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Mielodisplasia (MDS), Sindromi mielodisplastiche

Malattie rare. Sono un gruppo eterogeneo di malattie che dipendono da un alterato funzionamento della cellula staminale emopoietica 

Le sindromi mielodisplastiche (anche note come mielodisplasia – MDS) sono un gruppo eterogeneo di disordini clonali che dipendono da un alterata proliferazione e differenziamento della cellula staminale emopoietica.

Sono condizioni rare in età pediatrica: rappresentano infatti solo il 5% di tutti i tumori del sangue pediatrici, con una incidenza tra 1 e 4 casi per milione. La peculiarità delle sindromi mielodisplastiche (MDS) pediatriche è che spesso si verificano nel contesto di sindromi geneticamente determinate che si caratterizzano per un quadro di insufficienza midollare.

La citopenia refrattaria del bambino (RCC) è la forma più frequente ed ha delle caratteristiche istopatologiche tipiche. Inoltre, nell’ambito delle sindromi mielodisplastiche (MDS) sono incluse la leucemia mielo-monocitica giovanile (JMML) e le sindromi mielodisplastiche con eccesso di blasti (MDS-EB-1 e MDS-EB-2), rare in età pediatrica.

Le cellule staminali emopoietiche sono cellule presenti nel midollo osseo capaci di dare origine alle cellule mature del sangue (emopoiesi), ovvero i globuli rossi (che sono le cellule che trasportano l'ossigeno ai tessuti), i globuli bianchi (che sono le cellule che ci aiutano a combattere le infezioni) e le piastrine (corpuscoli che derivano dai megacariociti), che intervengono nei processi di coagulazione del sangue.

Alterazioni genetiche e molecolari dell'emopoiesi possono colpire il processo di maturazione della cellula staminale emopoietica a vari stadi e livelli.

In circa un terzo dei pazienti pediatrici, le sindromi mielodisplastiche (MDS) sono associate a malattie congenite o genetiche come la sindrome di Down, l'anemia di Fanconi, la sindrome di Shwachman-Diamond, le neutropenie congenite gravi e la Neurofibromatosi di tipo I.

Inoltre, recentemente sono state identificate alterazioni molecolari tipiche, quali GATA2, ETV6, SRP72, and SAMD9/SAMD9-L. Inoltre, il 7-18% di tutte le forme pediatriche sono secondarie a precedenti trattamenti radioterapici o chemioterapici. Nel 30% circa dei casi, è stata osservata una evoluzione in Leucemia Mieloide Acuta.

A causa del cattivo funzionamento della cellula staminale emopoietica, l'emopoiesi diventa insufficiente e i pazienti affetti da sindromi mielodisplastiche (MDS) possono sviluppare un quadro di pancitopenia, caratterizzato da:

  • Anemia, per il ridotto numero di globuli rossi;
  • Infezioni, per il ridotto numero di globuli bianchi;
  • Sanguinamenti per il ridotto numero di piastrine circolanti.

Le infezioni possono essere causate sia da virus che da batteri, da funghi e, se non trattate adeguatamente, possono essere fatali.

L'ingrossamento di fegato, milza e linfonodi sono segni meno comuni. A causa del quadro di pancitopenia, i pazienti possono necessitare di trasfusioni di globuli rossi o di piastrine.

Dopo aver riscontrato una pancitopenia persistente, non associata a cause secondarie, quali deficit vitaminici o infezioni, si ipotizza la diagnosi di sindromi mielodisplastiche (MDS).

La diagnosi si esegue attraverso la valutazione istopatologica del midollo osseo, mediante due esami che nel bambino eseguiamo in sedazione: l'aspirato midollare e la biopsia osteomidollare.

Questi esami permettono di dimostrare la presenza di alterazioni delle cellule del midollo osseo visibili al microscopio oltre che di eseguire indagini genetico-molecolari sulle cellule malate.

L'analisi dei cromosomi della cellula (analisi citogenetica) è di fondamentale importanza perché consente di identificare alterazioni cromosomiche specifiche, come la presenza di un solo cromosoma 7 (monosomia del 7) o un cariotipo complesso (presenza di almeno tre aberrazioni cromosomiche), che costituiscono fattori prognostici sfavorevoli.

Negli ultimi anni, è diventato fondamentale effettuare uno studio molecolare familiare (Next Generation Sequencing, NGS), per identificare mutazioni specifiche ereditate e acquisite.

In considerazione della rarità della malattia, al fine di confermare la diagnosi, è necessario ripetere la valutazione istopatologica almeno in due prelievi midollari successivi.

Il trapianto allogenico, cioè da parte di un donatore, di cellule staminali emopoietiche (TCSE) è il trattamento di scelta per molti bambini affetti da sindromi mielodisplastiche (MDS), ed è indicato a tutti i pazienti con sindrome mielodisplastica (MDS) con eccesso di blasti, nei pazienti con sindrome mielodisplastica (MDS) secondaria a precedenti trattamenti chemio-radioterapici, ai pazienti che presentano una citopenia refrattaria (RCC) con monosomia del cromosoma 7 o cariotipo complesso, in presenza di neutropenia grave o dipendenza dalle trasfusioni.

Nei pazienti affetti da citopenia refrattaria (RCC), può risultare efficace una terapia immunosoppressiva che preveda l'utilizzo del siero antilinfocitario, in considerazione del fatto che l'insufficienza midollare può essere in parte dovuta all'attività dei linfociti T.

Tuttavia, una parte dei pazienti non presentano una risposta ottimale al trattamento o una ricaduta e necessitano di essere sottoposti in un secondo momento a procedura trapiantologica. Inoltre, sono in corso studi clinici per la valutazione dell'efficacia e sicurezza di farmaci già in uso negli adulti, come la 5-azacitidina e il venetoclax.

Nelle sindromi mielodisplastiche (MDS) in stadio non avanzato, può essere attuata una strategia di stretta osservazione clinica, con periodica rivalutazione midollare dello stato di malattia. Raramente sono state osservate remissioni spontanee della malattia.

Sindromi mielodisplastiche: Codice RDG050 

 

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  • A cura di: Angela Mastronuzzi, Luciana Vinti
    Unità Operativa di Neuro-Oncologia
    Unità Operativa di Oncoematologia
  • in collaborazione con:

Ultimo Aggiornamento: 17  Ottobre 2022 


 
 

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