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Rosolia

In gravidanza, nel primo trimestre, il virus riesce ad attraversare la placenta e può trasmettersi al feto. Nei casi più gravi può provocare un aborto spontaneo 

La Rosolia è una malattia infettiva esantematica virale, causata dal Rubella virus, appartenente alla famiglia dei Togavirus. Colpisce principalmente la pelle e le linfoghiandole.
La Rosolia è diffusa in tutto il mondo e nei Paesi a clima temperato si riscontra prevalentemente nel periodo invernale o in primavera.
Colpisce soprattutto i bambini, specialmente tra i 5 e i 14 anni, e in genere si manifesta in modo lieve. Se contratta in gravidanza, e in particolare nei primi mesi, può essere molto pericolosa per il rischio di gravi malformazioni del feto. Il virus della Rosolia si trasmette attraverso le piccole gocce di saliva che fuoriescono con la tosse, gli starnuti o semplicemente parlando. La malattia ha un periodo di incubazione di 14-23 giorni, periodo che intercorre tra il contatto con il virus e la comparsa dei sintomi, ed è contagiosa nella settimana che precede la comparsa delle macchie cutanee, esantema, e per i 4 giorni successivi. 

I sintomi più comuni della Rosolia sono lievi ed evidenti per un periodo di 5-10 giorni, anche se in un alto numero di casi possono non manifestarsi affatto. In generale, comunque, i sintomi più caratteristici sono due, e si manifestano dopo due-tre settimane dal contatto con il virus (periodo di incubazione):

  • Gonfiore delle linfoghiandole alla base della testa, sul retro del collo e dietro le orecchie, della durata di una settimana circa, che raggiungono le dimensioni di una nocciola e sono dolorabili alla palpazione;
  • Esantema della pelle, con piccole macchioline rosee o rosso pallido, piatte, di grandezza variabile da una capocchia di spillo a una lenticchia, che compaiono inizialmente dietro le orecchie, poi sulla fronte, sul viso e sul collo, per estendersi infine a tutto il resto del corpo. Le macchioline rimangono in genere per 2-3 giorni, poi scompaiono lasciando posto alla classica desquamazione non sempre rilevabile.

Questi sintomi sono preceduti, e poi accompagnati, da altri sintomi comuni a molte malattie infettive: mal di testa, mancanza di appetito, senso di freddo accompagnato da brividi, catarro nasale e congiuntivale, malessere generale, febbre non costante, ma che talvolta può raggiungere punte massime di 39-40° C. Questi sintomi durano in genere pochi giorni: solo i linfonodi possono rimanere gonfi per diverse settimane.
Le complicanze della Rosolia non sono frequenti, ma si verificano più spesso negli adulti che nei bambini. Artralgia o artrite possono verificarsi fino al 70% delle donne adulte che contraggono la Rosolia, mentre è rara nei bambini e negli adulti maschi.  Le parti del corpo più colpite sono dita, polsi e ginocchia. I sintomi compaiono in concomitanza con l'esantema e possono durare fino a 1 mese. L'encefalite: più frequentemente negli adulti. Le manifestazioni emorragiche si verificano in circa un caso su 3.000, più spesso nei bambini, per danno ai vasi e alle piastrine. Gli effetti possono durare da giorni a mesi, e la maggior parte dei pazienti guarisce.

Nella donna in gravidanza, il virus riesce ad attraversare la placenta e può così trasmettersi all'embrione o al feto, 85% nelle prime 8 settimane, 52% dalla nona alla dodicesima settimana di gestazione. Dalla dodicesima alla ventottesima settimana la placenta ha un'azione protettiva ed è quindi più raro che si verifichi un'infezione fetale in questo periodo. Al contrario, se la madre contrae la malattia nel primo trimestre della gravidanza l'infezione può generare un aborto spontaneo, morte intra-uterina o gravi malformazioni fetali (sindrome della Rosolia congenita, SRC): difetti della vista, sordità, malformazioni cardiache, ritardo mentale, microcefalia (testa piccola), cataratta, danni al fegato e alla milza.

La diagnosi viene confermata ricercando nel siero gli anticorpi specifici per il virus. 

È puramente sintomatica. Al più, si può ricorrere alla somministrazione di Paracetamolo
La prevenzione è basata sulla vaccinazione.

 

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  • A cura di: Laura Cursi
    Unità Operativa di Malattie Infettive e Immunoinfettivologia
  • in collaborazione con:

Ultimo Aggiornamento: 11  Febbraio 2022 


 
 

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