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Osteoma osteoide

È un tumore benigno delle ossea che si manifesta con dolore localizzato, continuo, ma con picchi notturni, più frequentemente a carico degli arti inferiori. Solitamente si tratta mediante termoablazione 

L'osteoma osteoide è uno dei tumori ossei benigni del tessuto osseo più frequenti in età giovanile.

Questo tumore ha un picco di incidenza tra i 5 e i 30 anni di età e si localizza preferenzialmente nella diafisi delle ossa lunghe (la parte delle ossa situata fra le due estremità che sono denominate epifisi) o a livello vertebrale.

Le sedi più frequentemente colpite dall’osteoma osteoide sono il femore, la tibia e l'omero, ma sono descritte localizzazioni in ogni distretto osseo. 

Clinicamente, l’osteoma osteoide si presenta fin dalle prime fasi con dolore osseo ben localizzato, continuo, comparso in assenza di traumi ma, in alcuni casi, molto intenso.

Il dolore tipicamente peggiora la notte ed è spesso sensibile al trattamento con i FANS (farmaci antinfiammatori non steroidei, come ad esempio l’ibuprofene) e soprattutto con l’aspirina. In molti casi il dolore notturno può essere così acuto da svegliare il paziente ogni notte. 

Di solito non sono associati altri sintomi generali o segni locali specifici quali gonfiore o arrossamento. Il dolore in genere persiste nonostante i trattamenti farmacologici e il riposo.

Quando è interessata la colonna vertebrale, il dolore può portare a spasmi muscolari che provocano la comparsa di scoliosi dolorosa. L'inizio della scoliosi può essere acuto e frequentemente è causato da uno sforzo fisico e può portare, sia pure molto raramente, a disturbi neurologici. 

Nei casi in cui, dopo visita specialistica, si ravveda una situazione clinica che può far sospettare un osteoma osteoide, l’esame strumentale di primo livello che viene generalmente richiesto è la radiografia standard del segmento di osso interessato.

Radiograficamente è tipica la presenza di un “nidus osteoide”, una zona radiotrasparente – quindi di colorito scuro rispetto al colore biancastro dell’osso - di piccole dimensioni, circondato da una zona periferica di osteosclerosi (aumentata densità e compattezza) reattiva. 

Figura 1. Radiografia di un osteoma osteoide del femore: si evidenzia il caratteristico nidus

Per conferma di tale sospetto diagnostico è indicato eseguire un TC mirata, eventualmente associata alla RM, esami che in genere evidenziano reperti tanto caratteristici da permettere di arrivare a una diagnosi affidabile ancor prima di ricorrere alla biopsia.

La scintigrafia ossea è un valido supporto alla diagnosi, visto che è in grado di lasciar facilmente osservare la neoplasia come un'area ipercaptante (area in cui si accumula l’isotopo radioattivo utilizzato per la scintigrafia), essendo l'osteoma osteoide riccamente vascolarizzato.

La biopsia si può effettuare con accesso percutaneo raggiungendo la lesione con un ago e prelevando un minuscolo frammento di tessuto che viene poi analizzato al microscopio per confermare la diagnosi.

La terapia per curare l’osteoma osteoide in passato era prevalentemente chirurgica, invasiva, con l'asportazione del “nidus” tumorale e della zona di osteosclerosi intorno al tumore.

Oggi il trattamento di prima scelta è la “bruciatura” (termoablazione) con radiofrequenza che viene eseguita sotto guida TC.

Si tratta di una tecnica mini-invasiva in cui si va a posizionare, sotto controllo con Tomografia Computerizzata e mediante un ago, un trasduttore all'interno del “nidus” dell’osteoma osteoide e, tramite un apparecchio ad alta frequenza, si produce calore ad alta intensità che “brucia” il tumore.

Quindi la procedura non lascia evidenti cicatrici sulla pelle e necessita di due giorni di degenza. Dopo la termoablazione, il paziente ha un rapido miglioramento del dolore e un ritorno progressivo alle normali attività.

Controlli periodici clinici e strumentali andranno poi programmati per verificare la completa risoluzione della malattia in quanto, sebbene tale procedura sia risolutiva nella gran parte dei casi, rimane un rischio, sia pure assai ridotto, di recidiva.

In tali casi, è possibile ripetere la procedura di termoablazione fino ad ottenere la guarigione definitiva. L’efficacia di questa procedura ha drasticamente ridotto rispetto al passato il numero di interventi di asportazione chirurgica dell’osteoma osteoide. 

Figura 2.  Immagine eseguita durante la procedura di termoablazione di un osteoma osteoide a livello della tibia: si vede l’ago posizionato sotto guida Tomografia Computerizzata (TC) , prima dell’inizio della applicazione delle radiofrequenze..

 

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  • A cura di: Fabrizio Donati
    Unità Operativa di Ortopedia
  • in collaborazione con:

Ultimo Aggiornamento: 29  Marzo 2023 


 
 

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