Acetone

È uno dei disturbi più frequenti in età pediatrica. Come riconoscerlo e tenerlo sotto controllo 

L'acetone è una risposta metabolica che interviene quando l'organismo, per far fronte alle proprie necessità energetiche, dopo aver bruciato tutti gli zuccheri a disposizione, comincia a bruciare anche i grassi. Si tratta di una condizione passeggera, quasi sempre responsabile di un disturbo lieve che si risolve in breve tempo, senza procurare particolari fastidi al piccolo.

L'acetone può svilupparsi durante un episodio febbrile, in un momento di particolare stress, o anche dopo un digiuno prolungato. Queste condizioni comportano un dispendio notevole di energia, e inducono l'organismo ad aumentare la richiesta di glucosio, fonte energetica di organi nobili come il cervello e il cuore.
Quando il metabolismo, per produrre energia, esaurisce le riserve fornite dagli zuccheri, ecco che intervengono i lipidi (i grassi): durante questo processo si formano delle sostanze chiamate corpi chetonici, che emanano il loro inconfondibile odore di acetone, simile a quello della frutta matura, nelle vie aeree e nelle urine.

Più nello specifico, il glucosio (lo zucchero) che assumiamo con l'alimentazione, quando eccede la quantità necessaria al metabolismo basale, viene accumulato per essere utilizzato come riserva energetica, ma viene anche trasformato in grasso di deposito.
Il processo inverso si verifica quando aumenta la richiesta energetica e determina la produzione da parte del fegato di tre acidi, detti corpi chetonici: l'acetone, l'acido acetoacetico e l'acido beta-idrossibutirrico.
In condizioni di stress, in cui il fabbisogno energetico aumenta per far fronte all'incremento del metabolismo basale, l'organismo ricava energia soprattutto attraverso il catabolismo dei grassi.
Ciò si verifica più frequentemente nelle seguenti condizioni:

  • Digiuno prolungato;
  • Febbre;
  • Dieta ricca di grassi;
  • Sforzi intensi e prolungati.

In alcune condizioni particolari la produzione dei corpi chetonici può aumentare fino al raggiungimento di livelli tossici, responsabili di cheto-acidosi:

  • Avvelenamento da alcol etilico o salicilati;
  • Diabete;
  • Malattie congenite del metabolismo.

Il quadro clinico è spesso rappresentato dalla comparsa dei caratteristici sintomi della chetoacidosi, che comprendono:

  • Alito fruttato (spesso il primo e unico sintomo);
  • Vomito, talvolta irrefrenabile, che può portare ad uno stato di disidratazione e provocare un senso di malessere generale con la comparsa di mal di testa, dolori addominali, lingua asciutta e patinosa, respiro profondo e frequente, disidratazione;
  • Alterazione della coscienza (raramente).

Per accertarsi che il proprio bambino abbia l'acetone, sarà sufficiente raccogliere qualche goccia di urina sulle strisce reattive che si acquistano in farmacia, che si colorano diversamente in caso di acetone.
Per ridurre la formazione di acetone e facilitarne l'eliminazione, si consiglia una dieta ricca di zuccheri e di acqua e priva di grassi. Ottimi per neutralizzare l'acetone, sono i succhi di frutta, mentre bere acqua, ripetutamente, serve a reidratare il piccolo.
Se la chetoacidosi non dovesse essere risolta attraverso la somministrazione di liquidi per bocca, sarà necessario ricorrere all'infusione di soluzioni glucoelettrolitiche per via parenterale.

È opportuno ricordare che l'acetone un problema che si risolve spontaneamente con l'età, ed è importante seguire, anche al di fuori del periodo di crisi, una dieta equilibrata, senza eccesso di grassi.
Meglio prediligere i carboidrati complessi, come la pasta, la cui digestione libera glucosio nell'intestino, e ridurre fortemente i grassi, soprattutto latte intero, burro, formaggi, fritti, carni grasse, cioccolato e insaccati.


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  • A cura di: Carlo Dionisi Vici
    Unità Operativa di Patologia Metabolica
  • in collaborazione con:

Ultimo Aggiornamento: 22 gennaio 2021


 
 

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