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Nuovo coronavirus: il farmaco per curare il Covid-19

Nonostante i dati non siano ancora definitivi, il molnupiravir sembra aver ridotto il rischio di ospedalizzazione e morte nei pazienti con COVID-19 

In tutto il mondo i vaccini contro il nuovo Coronavirus hanno dimostrato il loro effetto riducendo significativamente il numero dei ricoverati e delle morti. Tuttavia la ricerca continua attivamente per individuare farmaci in grado di curare la malattia.

Numerose ricerche sono ancora in corso per nuovi vaccini più potenti ed efficaci contro le varianti di SARS CoV-2, ma alche farmaci in pillole, come gli antivirali, che siano efficaci nel bloccare la replicazione del virus.

Molto recentemente è stato autorizzato l’uso negli adulti di un nuovo farmaco antivirale il Molnupiravir, che sempre possa ridurre di circa il 50%.il rischio di ospedalizzazione o morte nei pazienti adulti, non vaccinati e con Covid lieve o moderato.

Il Molnupiravir è un antivirale che appartiene alla classe degli analoghi nucleosidici (farmaci antivirali già utilizzati per HIV e HCV) che può essere somministrato per via orale, e che ha la caratteristica di bloccare la capacità del virus di replicarsi. 

Sulla base dei risultati provenienti da 6 studi controllati randomizzati (RCT), che hanno arruolato un totale di 4796 pazienti con COVID-19 non grave, il Molnupiravir in realtà riduce il rischio di ricovero in ospedale di circa il 6% nei pazienti a più alto rischio, il tempo necessario alla risoluzione dei sintomi (3-4 giorni in meno) e la mortalità (6 in meno ogni 1.000 pazienti).

Anche l’Organizzazione mondiale della sanità ha aggiornato le sue linee guida per il trattamento del COVID-19 introducendo tra le raccomandazioni l’utilizzo del Molnupiravir per il trattamento dei pazienti con pochi sintomi ma a rischio di forme più gravi.
La dose raccomandata è di 1 compressa da 800 mg ogni 12 ore per 5 giorni e la somministrazione deve avvenire il più presto possibile. Negli studi di efficacia presi in esame, Molnupiravir era stato somministrato entro 5 giorni dall'esordio della malattia.

L'annuncio che una pillola della Merck sia in grado di proteggere dalle forme gravi di infezione nei soggetti fragili è particolarmente interessante: sembra essere un passo importante della lotta contro il SARS CoV-2.
Questo perché un regime di pillole da assumere due volte al giorno per cinque giorni dovrebbe essere molto più facile da seguire per i pazienti, rispetto agli attuali trattamenti antivirali Covid-19, che devono essere somministrati per via endovenosa.

Gli antivirali, per essere efficaci, devono essere somministrati all’inizio dell’infezione, nelle fasi di attiva moltiplicazione del virus e di relativo benessere del paziente.
Questo ha reso l’uso del Remdesivir (per flebo endovenosa per 3 giorni) e degli anticorpi monoclonali più difficilmente utilizzabile. Farmaci per via orale possono invece essere somministrati con facilità anche a domicilio.

Inoltre molti altri farmaci in pillole sono in stadio avanzato di studio o sono stati già autorizzati, e la possibilità di combinare insieme al Molnupiravir una diversa classe di farmaci potrebbe fornire una cura più efficace.

Ovviamente, un farmaco dato all'inizio dei sintomi di Covid ha bisogno di un profilo di sicurezza molto alto.
Questo sembra essere stato accertato nello studio iniziale: i pazienti seguiti con placebo erano tre volte più propensi a ritirarsi dallo studio a causa di effetti collaterali apparenti rispetto a quelli che hanno effettivamente ricevuto molnupiravir. Ciò probabilmente significa che i disturbi del Covid erano molto peggio di quelli del farmaco.

La sperimentazione della Merck è stata condotta interamente su pazienti che non erano stati vaccinati. Questo ha reso molto più facile dimostrare che il farmaco può ridurre l'ospedalizzazione e la morte - perché i pazienti che non sono stati precedentemente vaccinati hanno molte più probabilità di essere ricoverati o morire.

Nei pazienti che si infettano nonostante il vaccino è già basso rischio di ospedalizzazione, e questo dato ha modificato il calcolo del rischio-beneficio che riguarda questo farmaco.
Importante è considerare che la protezione che fornisce questa terapia è molto inferiore a quella dei vaccini (che si aggirano per tutti intorno a valori del 90% rispetto al 50% di questo farmaco).

L’uso terapeutico del molnupiravir sarà per ora limitato ai soggetti più fragili e che non possono essere vaccinati, persone anziane, persone con immunodeficienze e persone che vivono con malattie croniche.

Sembra inoltre che il Molnupiravir sia efficace contro le varianti Alpha e Beta ma anche contro le varianti Delta e Omicron (questo da studi condotti in vitro), mentre non sono attualmente disponibili dati che dimostrino l'attività contro le varianti Delta o Omicron in vivo.

I bambini e le donne incinte e che allattano non dovrebbero ricevere il farmaco in quanto non sono stati ancora effettuati gli studi clinici sulla sua sicurezza in queste situazioni.

Sfoglia online lo speciale di 'A scuola di salute' dedicato al Nuovo Coronavirus:

 

ATTENZIONE
Se tu o i tuoi conviventi avete sintomi del COVID-19, resta in casa e chiama subito il tuo pediatra di libera scelta o il tuo medico di medicina generale. Altrimenti, chiama uno dei numeri di emergenza regionali indicati sul sito del Ministero della Salute.

 

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  • A cura di: Guido Castelli Gattinara
    Istituto Bambino Gesù per la Salute del Bambino e dell'Adolescente
  • in collaborazione con:

Ultimo Aggiornamento: 25  Maggio 2022 


 
 

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