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Malattie dalla A alla Z

Varicella

Questa malattia infettiva è tra le più diffuse. Ha un pericolo di contagio molto elevato e le sue caratteristiche bolle durano all'incirca 7-10 giorni 

La varicella è una malattia infettiva altamente contagiosa, causata dal virus varicella zoster (VZV) appartenente alla famiglia degli herpes virus. Il contagio avviene soprattutto nei primi stadi dell'eruzione. La trasmissione da persona a persona avviene per via aerea mediante le goccioline respiratorie diffuse nell'aria quando una persona affetta tossisce o starnutisce, o tramite contatto diretto con lesione da varicella o zoster. Il contagio inizia da 1 o 2 giorni prima della comparsa dell'eruzione e può durare fino alla comparsa delle croste.

Dopo un'incubazione di circa 2 settimane (10-21 giorni), la malattia esordisce con un esantema cutaneo (o rash), febbre non elevata e lievi sintomi generali come malessere e mal di testa. Per 3-4 giorni piccole papule rosa pruriginose compaiono su testa, tronco, viso e arti e dopo poche ore si trasformano in vescicole a contenuto inizialmente chiaro poi in pustole e infine in croste, destinate a cadere. Tipicamente l'esantema è costituito da 250-500 lesioni.
La varicella è in genere una malattia benigna che guarisce nel giro di 7-10 giorni. La malattia tende ad avere un decorso più aggressivo nell'adolescente e nell'adulto e può essere particolarmente grave se colpisce persone immunodepresse (persone sottoposte a chemioterapia o in cura con steroidi per asma o altre malattie).
Complicanze possibili sono: superinfezione batterica delle lesioni cutanee (5% dei casi), polmonite (1%), encefalite, atassia cerebellare, piastrinopenia, artrite, epatite, e glomerulonefrite.
L'infezione produce immunità permanente in quasi tutte le persone immunocompetenti: raramente una persona può sviluppare due volte questa malattia. Tuttavia, il virus non viene eliminato dall'organismo, ma rimane latente, in genere per tutta la vita. Nel 10-20% dei casi il virus si risveglia a distanza di anni o di decenni dando luogo all'herpes zoster, noto comunemente come fuoco di Sant'Antonio. Lesioni a grappolo di tipo vescicolare si presentano in una zona definita del corpo, a volte accompagnate da dolore localizzato.
Se la varicella viene contratta da una donna nei primi due trimestri di gravidanza può trasmettersi al feto, causando una embriopatia (sindrome della varicella congenita). Se invece la madre ha avuto la malattia da cinque giorni prima a due giorni dopo il parto, può verificarsi una forma grave di varicella del neonato, la cui mortalità può arrivare fino al 30%.

La diagnosi viene posta dal medico sulla base dell'aspetto caratteristico delle lesioni e solitamente non sono necessari esami di conferma (isolamento del virus dal liquido vescicolare, ricerca di degli anticorpi anti virus varicella zoster).

Nel trattamento si utilizzano farmaci per il controllo della sintomatologia come antistaminici per il prurito e antipiretici per la febbre. Nei bambini a rischio di sviluppare forme gravi di varicella si utilizza anche una terapia antivirale sistemica con Aciclovir, che, per essere efficace, deve essere iniziata precocemente (entro 24-48 ore dalla comparsa dell'esantema).

Isolamento dei bambini malati per sette giorni dopo la comparsa delle prime vescicole o fino a quando tutte le vescicole si sono trasformate in croste per evitare il contagio.
Vaccinazione.


  • A cura di: Francesca Ippolita Calò Carducci
    Unità Operativa di Immunoinfettivologia Pediatrica
  • in collaborazione con:

Ultimo Aggiornamento: 04 novembre 2019


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