, la radiazione cosmica, etc.

Questa esposizione, chiamata “fondo naturale di radioattività”, varia secondo il luogo in cui viviamo. La dose media annuale cui siamo esposti in Italia è di circa 3 mSv/anno, mentre in Norvegia, ad esempio, è di circa 5.3 mSv/anno.

Anche durante i voli aerei siamo esposti a una dose di radiazioni ionizzanti che, ad esempio, per un singolo volo aereo New York-Londra è di circa 0,1 mSv.

 

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  • A cura di: Paolo Tomà, Maria Carmen Garganese, Andrea Magistrelli
    Area Clinica Diagnostica per Immagini
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Ultimo Aggiornamento: 17  Novembre 2023 


 
 

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