
I bambini si infettano con facilità con il SARS-COV-2, il virus del COVID-19. Una gran parte delle infezioni recenti, nei Paesi Occidentali, avviene in bambini e adolescenti, dove massima è la circolazione del virus rispetto alle altre fasce di età.
Uno studio recente, eseguito al Bambino Gesù’, mostra che circa i tre quarti di tutte le infezioni dei bambini hanno una sintomatologia a carico dell’albero respiratorio superiore (raffreddore, faringite, tracheite, laringite), una quota significativa non ha alcun sintomo, e solo il 4-5% ha una sintomatologia a carico dell’albero respiratorio inferiore (bronchiti, bronchioliti, polmoniti), oltre ad alcuni rari casi di sintomatologia gastrointestinale (soprattutto diarrea).
Ciò conferma che il virus è cambiato, è cambiata la storia naturale della malattia, e nella gran parte dei casi il virus si manifesta con sintomi fastidiosi ma non pericolosi, ricordando comunque che, in situazioni particolari, soprattutto neonati e bimbi con altre problematiche, SARS-COV-2 può ancora avere la sua pericolosità.
I bambini infettati sono spesso infettanti (trasmettono il virus agli altri) per i coetanei, per gli adulti e per gli anziani, come ad esempio i nonni, che, per età e altre malattie già presenti, possono essere a più alto rischio di patologia grave e anche morte per COVID-19.
Per questa ragione i bambini vanno seguiti attentamente per escludere la presenza del virus, pericoloso per sé e per gli altri vicino a loro. Per questo le procedure diagnostiche di ricerca del virus devono essere fatte nei bambini come negli adulti.
Con quale metodica di laboratorio si cerca il virus
Abbiamo due diverse metodiche per cercare il virus (sia nel naso che nella saliva):
- Il test molecolare (sistema classico, quello usato nei primi anni della pandemia, e ora in gran parte abbandonato);
- Il test antigenico (oggi utilizzato molto più frequentemente del molecolare).
Il test molecolare e’ molto più sensibile, pertanto se negativo da ampie garanzie per escludere l’infezione da SARS-CoV-2. Richiede più tempo per la risposta, ed è oggi utilizzato solamente in pazienti complessi, fragili, che richiedono test raffinati e altamente sensibili.
Il test antigenico è più rapido a dare risultati (fino a 15-20 minuti) e pertanto è molto utilizzato per lo screening e la valutazione della presenza del virus nella popolazione (la rapidità è importante per non lasciare le persone in attesa per giorni prima di avere una risposta). Esso però è meno sensibile, pertanto se negativo non e’ possibile escludere un’infezione iniziale a bassa carica virale, o una coda dell’infezione. Di contro se positivo il risultato e’ attendibile, e indica la presenza reale di infezione da SARS-CoV-2.
Oggi, per ragioni pratiche, si usa solo il tampone antigenico, sia nelle farmacie che in casa che negli ospedali, riservando il tampone molecolare solamente ai casi gravi (per lo piu’ ospedalieri) per i quali e’ assolutamente necessaria una diagnosi precisa e certa (positiva o negativa) di infezione.
Dove effettuare il prelievo
Il tampone rinofaringeo classico (il bastoncino tipo "cotton fioc" che viene infilato nel naso) è il sistema ancor oggi migliore per diagnosticare la presenza del virus. Il test può essere eseguito sia a livello del rinofaringe (naso) che della saliva (bocca). Va detto subito che il test molecolare è attendibile sia per il rinofaringe, sia per la saliva. Esso tuttavia, essendo molto poco utilizzato, e pressochè assente al di fuori dei reparti ospedalieri, non viene considerato nella valutazione pratica dei test per l’infezione da SARS-CoV-2.
L’unico test attualmente utilizzato nella pratica clinica, è dunque il tampone antigenico. Esso ha il vantaggio di una semplice esecuzione e di una rapida risposta. Soffre di un difetto della sensibilità: in caso di positività, il dato e’ ritenuto attendibile e si tratta di una reale infezione. Nel caso fosse negativo, non e’ detto che l’infezione sia assente. In questi casi, se ci fosse un sospetto clinico e/o il perdurare dei sintomi, converrà ripetere il test a distanza di 48-72 ore.
Va ricordato che il test ha chances di risultare positivo, in caso di infezione, solamente a iniziare dal periodo immediatamente precedente l’inizio dei sintomi (massimo 24 ore) e fino al perdurare dei sintomi. Se fatto troppo presto, o troppo tardi, potrebbe risultare falsamente negativo. Pertanto il tampone antigenico deve essere usato con competenza e cautela, come segue:
1. Va eseguito in modo corretto, infilando il tamponcino fino in fondo al naso (dove alberga il virus). Un prelievo solo “anteriore” nel naso non da’ garanzie di attendibilità. Similmente, un tampone effettuato sulla saliva, ossia in bocca, ha un’attendibilità molto bassa: Se venisse positivo, sarebbe comunque segno di infezione. Se venisse negativo, non avrebbe alcun significato clinico, in quanto la scarsa sensibilità del test, unita alla relativamente scarsa presenza del virus nella saliva, non aiutano ad avere un risultato attendibile.
2. Vanno seguite attentamente le istruzioni di lettura presenti nel test (nel caso di esecuzione domiciliare o autonoma, non da parte di personale sanitario)
3. Va interpretato in modo corretto. Se positivo, molto probabilmente siamo di fronte alla presenza del virus del COVID-19. Di contro, in caso di negatività data la scarsa sensibilità del test antigenico, non si può escludere in modo definitivo che il virus sia presente:
a. Se positivo, l’eventuale ripetizione del test, sempre con le precedenti precauzioni di uso, sara’ utile solamente per monitorare l’andamento dell’infezione fino a completa negativizzazione.
b. Se negativo, in caso di perdurare di sintomi che fanno sospettare il COVID-19, converra’ ripetere il test a distanza di 48-72 ore. Se fosse nuovamente negativo, e’ molto probabile che sia un’infezione da altro virus
c. Come indicato nel punto precedente, ricordiamo che la sintomatologia del COVID-19 è, nella gran parte dei casi, non specifica del virus SARS-CoV-2, ma simile, e in alcuni casi sovrapponibile, a quella causata da altri virus respiratori (influenza, respiratorio sinciziale, parainfluenzali, pneumovirus, adenovirus, rinovirus, eccetera). Pertanto la negatività del test può essere banalmente dovuta al fatto che l’infezione è dovuta a un virus diverso da SARS-CoV-2, e quindi il test, che e’ specifico per quest’ultimo virus, verrà sempre negativo.
Ricordiamo che il COVID-19 è una malattia in rapida e continua evoluzione, pertanto possono essere necessari nuovi sistemi diagnostici per contribuire alla diagnosi e alla cura della malattia.
Per esempio, oggi dallo stesso tampone nasofaringeo utilizzato per la diagnosi (vedi sopra) possiamo anche scoprire, con tecniche sofisticate, utilizzate di routine all’Ospedale Bambino Gesù la variante virale, e quindi la sua sensibilità ai farmaci anti-COVID-19, guidando al meglio la terapia antivirale. La terapia anti-COVID-19 può essere molto importante nei bambini fragili, portatori di altre malattie, che sono a rischio di aggravamento da SARS-CoV-2.
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