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Catetere venoso centrale

Si tratta di un piccolo tubo di materiale plastico che viene inserito in un vaso di grosso calibro. Viene utilizzato per trattamenti di durata superiore ai 15-20 giorni 

Il catetere venoso centrale (CVC) è un dispositivo utilizzato per la somministrazione di alcune terapie che per le loro caratteristiche (durata del trattamento, concentrazione del farmaco, pH/osmolarità della soluzione, ecc.) non possono essere somministrate attraverso un accesso venoso periferico (agocannula). Il patrimonio venoso periferico nei bambini è estremamente delicato (vasi di piccole dimensioni, a decorso tortuoso ed estremamente fragili), di conseguenza trattamenti prolungati come la chemioterapia o la nutrizione artificiale per via parenterale insieme alla necessità di eseguire prelievi di sangue ripetuti e ravvicinati per lunghi periodi potrebbero danneggiarlo permanentemente fino a depauperarlo. Per questi motivi ai pazienti che devono essere sottoposti a trattamenti di durata superiore ai 15-20 giorni si posiziona il catetere venoso centrale.

Si tratta di un piccolo tubo di materiale plastico (silicone o poliuretano) che viene posizionato a seconda delle caratteristiche del paziente (età, patologia di base, eventuale collaborazione alla procedura, ecc.) in anestesia generale/sedazione profonda oppure in anestesia locale, con tecniche differenti (puntura ecoguidata del vaso, puntura secondo dei criteri anatomici della vena o preparazione chirurgica della stessa) in un vaso di grosso calibro (vena giugulare interna, tronco brachiocefalico, vena succlavia) che di solito è tributario del sistema venoso della vena cava superiore. L'aggettivo centrale infatti è legato proprio alla posizione della punta del catetere, che deve trovarsi nella vena cava superiore in prossimità del cuore (giunzione cavo-atriale).
Esistono anche dei cateteri venosi centrali che vengono inseriti per via periferica (PICC o peripherally inserted central catheter): questi cateteri vengono inseriti attraverso le vene degli arti superiori e vengono quindi fatti progredire fintanto che la punta raggiunge la posizione corretta a livello della giunzione cavo-atriale. I cateteri venosi inseriti attraverso i vasi degli arti inferiori (cosiddetti cateteri femorali) vengono considerati comunque cateteri centrali in quanto la punta, pur non arrivando fino al cuore, si trova in un grosso vaso dell'addome (vena cava inferiore).

In base alla durata del trattamento si può scegliere di impiantare cateteri venosi centrali definiti a breve termine (utilizzo massimo fino a 30 giorni), medio termine (3-6 mesi) o lungo termine (durata superiore ai 6 mesi). Questi ultimi sono quelli più comunemente utilizzati nei pazienti che richiedono trattamenti molto lunghi, possono essere mantenuti dal paziente anche a domicilio e possono restare in sede anche anni. La loro gestione prevede solamente dei lavaggi periodici che servono a mantenere pervio il suo lume. Esistono infine dei cateteri venosi centrali collegati a dispositivi posizionati nel tessuto sottocutaneo del bambino, chiamati port. Il loro utilizzo prevede la puntura del port attraverso la pelle con degli aghi particolari. Questi tipi di dispositivi sono di solito preferiti dai pazienti più grandi, in quanto non sono visibili e non controindicano l'esecuzione di doccia o bagno. 


  • A cura di: Alessandro Crocoli
    Unità Operativa di Chirurgia Generale e Toracica
  • in collaborazione con:

Ultimo Aggiornamento: 21 novembre 2019


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