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Trapianto da donatore vivente

Rappresenta attualmente il trattamento di scelta per i pazienti con insufficienza grave di un organo, ad esempio rene o fegato 

Il trapianto da donatore vivente è una alternativa terapeutica al trapianto da donatore deceduto.

È una procedura per cui un individuo sano, solitamente un consanguineo del paziente, dona un organo o parte di un organo ad un proprio congiunto affetto da una patologia grave con perdita irreversibile della funzione dell’organo (che viene trapiantato).

Il trapianto rappresenta attualmente il trattamento di scelta per i pazienti con insufficienza grave di un organo (ad esempio rene o fegato) con perdita progressiva e non reversibile della funzione dell’organo colpito.

In linea generale è candidabile al trapianto di rene da donatore vivente il paziente con insufficienza renale terminale con necessità di ricorrere a dialisi, o il paziente con una insufficienza renale cronica, non reversibile, che evolverà in breve tempo verso la necessità della dialisi.

Sono candidabili al trapianto di fegato da donatore vivente in particolare i pazienti con una cirrosi (sostituzione del tessuto epatico normale con tessuto fibroso non funzionante) terminale o quasi terminale con ridotta aspettativa di vita, i pazienti con tumore epatico localizzato al fegato ma non operabile, i pazienti portatori di gravi malattie congenite del metabolismo per cui il trapianto di fegato rappresenta una cura completa o parziale del difetto metabolico.

La donazione da vivente regolamentata dalla legge, può avvenire solo per il rene e il fegato, presuppone la maggiore età del donatore e la sussistenza di un vincolo di familiarità (ad esempio madre-figlio o padre-figlio, fratelli) o affettività (ad esempio marito e moglie) tra il donatore e il ricevente.

Il trapianto da vivente è una procedura che prevede uno specifico percorso clinico, organizzativo ed amministrativo, strettamente regolamentato da norme che tutelano il donatore, accertandone lo stato di salute fisico e psichico, l’idoneità alla donazione e la gratuità e libertà della donazione.

All’inizio del percorso clinico che prevede un trapianto, il paziente e la famiglia vengono informati delle opzioni possibili: trapianto da donatore cadavere e, nel caso di necessità di trapianto di rene o di fegato, anche la donazione da vivente.

In questa fase del percorso clinico un congiunto del paziente (nel caso del paziente pediatrico si tratta generalmente un genitore), può proporsi per la donazione consentendo l’avvio del processo di valutazione del potenziale donatore in base a quanto previsto dalle linee guida cliniche e dalla normativa.

Il processo di valutazione del donatore è articolato e molto rigido.

Il potenziale donatore viene sottoposto ad una attenta valutazione clinica per l’idoneità fisica e psichica in un centro esterno rispetto a quello dove verrà eseguito il trapianto.

La valutazione prevede una serie di esami e valutazioni specialistiche per verificare lo stato di salute fisico e psichico del potenziale donatore e la reale disponibilità di un consenso libero e pienamente informato alla donazione.

Al completamento della valutazione di idoneità del donatore, un collegio medico composto da sanitari del centro in cui si esegue il trapianto, tra i quali anche un medico di fiducia del donatore se richiesto dal donatore stesso, stabilisce l’opportunità del trapianto confrontandosi anche con la ASL di riferimento per un nullaosta amministrativo rispetto alla fattibilità del trapianto e dell’idoneità del centro regolarmente autorizzato ad eseguire trapianti.

La legge italiana prevede anche il coinvolgimento del Giudice Tutelare che incontra il donatore, ne valuta la volontà a donare e rilascia il nulla osta alla donazione.

Da ultimo una commissione esterna al processo di donazione, ma afferente al centro in cui si effettuerà il trapianto, la cosiddetta “commissione di parte terza”, composta da esperti in medicina legale e psichiatria, svolge un ultimo incontro con il donatore valutando la correttezza dell’intero processo e la piena consapevolezza della donazione e la libertà della propria scelta, anche a fronte di possibili insuccessi e di inevitabili rischi, per il donatore e per il ricevente.

Dal punto di vista chirurgico, il trapianto consiste nel prelevare l’organo (es. rene) o parte dell’organo (come nel caso del fegato) del donatore e trapiantarlo nel ricevente.

Il donatore viene ricoverato in ospedale il giorno precedente all’intervento. Il prelievo dell’organo può avvenire con tecnica “open”, ovvero con incisione della parete addominale, o con tecnica laparoscopica: la scelta tra i due approcci chirurgici è condizionata dalle caratteristiche degli organi da trapiantare e le caratteristiche fisiche del paziente.

Al termine dell’intervento il donatore viene trasferito nel reparto di Terapia Intensiva e successivamente in quello di degenza.

Dopo la dimissione, che salvo complicanze avviene in media entro 4-5 giorni dal trapianto nel caso di donazione di rene ed entro 6-7 giorni in caso di donazione di parte del fegato, sono previsti controlli seriati.

La donazione da vivente è una procedura associata a evidenti vantaggi per il ricevente, a fronte di rischi contenuti per il donatore

Per quanto l’intervento di donazione di organo da vivente rappresenti una procedura consolidata ed eseguita sempre in elezione, in condizioni cliniche ottimali del donatore e del ricevente, l’azzeramento di rischi di complicanze non possibile, come per qualsiasi altro trattamento medico-chirurgico.

I rischi sono principalmente quelli comuni a tutte le procedure chirurgiche (soprattutto sanguinamenti, infezioni, complicanze tromboemboliche e neurologiche, cicatrici ipertrofiche).

Nel donatore di rene, l’organo rimanente sarà in grado di svolgere anche la funzione del rene asportato, non comportando restrizione nello stile di vita e nell’attività fisica del donatore.

Nel caso di donazione di fegato, la parte di organo residuo del donatore, così come anche il segmento trapiantato nel ricevente, ha la capacità di rigenerarsi e già dopo alcune settimane ritorna alle dimensioni originarie.

 

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  • A cura di: Caterina Offidani, Maria Lodise
    Medicina Legale e Appropriatezza
  • in collaborazione con:

Ultimo Aggiornamento: 31  Marzo 2023 


 
 

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