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Ragade anale nel bambino

Ulcera dello sfintere anale che rende dolorosa la defecazione. Nella maggior parte dei casi guarisce senza trattamenti specifici 

La ragade anale è un "taglietto", o per meglio dire un'ulcera superficiale, che si sviluppa sullo sfintere anale per una lunghezza di meno di un centimetro e che guarisce spontaneamente entro poche settimane, anche se talvolta può diventare cronica.

Questa manifestazione è la causa più frequente di emissione di feci miste a sangue di colore rosso vivo durante l'infanzia ed è una delle lesioni più comuni da considerare nella diagnosi del dolore anale.

Durante l'infanzia, la ragade anale provoca spesso stipsi in quanto il passaggio delle feci è doloroso.

Peraltro, quando il bambino evita volontariamente di defecare, provoca la formazione di feci voluminose e dure, distensione rettale e la formazione di un'abrasione che può trasformarsi in ragade.

La defecazione diventa quindi dolorosa. La paura della defecazione dolorosa può portare a ulteriore ritenzione fecale che dà origine a un circolo vizioso: stipsi – feci indurite – dolore e quindi rifiuto alla defecazione – stipsi.

Anche una scarsa igiene personale può contribuire alla formazione delle ragadi anali.

La ragade anale può verificarsi a qualsiasi età e le manifestazioni più caratteristiche sono:

  • Il sanguinamento rettale rosso vivo;
  • L'emissione di feci dure, "verniciate" di sangue rosso vivo;
  • La defecazione dolorosa che può provocare pianto;
  • Nei bambini più grandi, rifiuto alla defecazione per evitare il dolore.

La diagnosi viene effettuata mediante ispezione diretta. Il luogo più comune dove si può sviluppare la ragade anale è la zona posteriore dello sfintere anale, sulla linea di mezzo ove è minore la vascolarizzazione.

Se la ragade si trova nella parte più esterna, può essere vista semplicemente ispezionando l'ano. Più spesso però non è visibile in quanto si trova nelle zone più interne.

La presenza di ragadi anali croniche o subcroniche deve essere sospettata in presenza di un nodulo o "skin tag" o "crista galli" nell'area dell'orifizio anale.

La maggior parte delle ragadi anali guariscono senza trattamento specifico in pochi mesi. Nei casi in cui la ragade sia associata a stipsi e/o a defecazione dolorosa, è indicata una terapia dietetica per rendere le feci più morbide.

Particolarmente importante nella terapia della stipsi è una dieta ricca di fibre e acqua. Nei casi particolarmente ostinati può rivelarsi utile il ricorso a farmaci che aiutano a mantenere le feci morbide come il Polietilenglicole (PEG).

L'obiettivo della terapia è quello di interrompere il circolo vizioso della defecazione dolorosa, della ritenzione fecale, della presenza di feci dure per favorire la guarigione delle ragadi.
Di solito, la maggior parte delle lesioni rispondono prontamente ai rammollenti delle feci e guariscono in alcune settimane.

Anche l'igiene e la disinfezione locale giocano un ruolo importante sia nella prevenzione sia nella guarigione della ragade, alcune volte a ciò si aggiunge l’applicazione locale di creme che possano accelerare la riparazione e rigenerazione della lesione.


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  • A cura di: Simone Frediani, Alessandro Inserra
    Unità Operativa di Chirurgia Generale e Toracica
  • in collaborazione con:

Ultimo Aggiornamento: 21  Aprile 2023 


 
 

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