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Car T: la Rete oncologica nazionale invita l'industria farmaceutica a collaborare

Alleanza contro il cancro, di cui è partner il Bambino Gesù, ha pubblicato una manifestazione di interesse per abbattere i costi della manifattura di cellule Car

L'utilizzo delle cellule CAR T per il trattamento di neoplasie ematologiche ha consentito di ottenere risultati mai precedentemente raggiunti in pazienti affetti da leucemia linfoblastica acuta a cellule progenitrici B ricaduta o resistente e in pazienti affetti da linfoma non-Hodgkin (refrattari o recidivati dopo trattamenti convenzionali). Una proporzione significativa di quanti hanno risposto al trattamento ottenendo una remissione completa, inoltre, si è mantenuto libero da malattia, potendosi ipotizzare, quindi, una guarigione definitiva dalla patologia neoplastica.

Un impiego su larga scala delle cellule CAR T, è attualmente condizionato – anche – dal superamento di alcuni fattori tra cui le capacità produttive – inferiori rispetto alla richiesta – e dall'assenza di una rete che consenta il coordinamento e la gestione della distribuzione delle cellule geneticamente modificate sul territorio nazionale. A ciò si aggiunge la mancanza di una standardizzazione dei processi produttivi che renda le esperienze disponibili in Italia più omogenee e, quindi, confrontabili. Aggrava indubbiamente il contesto anche il capitolo costi, significativi e potenzialmente limitanti l'utilizzo delle CAR T in rapporto alle effettive necessità.

Alleanza Contro il Cancro, la Rete Oncologica Nazionale fondata dal Ministero della Salute attualmente presieduta dal professor Ruggero De Maria, è stata finanziata con dieci milioni di euro in favore degli IRCCS, e di altre selezionate istituzioni con comprovata qualificazione nel campo, che ad essa afferiscono e che sono direttamente coinvolti nella progettualità affinché sviluppi, sui presupposti scientifici del progetto coordinato dal professor Franco Locatelli (e nel quale sono coinvolti 15 IRCCS della Rete, MolMed, Ospedale san Gerardo di Monza e CNR), nuovi approcci per ottimizzare l'uso di cellule del sistema immunitario geneticamente modificate per essere reindirizzate sul bersaglio tumorale.

Per ottemperare all'esigenza di creare un network nazionale aperto alla partecipazione di ulteriori imprese farmaceutiche e industriali, Alleanza contro il cancro ha pubblicato una manifestazione di interesse a titolo gratuito che ha lo scopo, attraverso l'armonizzazione e l'automazione dei processi, di abbattere i costi relativi alla manifattura di cellule CAR e d'implementare le capacità produttive.

«Questo progetto, fortemente voluto dal Ministero della salute, costituisce una occasione unica per ottenere in tempi rapidi lo sviluppo di nuovi prodotti di terapia avanzata, grazie al lavoro sinergico di professionisti e ricercatori del campo che operano nelle Istituzioni Italiane. Tutto ciò costituisce terreno fertile per rafforzare collaborazioni con il mondo Biotech, ad opera del quale, i prodotti innovativi potranno essere disponibili per un'ampia gamma di pazienti» afferma la prof.ssa Concetta Quintarelli, segretario del working-group di Immunoterapia in Alleanza contro il Cancro, e responsabile dell'Unità di Terapia Genica e Cellulare del Bambino Gesù. «Il Bambino Gesù – aggiunge Quintarelli - ricopre un ruolo di prima linea in questo progetto, grazie al coordinamento del prof. Franco Locatelli, ed è Istituto di riferimento sul territorio Italiano grazie alla sua comprovata esperienza nel settore delle CAR T. L'Officina Farmaceutica del Bambino Gesù è pronta a mettere a disposizione del Consorzio il proprio know-how per la traslazione clinica dei prodotti CAR più interessanti che saranno maturati in questa progettualità. Da subito i laboratori di S. Paolo hanno iniziato la messa a punto di metodiche di produzione che consentano un elevato grado di automazione ed un abbassamento dei costi, cosi come previsto dagli obiettivi primari del progetto».




 
 

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