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Sindrome Metabolica

È una condizione di aumentato rischio di diabete e di complicanze cardiovascolari (infarto e ictus nell'adulto) legata alla presenza contemporanea di diversi fattori di rischio 

La sindrome metabolica nell’adulto è definita in modo chiaro come la presenza contemporanea di più alterazioni del metabolismo e dell’apparato cardiovascolare, tali da determinare un aumentato rischio di Diabete di tipo 2 e di eventi ischemici cardiovascolari (infarto).

Nel bambino non disponiamo di una definizione "adatta" alla giovane età, ma si tenta di diagnosticarla facendo uso degli stessi criteri adottati nell’adulto o adottando talvolta criteri "personalizzati". Ciò rende difficile una reale stima della prevalenza, oggi descritta intorno al 3% nella popolazione pediatrica generale e pari al 23% nei bambini con obesità.

L’obesità costituisce il principale fattore di rischio per lo sviluppo della sindrome metabolica nell’infanzia e nell’adolescenza, così come nell’età adulta. I fattori ambientali, rappresentati da abitudini alimentari non corrette, per qualità e/o quantità, e da uno stile di vita sedentario, in persone con fattori genetici favorevoli, possono dar luogo alla sindrome metabolica.

La sindrome metabolica va sospettata quando il bambino è in sovrappeso o obeso. La sorveglianza della salute del bambino, affidata al pediatra curante, consente di rilevare un eccesso di peso e di indagare su sedentarietà e alimentazione non corretta. Una accurata visita medica, pochi esami del sangue e un’ecografia epatica, possono evidenziare una sindrome metabolica, o singole alterazioni che possono essere l’inizio di una condizione che potrebbe divenire una vera sindrome metabolica negli anni successivi, talvolta anche in un tempo più breve.  

Pur in assenza di una definizione univoca di Sindrome Metabolica nei bambini, utilizzando i criteri diagnostici applicati nell’adulto (International Diabetes Federation, 2005), possiamo considerare i seguenti fattori di rischio anche nel bambino dai 10 anni di età:

  • obesità viscerale (circonferenza della vita >90°centile per età e sesso)
  • elevati livelli di trigliceridi (valori >95° centile per età e sesso)
  • bassi livelli di colesterolo HDL (valori <5° centile per età e sesso)
  • ipertensione arteriosa (intesa come valori pressori >90° centile per età, sesso e  statura)
  • alterata tolleranza agli zuccheri o diabete.

La presenza di obesità viscerale insieme ad almeno altri 2 fattori (trigliceridi elevati, bassi livelli di colesterolo, ipertensione arteriosa, alterata tolleranza glucidica) identifica il bambino con Sindrome Metabolica.

In una definizione più allargata di sindrome metabolica oggi comprendiamo anche la steatosi epatica (con la variante meno innocua, la Steato-Epatite Non Alcolica), le apnee ostruttive nel sonno, l’ovaio policistico nelle ragazze.

È importante sottolineare il fatto che un bambino può inizialmente presentare una sola alterazione, ma che potrà, in un tempo più o meno lungo, sviluppare altri sintomi della sindrome metabolica, qualora non si intervenga con una modifica pronta dello stile di vita.  

Il pediatra invierà il paziente con forte sospetto di Sindrome Metabolica al centro di riferimento per ulteriori esami, quali curva da carico orale con glucosio, monitoraggio della pressione delle 24 ore, test da sforzo cardiovascolare, e per impostare la terapia.

Il trattamento deve sempre prevedere l’adozione di un’ alimentazione adeguata ai reali fabbisogni del bambino, e che tenga conto delle alterazioni dei valori di laboratorio rilevati dagli esami ematici. Inoltre, è indispensabile una buona attività motoria aerobica quotidiana. Laddove lo specialista, endocrinologo, epatologo, cardiologo, broncopneumologo, lo ritenga indicato potrà essere prescritta una terapia specifica che agisca sul singolo fattore di rischio.

La prevenzione dell’obesità costituisce il cardine della prevenzione della Sindrome Metabolica. Aver cura che il proprio bambino segua un’alimentazione varia nella qualità degli alimenti e corretta nelle porzioni assunte (vedi anche: Alimentazione in età prescolare (link), Alimentazione in età scolare (link), Alimentazione durante l’adolescenza (link) svolga un’attività motoria di almeno un’ora al giorno (vedi anche: Attività fisica nell’età evolutiva ) e mantenga un giusto peso è al momento la strategia migliore per prevenire l’insorgenza della sindrome metabolica.

È dimostrato che essere affetti da Sindrome Metabolica da bambini aumenta il rischio di esserlo anche da adulti, con conseguente riduzione dell’aspettativa di vita. Il bambino malato solo raramente rischia di avere problemi del circolo sanguigno, come gli eventi ischemici frequenti nell’adulto, ma il Diabete di tipo 2 nella preadolescenza e nell’adolescenza è una complicanza tutt’altro che rara. Studi di valutazione dei sintomi nel tempo, condotti su bambini obesi divenuti giovani adulti, hanno evidenziato un profilo di rischio metabolico negli adulti non più obesi, sovrapponibile a quello dei loro coetanei che erano sempre stati normopeso. Questi dati sollecitano gli operatori sanitari che si occupano del bambino e dell’adolescente a raccomandare con convinzione e forza ai pazienti e alle loro famiglie uno stile di vita che garantisca la condizione di normopeso.

 

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  • A cura di: Arianna Alterio
    Unità Operativa di Epatogastroenterologia e nutrizione
  • in collaborazione con:

Ultimo Aggiornamento: 17  Marzo 2022 


 
 

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