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Disabilità Intellettiva o disturbo dello sviluppo intellettivo nel bambino

È una condizione clinica che compare nel periodo dello sviluppo, che comporta deficit di attenzione, memoria, linguaggio, apprendimento, socio-relazionali e della vita quotidiana e che interferisce significativamente con il funzionamento dell'individuo 

Con il termine disabilità intellettiva o disturbo dello sviluppo intellettivo, si fa riferimento ad una condizione caratterizzata da limitazioni sia nel funzionamento intellettivo, ovvero difficoltà nell’imparare, ragionare, progettare, dare giudizi, sia nel funzionamento adattativo, nonché limitazioni nel funzionamento in una o più attività della vita quotidiana, come comunicare, prendersi cura di sé e socializzare, abilità tutte importanti per la vita di tutti i giorni.

Tali limitazioni iniziano in età pediatrica, prima dei 18 anni. È bene specificare che la presenza dei deficit a carico del funzionamento adattivo è oggi considerata fondamentale ai fini di una corretta diagnosi.

Inoltre, i deficit devono essere confermati sia da una valutazione clinica che dalla somministrazione di test standardizzati.

La frequenza della disabilità intellettiva è stimata intorno all'1%, valore variabile in base alla definizione utilizzata, ai metodi di valutazione e alla popolazione in studio. 

Nei Paesi industrializzati varia tra l'1% e il 3% della popolazione, con maggiore frequenza nel sesso maschile.

Le cause della disabilità intellettiva possono essere:

  • Cause genetiche: anomalie legate ai cromosomi o ai geni e anomalie del metabolismo presenti dalla nascita;
  • Cause acquisite: prima della nascita, infezioni da rosolia, cytomegalovirus, toxoplasma, HIV, malformazioni congenite del sistema nervoso centrale, malnutrizione materna, tossicità in gravidanza da uso di tabacco, alcool, farmaci e droghe; durante la nascita, traumi o mancanza di ossigeno, ad esempio per grave prematurità; dopo la nascita, traumi, incidenti vascolari, infezioni o tumori;
  • Fattori psicologici e sociali: svantaggio socio-culturale (es. condizioni sociali ed economiche svantaggiate), deprivazione sociale (cioè mancanza di contatto con altre persone e di affetto) ecc. 

Si stima che gran parte dei bambini con disabilità intellettiva, in cui la causa non è stata definita, possa essere dovuta ad anomalie genetiche non ancora conosciute.

La disabilità intellettiva si manifesta con:

  • Deficit delle funzioni intellettive:difficoltà nel ragionamento, nel risolvere i problemi, nel fare progetti, nell'apprendimento sia delle abilità scolastiche (es. leggere, scrivere, fare i calcoli) che di vita quotidiana (es. apprendere dalle esperienze passate). Questo deficit è confermato sia dalla visita medica che dalla somministrazione di test di intelligenza standardizzati che misurino il quoziente intellettivo (QI);
  • Deficit nel funzionamento adattativo: mancato raggiungimento degli standard di sviluppo, sociali e culturali, per l'indipendenza personale e la responsabilità sociale previste per la fascia di età di riferimento. Tali deficit adattativi limitano il funzionamento della persona in una o più attività della vita quotidiana, come il saper comunicare con gli altri, saper stringere relazioni sociali e rispettare le norme socio-culturali, sapersi prendere cura di sé (es. lavarsi, vestirsi, cucinare) o del proprio ambiente (pulire casa, utilizzare utensili, ecc.) e trovare/mantenere un impiego lavorativo. Si ricorda che è proprio tramite un'attenta valutazione del funzionamento adattativo che si stabiliscono il livello di gravità della disabilità intellettiva e i supporti di cui l'individuo ha bisogno nella vita di tutti i giorni;
  • I deficit intellettivi e adattativi si manifestano prima dei 18 anni.

I ragazzi con disabilità intellettiva, di solito hanno capacità di sviluppo inferiori a quelle di una persona di 13 anni: soprattutto mostrano difficoltà nell'acquisizione del pensiero logico/astratto e nel fare progetti, come normalmente avviene in adolescenza.

Ne consegue che il trattamento debba essere rivolto al raggiungimento di un livello di autosufficienza necessario per vivere in modo più o meno indipendente età adulta e non deve essere centrato soltanto sull'evoluzione delle competenze scolastiche, come spesso accade.

I trattamenti che vengono più frequentemente utilizzati in caso di disabilità intellettiva sono:

  • Trattamento logopedico e psicomotorio: soprattutto nei primi anni di vita, con lo scopo di aiutare il bambino a fronteggiare i problemi di linguaggio, delle capacità di movimento e di apprendimento;
  • Trattamento occupazionale: soprattutto dopo gli 8-10 anni di vita, volto ad aiutare l'individuo nell'acquisizione delle abilità di vita quotidiana, sociali e pratiche, necessarie per una migliore integrazione e indipendenza;
  • Comunicazione aumentativa e alternativa: modalità di comunicazione utilizzata quando il linguaggio risulta poco comprensibile. Questo tipo di comunicazione si avvale di strumenti e tecnologie utili per aumentare e semplificare la comunicazione dei bambini che hanno difficoltà nell’uso del linguaggio parlato e della scrittura. Viene definita ”aumentativa” perché si propone di aumentare la capacità del bambino/individuo di utilizzare gli strumenti di comunicazione di cui già dispone. Il termine “alternativo” sta invece a significare che si insegnano al bambino tecniche e modalità di comunicazione diverse dal linguaggio parlato o scritto;
  • Terapia comportamentale, che mira a modificare i comportamenti disadattivi (es. aggressività) mediante l’utilizzo del rinforzo;
  • Psicoterapia cognitivo-comportamentale: che aiuta l'individuo ad identificare i propri pensieri disfunzionali ed a sostituirli con processi di pensiero più adattivi. L’obiettivo è quello di effettuare una vera e propria ristrutturazione cognitiva che modifichi non soltanto gli stati mentali, ma anche le componenti emotive e comportamentali. Tale tipologia di intervento è solitamente impiegata con individui con disabilità intellettiva lieve/moderata;
  • Terapia farmacologica: volta a trattare la sintomatologia associata alla disabilità intellettiva, come aggressività, ansia, disturbi dell'umore, ecc..


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  • A cura di: Paolo Alfieri
    Unità Operativa di Neuropsichiatria dell'Infanzia e dell'Adolescenza
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Ultimo Aggiornamento: 02  Agosto 2023 


 
 

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