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Malattia Granulomatosa Cronica (CGD)

Malattia rara. Questa immunodeficienza primitiva ha come trattamento soltanto il trapianto di cellule staminali emopoietiche 

La malattia granulomatosa cronica è una rara immunodeficienza primitiva caratterizzata dall'incapacità delle cellule fagocitiche (granulociti neutrofili, monociti e macrofagi) di uccidere i microorganismi che hanno catturato (fagocitati). Questa incapacità a uccidere i microrganismi comporta un aumentata suscettibilità alle infezioni da parte di un gruppo ristretto di germi, principalmente batteri come Staphilococcus aureus, salmonella, Pseudomonas, e miceti (aspergilli e candida). È presente fin dai primi anni di vita con un'estrema suscettibilità, fragilità, a questo tipo di infezioni, che possono colpire numerosi organi e tessuti (cute, polmoni, linfonodi, ossa e fegato). Caratteristiche dell'infezione sono la gravità, il tipo di germi che la causano e l'evoluzione granulomatosa delle lesioni infiammatorie. I granulomi sono reazioni immunitarie che si possono osservare al microscopio, tipiche delle infiammazioni – e in particolare delle infezioni – croniche, che durano nel tempo, caratterizzate da una estesa moltiplicazione di cellule che derivano dai monocito-macrofagi e che assumono la forma e l'aspetto di un nodulo.

Normalmente, i batteri vengono uccisi dai fagociti, che li catturano, da metaboliti tossici dell'ossigeno prodotti da un enzima della cellula, chiamato  NADPH-ossidasi. La malattia è causata da difetti dei geni che codificano per le diverse subunità di questo enzima. Ad oggi sono stati finora identificati cinque geni coinvolti. Nel 70% dei casi, la malattia è dovuta a una mutazione del gene CYBB che codifica per la subunità GP91 phox localizzato sul cromosoma X: donne portatrici sane hanno quindi una probabilità su due di avere figli maschi malati. Gli altri geni coinvolti sono localizzati invece su cromosomi non sessuali e la trasmissione è di tipo autosomico recessivo: la malattia può colpire sia uomini che donne e si hanno sintomi solo quando vengono ereditate due copie alterate del gene, una da ciascuno dei genitori. 

I pazienti possono presentare fin dai primi anni di vita infezioni batteriche e da funghi, principalmente a carico dei linfonodi (linfadeniti), polmoni (polmoniti), cute (ascessi cutanei, piodermite), ma anche di altri organi e tessuti: le ossa con osteomieliti, ascessi epatici e in misura minore, sepsi e ascessi cerebrali. Nella maggior parte dei casi sono responsabili i batteri tra i quali i più frequenti sono Staphilococcus aureus, salmonella, Pseudomonas, e più raramente Nocardia, Burkholderia, Cepacia e i miceti, soprattutto aspergilli e candida. Come detto in precedenza la tipica evoluzione granulomatosa delle lesioni può determinare distruzione dei tessuti coinvolti e portare frequentemente a ostruzione meccanica, prevalentemente a carico del tratto gastrointestinale e urinario.

Insieme alle infezioni i pazienti presentano un aumentata frequenza di complicanze infiammatorie, soprattutto, ma non esclusivamente, che riguardano l'apparato gastrointestinale sotto forma di malattia infiammatoria cronica intestinale. Altra grave complicanza infiammatoria è la sindrome da attivazione macrofagica, un disordine potenzialmente mortale dovuto a una risposta abnorme del sistema immunitario a un causa, o agente, scatenante, solitamente un infezione virale. 
In generale i pazienti affetti dalla forma X-linked hanno un decorso clinico più grave rispetto ai pazienti con forme autosomiche recessive.

La diagnosi si ottiene con specifici esami di laboratorio che valutano la funzionalità dell’enzima NADPH ossidasi dei fagociti: citofluorimetria a flusso con diidrorodamina 123 (DHR) e  NBT-Test. È possibile poi avere la conferma definitiva mediante l'analisi genetica dei diversi geni coinvolti, permettendo in tal modo di distinguere la forma X-linked dalle forme autosomoiche recessive.

La terapia consiste essenzialmente nella prevenzione delle infezioni con la somministrazione quotidiana e continuativa di antibiotici come il Cotrimoxazolo e di antifungini come l'Itraconazolo. Ovviamente sono necessari periodici controlli medici e un’adeguata informazione dei genitori, del paziente e del medico curante su comportamenti e igiene ambientali da tenere, al fine di prevenire le infezioni. L'unico trattamento che può risolvere è il trapianto di cellule staminali ematopoietiche (HSCT), da donatore HLA-compatibile sia familiare sia extrafamiliare con risultati attualmente eccellenti

Malattia Granulomatosa Cronica (CGD): Codice RD0050
Sinonimi: Disfagitosi cronica

 

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  • A cura di: Andrea Finocchi
    Dipartimento Pediatrico Universitario-Ospedaliero
  • in collaborazione con:

Ultimo Aggiornamento: 16  Febbraio 2022 


 
 

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