Virus parainfluenzali

Possono provocare manifestazione di diversa gravità. Al momento non sono disponibili vaccini sul mercato 

L'infezione da virus parainfluenzali provoca sintomi molto simili a quelli dell'influenza dalla quale non è facilmente distinguibile. I virus parainfluenzali umani (HPIV dall'inglese Human ParaInfluenza Viruses) appartengono al genere dei paramixovirus.

Sono tra i principali responsabili delle infezioni respiratorie acute in età pediatrica, con quadri clinici che possono variare dal semplice raffreddore fino a forme più gravi come la laringtracheobrnchite (croup), la bronchiolite e la polmonite.

La trasmissione avviene per via aerea, attraverso l'inalazione diretta delle goccioline respiratorie infette. La sopravvivenza prolungata del virus HPIV su pelle, vestiti e altri oggetti spiega la facile diffusione negli ospedali o nelle collettività (per esempio nella scuola).

L'apparato respiratorio sembra essere il luogo principale in cui il virus si lega alle cellule e inizia l'infezione.
Le infezioni da virus parainfluenzali interessano soprattutto i bambini: sono responsabili del 30-40% delle infezioni acute delle vie respiratorie nei bambini nei primi anni di vita, e sono la causa più comune di croup (o laringotracheobronchite acuta).

Il virus parainfluenzale più frequente è l'HPIV-1. 
Le infezioni da virus parainfluenzali di tipo 3, invece, si verificano con maggior frequenza in primavera ed estate, sono molto contagiose e colpiscono un'alta percentuale di bambini nel primo anno di vita. Queste malattie generalmente sono indistinguibili da quelle causate dal virus respiratorio sinciziale (VRS) ma sono spesso meno gravi.
La maggior parte dei bambini contrae l’infezione da virus parainfluenzale prima di aver compiuto i 5 anni di età.

Nella maggior parte dei casi, l’esortdio è simile a quello di un comune raffreddore: rinite, tosse lieve, febbricola e malessere generale.

La laringotracheobronchite è la manifestazione più tipica e riconoscibile soprattutto nei bambini tra 6 mesi e 3 anni. Di solito inizia come un comune raffreddore. Dopo 1-2 giorni insorgono febbre, tosse "abbaiante" (simile al verso di una foca), raucedine (abbassamento della voce) e stridore laringeo (fischio dovuto all’aria che passa in un laringe ristretto dall’infiammazione).

L'insufficienza respiratoria (mancanza di aria) dovuta a una grave ostruzione delle vie aeree superiori è una complicanza rara ma potenzialmente fatale.
La bronchite e la polmonite virale si manifestano spesso durante o dopo l'episodio iniziale acuto nei bambini e, a volte, anche negli adulti infettati con HPIV-3.

Le complicanze dovute a una contemporanea infezione batterica non sono frequenti. Comunque, come con altre infezioni respiratorie virali, possono verificarsi riacutizzazioni di patologie croniche come l’asma o la bronchiti croniche.

A contrarre di nuovo il virus parainfluenzale sono più frequentemente gli anziani e i soggetti immunocompromessi, che sono a rischio elevato di complicazioni serie. 

Visto che non si dispone al momento di un trattamento specifico per l'infezione da virus parainfluenzali, i test per la conferma diagnostica (identificazione degli antigeni virali o del materiale genetico del virus mediante amplificazione genica – PCR su aspirato rinofaringeo) vengono riservati ai casi nei quali giungere a una diagnosi microbiologica è realmente importante (ad esempio nei pazienti immunocompromessi).
Non di rado si rende necessaria una radiografia del torace.

Le malattie dovute ai virus parainfluenzali, sebbene frequenti, sono solitamente lievi e di breve durata. La bronchite e la polmonite associate alle infezioni con HPIV di tipo 3 provocano, talvolta, grave inabilità, ma sono raramente fatali. Il trattamento delle sindromi parainfluenzali è sintomatico.

Essendo patologie autolimitanti che in genere si risolvono da sole in pochi giorni, il trattamento prevede il riposo a letto, un’adeguata idratazione e la somministrazione di farmaci in grado di controllare la febbre e alleviare la sintomatologia. Il farmaco di elezione in età pediatrica per la gestione degli stati febbrili è il paracetamolo, molecola con efficacia antipiretica e analgesica, non provvisto di attività antinfiammatoria e quindi privo di effetti lesivi per la mucosa dello stomaco.

Trattandosi di infezioni virali, la terapia antibiotica non trova alcuna indicazione, è inutile e spesso dannosa contribuendo allo sviluppo di resistenze batteriche o a effetti collaterali indesiderati.

La prevenzione delle infezioni da virus parainfluenzali si basa su semplici ma fondamentali misure igieniche comportamentali, particolarmente efficaci nella vita quotidiana e nella collettività (scuole, asili, palestre).

Molto importante curare l'igiene delle mani, lavandole spesso con acqua e sapone o quando non disponili gel a base alcolica. Adottare piccoli ma importanti accorgimenti: ad esempio, nello starnutire o nel tossire, coprirsi la bocca con un fazzolettino di carta monouso o con la piega del gomito e non con le mani, perché sono uno dei principali veicoli di diffusione del virus. Il fazzoletto di carta va subito buttato.

Far areare gli ambienti, assicurando che l'aria non sia troppo secca, ricorrendo eventualmente a umidificatori, né troppo umida. Evitare i luoghi troppo affollati, in cui il rischio di contagio è decisamente più elevato.

Al momento non sono ancora disponibili sul mercato vaccini per prevenire l'infezione da virus parainfluenzali ma sono allo studio vaccini da virus attenuati di origine umana e bovina contro i virus HPIV-1 e HPIV-3.

 

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  • A cura di: Laura Cursi
    Unità Operativa di Malattie Infettive
  • in collaborazione con:

 


 
 

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