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Trauma cranico

Cadute accidentali, infortuni stradali e incidenti sportivi sono le principali cause di trauma cranico nei bambini 

Generalmente si osserva una prevalenza di traumi cranici nei bambini di sesso maschile e di età compresa tra 0 e 2 anni.
La causa più comune è rappresentata - in circa il 75% dei casi - da una caduta accidentale (generalmente da letti, divani, fasciatoi, durante il gioco, la corsa), seguita dagli infortuni stradali (investimenti pedonali, incidenti come passeggero di automobile, in bicicletta, etc.) e dagli incidenti sportivi.


Nella maggior parte dei casi si tratta di traumi cranici di entità apparentemente modesta, in cui però è richiesta un'attenta ricostruzione dell'accaduto e un'accurata valutazione del paziente, al fine di porre una diagnosi corretta. In tal senso il trauma cranico rappresenta un importante momento decisionale per il medico a cui si rivolgono i genitori.

Non esistono regole generali applicabili a tutti i pazienti, soprattutto per la mancanza di una correlazione costante tra la dinamica del trauma, il quadro clinico osservato e l'effettiva gravità del caso.
Ogni paziente è un caso a sé stante per le variabili che entrano in gioco: 

  • L'età del paziente;
  • Il grado di collaborazione del piccolo;
  • L'incostante comparsa di sintomi;
  • L'eventuale coesistenza di forme morbose in grado di condizionare l'evoluzione clinica (ad esempio la presenza di un'alterazione della coagulazione, malattie preesistenti o interventi neurochirurgici).

È quindi buona regola affidare sempre la valutazione del piccolo con trauma cranico a personale competente (medico di famiglia, pronto soccorso, etc.).
Verrà così deciso, sulla base dell'evidenza clinica e dell'esperienza del medico, l'atteggiamento più adeguato (osservazione domiciliare, breve osservazione clinica in pronto soccorso, eventuale ricovero ed esecuzione di procedure diagnostiche o strumentali, intervento chirurgico).

Le cadute accidentali e i danni conseguenti a incidenti stradali, specie per i bambini sotto i due anni di età, possono essere evitati mediante una migliore informazione degli adulti.
Un approccio preventivo è il modo migliore per affrontare le lesioni alla testa.

Indossare sempre un casco durante gli sport e le attività
Assicurati che tuo figlio indossi un casco quando:

  • Va in bicicletta, in motoslitta o in fuoristrada;
  • Gioca uno sport di contatto come il calcio, l'hockey su ghiaccio o il pugilato;
  • Usa i pattini in linea o in sella a uno skateboard;
  • Va in scooter o su qualsiasi cosa con le ruote;
  • Batte e corre nel baseball o nel softball;
  • Cavalca;
  • Pratica lo sci o lo snowboard.

Garantire la sicurezza all'interno e all'esterno della casa

  • Installare le protezioni per finestre per impedire ai bambini di cadere dalle finestre aperte;
  • Utilizzare cancelli di sicurezza nella parte superiore e inferiore delle scale;
  • Rimuovere quel che mette a rischio di inciampare come tappeti di piccola superficie e cavi elettrici allentati;
  • Utilizzare tappeti antiscivolo nella vasca da bagno e sui pavimenti della doccia;
  • Assicurati che la superficie del parco giochi del tuo bambino sia fatta di materiale antiurto come pacciame, piselli o gomma;
  • Quando si è in auto, assicurare sempre il bambino con i migliori sistemi di ritenuta (navicella, ovetto, seggiolino con cintura di sicurezza…).

I genitori, benché attenti ed amorevoli nei confronti dei loro piccoli, spesso non sono preparati ai veloci quanto inaspettati progressi psico-motori tipici dell'età infantile: dare le spalle anche per un solo istante al bambino sul fasciatoio può significare, un bel giorno, ritrovarlo con stupore e sgomento, per terra.
Per lo stesso motivo, non si dovrebbero lasciare i bambini piccoli su letti o divani: possono all'improvviso spostarsi rotolando.

 

Un suggerimento: l'ambiente in cui vive il bambino deve essere adattato alle sue esigenze. Individuare tutte le potenziali fonti di rischio, evitando accostamenti di mobili che possano permettere al bimbo anche brevi arrampicate, assicurandosi che gli stessi mobili siano ben fissati alla pareti e che non alloggino suppellettili instabili (sono frequenti i casi di bambini travolti da scarpiere, specchiere e televisori).


L'intervento degli adulti deve quindi mirare, per quanto possibile, a evitare che il piccolo si venga a trovare incustodito, anche per pochi istanti, in luoghi alti da cui potrebbe cadere. Alla luce di una casistica di traumatologia infantile ormai fin troppo numerosa e varia, raccomandiamo una maggiore cautela nell'uso di oggetti familiari, pericolosi se usati in modo scorretto (fasciatoi, girelli in prossimità di dislivelli, scale o gradini, letti a castello con protezioni non idonee, seggiolini e port-enfant appoggiati su tavoli o ripiani, seggioloni senza sistemi di ancoraggio….).

Trasportare un bambino tra le braccia del passeggero sul sedile (peggio se anteriore) o libero di scorrazzare nell'auto, rappresenta un grave pericolo per l'incolumità e addirittura per la stessa vita del piccolo.
In un alto numero di casi, infatti, i bambini trasportati in maniera scorretta in auto soffrono i danni maggiori in caso di incidente. Persino alcuni elementi di sicurezza progettati e realizzati per gli adulti, come l'air-bag, possono risultare gravemente dannosi per i bambini, se trasportati in maniera non adeguata.


È importante ricordare che la buona abitudine (ancora non sufficientemente diffusa) di utilizzare sistemi di ancoraggio e contenzione adeguati all'età, sul sedile posteriore, frequentemente minimizza il danno anche in caso di incidenti gravi. Anche la diffusione dell'uso del casco per i motociclisti adolescenti si è rivelata un eccellente sistema di prevenzione del danno cerebrale causato dagli incidenti motociclistici.

Porta il bambino al pronto soccorso più vicino o chiama il numero unico 112 se il bambino mostra segni di una lesione cerebrale grave.
I sintomi di una grave lesione cerebrale nei bambini sono:

  • Scarsa alimentazione;
  • Vomito ripetuto dopo una ferita alla testa;
  • Pianto inconsolabile;
  • Sonnolenza e difficoltà nel risvegliarlo;
  • Convulsioni;
  • Rigonfiamento teso della fontanella (punto debole sulla sommità della testa) nei bambini dei primi mesi di vita;
  • Mal di testa che non va via o peggiora;
  • Confusione, agitazione o comportamento insolito;
  • Problemi nel vedere, nel parlare o nel camminare;
  • Debolezza, intorpidimento o riduzione della coordinazione di un braccio o di una gamba.

 

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  • A cura di: Paolo Palma
    Unità Operativa di Neurochirurgia
  • in collaborazione con:

Ultimo Aggiornamento: 25 marzo 2021


 
 

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