La malattia da graffio di gatto si verifica di regola nei bambini morsi o graffiati da un gatto che inietta in questo modo sotto la pelle un batterio, la Bartonella henselae.
La malattia è caratterizzata dalla comparsa di una linfoghiandola tumefatta in prossimità del morso o del graffio (all’ascella per ferite delle mani).
I gatti – e in particolar modo i gattini piccoli – si infettano con la Bartonella henselae tramite le punture delle pulci che, tuttavia, non trasmettono questi batteri all'uomo.
I gatti infetti non si ammalano e non necessitano di alcun trattamento. D'altro canto, anche i soggetti malati, che più frequentemente hanno meno di 20 anni, non trasmettono la Bartonella henselae ad altre persone.
Le tipiche manifestazioni della malattia consistono nella comparsa, dopo qualche giorno, di una papula, nella sede del morso o del graffio:
- Linfoadenomegalia (tumefazione delle linfoghiandole), in genere all'ascella, all'inguine, al collo o al gomito poiché le sedi più frequenti del morso o del graffio sono le mani e le braccia, le gambe e il collo. La linfoghiandola tumefatta può raggiungere le dimensioni di 3-5 cm, sovrastata da pelle calda e arrossata;
- Un terzo circa dei bambini infettati presenta febbre moderata e modesti sintomi generali come perdita di appetito, malessere e mal di testa.
Di regola la malattia va incontro a guarigione spontanea nel giro di uno-quattro mesi.
Molto raramente la malattia ha un decorso più grave causato dalla disseminazione della Bartonella henselae con febbre elevata, ingrossamento del fegato e della milza, interessamento dei polmoni e del sistema nervoso centrale.
Ma anche in questi casi la guarigione è spontanea e non lascia conseguenze.
In genere le manifestazioni cliniche e la storia di un graffio o morso di gatto permettono al pediatra di diagnosticare la malattia.
Per confermare la diagnosi si possono ricercare nel sangue gli anticorpi diretti contro la Bartonella henselae che, tuttavia, possono comparire anche a distanza di due mesi dall'infezione.
In alcuni casi la diagnosi può venir confermata osservando al microscopio un campione della linfoghiandola.
Il trattamento della malattia da graffio di gatto può prevedere:
- L'impiego di farmaci per il controllo della febbre e dei sintomi generali di malessere e mal di testa. In genere si ricorre al paracetamolo o all'ibuprofene (evitando l'aspirina il cui impiego è stato collegato all'insorgenza della temibile sindrome di Reye);
- Un atteggiamento di attesa dato che nella maggior parte dei casi la malattia guarisce spontaneamente nel giro di poche settimane e l'ingrossamento della linfoghiandola scompare al massimo entro 4 mesi;
- Il ricorso ad antibiotici come macrolidi e aminoglicosidici nei casi più gravi;
- L'asportazione chirurgica di un linfonodo andato incontro a colliquazione (che diventa molle).
Se il bambino viene morso o graffiato da un gatto, è bene lavare subito e accuratamente l'area con acqua e sapone allo scopo di evitare l'infezione.
Il gatto di casa va protetto dalle pulci con collari antipulci, polveri o gocce secondo prescrizione del veterinario. Va insegnato al bambino di non giocare con i gatti randagi e di lavarsi bene le mani dopo aver giocato con qualsiasi gatto.
Gli va anche insegnato che è meglio smettere di giocare con un gatto che ha le "orecchie basse" (orecchie appiattite): ci dicono che il gatto vuole essere lasciato in pace e che potrebbe graffiare se continuassimo a stargli intorno.
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