I traumi della colonna vertebrale toracica e lombare nei pazienti pediatrici sono un'evenienza abbastanza rara. Quando si verificano, possono portare a conseguenze molto serie con una vasta gamma di presentazioni.
Le fratture della colonna vertebrale toraco-lombare rappresentano dall'1% al 2% di tutte le fratture pediatriche.
La causa più comune di trauma della colonna vertebrale nel bambino sono gli incidenti automobilistici, anche quando si usano le cinture di sicurezza.
Altri meccanismi comprendono le cadute dall'alto, gli infortuni sportivi e gli abusi sui minori. Calcio, rugby e sci sono maggiormente a rischio di provocare lesioni alla colonna vertebrale toraco-lombare.
Inoltre, anche l'uso di veicoli fuoristrada è considerato ad alto rischio per lesioni di questa regione del corpo.
I traumi della colonna vertebrale toracica e lombare si manifestano principalmente con:
- Dolore alla schiena, soprattutto nei movimenti;
- Dolorabilità, vale a dire sensazione di dolore quando si comprime l'area sopra la vertebra traumatizzata;
- Perdita della sensibilità;
- Formicolii, debolezza o intorpidimento;
- Paralisi;
- Incontinenza urinaria o fecale.
Le lesioni della colonna vertebrale toraco-lombare possono associarsi, fino al 42% dei casi, a lesioni degli organi interni, in particolare del torace e dell'addome.
La diagnosi si basa anzitutto sulla raccolta della storia del bambino e dell'incidente e su una visita molto accurata. Per confermare e approfondire la diagnosi sono necessari esami strumentali come radiografie, RM e TC.
È importante tenere presente come, soprattutto nei bambini al di sotto degli 8 anni, ci si possa trovare di fronte alle cosiddette SCIWORA (acronimo inglese per Spinal Cord Injury WithOut Radiographic Abnormality), ossia sindromi neurologiche acute da trauma spinale in assenza di alterazioni visibili alla radiografia o alla TC.
I protocolli Advanced Trauma Life Support (ATLS) devono essere rispettati durante la valutazione iniziale usando anche la tavola spinale pediatrica per elevare il busto del bambino per prevenire un'eccessiva flessione del collo, quando necessario. Ciò è particolarmente importante se i bambini hanno meno di 6 anni.
Le fratture ritenute stabili possono essere trattate con corsetti o busti gessati per consentire al paziente una mobilizzazione precoce. Questi devono essere mantenuti per circa 6-8 settimane. Prima di dismetterli, possono essere necessari controlli con nuovi esami strumentali.
Se il trauma ha causato una compressione delle radici nervose provocando sintomi neurologici, è spesso necessario ricorrere alla decompressione chirurgica asportando una parte della vertebra denominata lamina (laminectomia decompressiva).
Anche in caso di lesioni che portano a una compromissione della stabilità (lesioni in flessione-distrazione, lesioni legamentose) è indicato intervenire chirurgicamente mediante artrodesi vertebrale, intervento che permette di ottenere la fusione delle vertebre interessate con o senza l'utilizzo di viti, uncini, barre metalliche e innesti ossei.
Tutti gli interventi chirurgici presentano rischi di complicanze: principalmente, infezioni del sito chirurgico e lesioni neurologiche causate dall'intervento che costringe il chirurgo a intervenire in una zona molto vicina a numerosissime radici nervose e al midollo spinale.
Le famiglie devono essere informate di questo rischio prima di sottoporre il bambino all'intervento chirurgico.
I pazienti pediatrici con danno neurologico toraco-lombare hanno un rischio aumentato di progressione della deformità scheletrica e può essere pertanto indicato l'impiego di un corsetto anche se inizialmente la curva è inferiore a 10 gradi.
Curve maggiori di 20 gradi, invece, progrediranno con ogni probabilità nonostante l'immobilizzazione arrivando quindi a richiedere una correzione chirurgica.
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