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Insonnia

È un disturbo comune che può verificarsi sia nei bambini che negli adolescenti. Spesso è causato da cattive abitudini 

Il sonno è una parte fondamentale della giornata di ognuno di noi e lo è, in particolar modo, per i bambini. Un sonno di buona qualità e di giusta durata è fondamentale per lo sviluppo sano e armonioso del bambino sia dal punto di vista fisico che psicologico.

Un buon ritmo sonno-veglia è inoltre importante per la serenità del nucleo famigliare e per i genitori in particolare. Le abitudini legate al sonno caratterizzano spesso le famiglie e iniziano a essere assimiliate dal bambino già durante la gravidanza.

L'insonnia è un disturbo abbastanza comune nei bambini e, come per gli adulti, può consistere in difficoltà nel prendere sonno oppure nel mantenere il sonno.

Nel bambino molto piccolo (nel primo anno di età) è difficile parlare di insonnia per via dei frequenti risvegli che sono caratteristici di questa età.

Il ritmo sonno-veglia del bambino è infatti sincronizzato con i bisogni fisiologici come la fame, la sete, il bisogno di rassicurazione e contatto fisico. Il sonno dei genitori, e in particolar modo quello della madre, si sincronizza allora con quello del bambino.

Poco alla volta, nei primi tre anni di vita, i tempi del sonno si dovrebbero regolarizzare, allungandosi. I bambini dovrebbero arrivare a dormire almeno 12-13 ore nell'arco delle 24 ore.

È in questo periodo che spesso si instaurano cattive abitudini del sonno che alterano il benessere del bambino e l'armonia famigliare.

Per molti bambini è difficile addormentarsi e la sera diventa una lunga e continua sfida-conflitto con i genitori. La difficoltà nell'addormentarsi può essere dovuta a cattive abitudini durante la giornata e a difficoltà nel fissare routine efficaci per prendere sonno.

Una giornata troppo intensa, troppo ricca di stimoli e stimolazioni fino al momento di andare a letto può rendere difficile per il bambino il rilassamento che gli permetta di lasciarsi scivolare in un mondo di semi-incoscienza.

Questo succede spesso ai bambini che hanno la tendenza a essere molto vigili e attenti. È consigliabile quindi che almeno da un'ora prima del sonno, il bambino non sia esposto a stimoli eccitanti come televisione, videogiochi, musica movimentata, luce forte o giochi fisici stimolanti.

Il ritmo della casa deve lentamente scivolare verso una atmosfera rilassante e tranquilla. La difficoltà ad addormentarsi arriva a volte a una vera e propria opposizione del bambino che combatte il naturale sopraggiungere del sonno: quando sta chiudendo gli occhi e scivolando nel sonno, il bambino li riapre riattivandosi nella relazione con chi gli sta accanto.

Questo comportamento può essere conseguenza di insicurezze emotive del bambino, spesso legate a tematiche angosciati come la separazione o il lutto. In queste circostanze è utile confrontarsi con il pediatra e con uno psicologo.

La difficoltà a mantenere il sonno è dovuta all'incapacità di riaddormentarsi automaticamente durante i normali, brevi risvegli dai cicli di sonno.

Tale difficoltà può essere dovuta alla cosiddetta "igiene del sonno": una temperatura della stanza troppo elevata o troppo bassa, la presenza di luci o rumori che disturbano, una cena troppo pesante. Può anche essere dovuta a condizioni cliniche come apnee, difficoltà respiratorie, allergie o reflusso gastro-esofageo.

Può inoltre essere legata al bisogno del bambino di essere rassicurato e nuovamente accompagnato all'abbandono al sonno. I frequenti risvegli sono particolarmente faticosi e stressanti per i genitori: alterano il fabbisogno di sonno dell'adulto che non riesce a recuperare durante la giornata.

Spesso sono occasione di conflitto per la coppia e destabilizzano la qualità di vita del nucleo famigliare. È utile dunque cercare un confronto con il proprio pediatra e valutare l'opportunità di una consulenza psicologica. 

In adolescenza i cambiamenti ormonali e sociali alterano il ritmo sonno-veglia. È normale dunque che i ragazzi e le ragazze ritardino l'addormentamento e tendano a svegliarsi più tardi la mattina.

Bisogna porre attenzione però che questo spostamento degli orari non sia esagerato e non riduca troppo le ore di sonno, soprattutto nel periodo scolastico.
Anche per i ragazzi è importante rispettare una giusta igiene del sonno e fare attenzione a che non si espongano a stimolazioni eccessive la sera (uso prolungato di telefonini o tablet, assunzione di sostanze eccitanti).

A questa età, come per l'adulto, si possono inoltre ritrovare disturbi psicologici come l'ansia anticipatoria la sera, vale a dire preoccupazioni eccessive o decisamente fuori luogo per problemi che potrebbero verificarsi l'indomani.

Questi disturbi rendono a volte l'insonnia un circolo vizioso. È importante tenere aperta una comunicazione con i ragazzi su questi temi e, seppure nel rispetto della loro privacy, mantenere con loro routine serali rassicuranti.

In generale, sia per i bambini che per gli adolescenti, è importante porre particolare attenzione alle difficoltà nell'addormentarsi o ai frequenti risvegli che interrompono il sonno. Possono essere campanelli di allarme importanti da cogliere.

Possono essere legati a normali momenti di crescita, di passaggio e cambiamenti nelle abitudini, ma possono anche indicare periodi di particolare stress legati a preoccupazioni, conflitti o episodi vissuti durante la giornata.

È bene, in queste circostanze, dedicare tempo all'ascolto dei bambini e dei ragazzi favorendo una relazione di fiducia e scambio per condividere eventuali preoccupazioni.

Insonnia

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  • A cura di: Francesca Bevilacqua
    Unità Operativa di Psicologia Clinica
  • in collaborazione con:

Ultimo Aggiornamento: 19  Agosto 2022 


 
 

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