
L’artroscopia è una tecnica chirurgica mini-invasiva utilizzata per diagnosticare e curare molte patologie dell’apparato locomotore. Questa disciplina tratta numerose patologie che interessano le principali articolazioni del corpo umano (ginocchio, spalla, anca, polso, gomito, caviglia).
Inizialmente l’artroscopia rappresentava, semplicemente, un ausilio diagnostico. Dalla prima artroscopia eseguita in Giappone dal Professor Kenji Takagi (1888-1963), dell'Università di Tokio, questa tecnica chirurgica si è sviluppata ed evoluta con grande rapidità, ha permesso anche di individuare e trattare quadri clinici che non erano conosciuti prima del suo avvento.
L’artroscopia consiste nell'introdurre, all’interno delle più grandi articolazioni dell’apparato locomotore, uno strumento, chiamato artroscopio, utilizzando piccole incisioni chirurgiche.
L’artroscopio è costituito da un’ottica a cui sono collegate una fonte di luce, che serve ad illuminare la parte interna delle articolazioni, e una telecamera, collegata a un monitor, che viene visionato dal chirurgo (Figura 1).
Attraverso un sistema di irrigazione, le articolazioni vengono distese con soluzione fisiologica, al fine di aumentare lo spazio operativo del chirurgo. Esistono diversi tipi di artroscopio, che variano per dimensioni e angolazioni, a seconda dell’articolazione e della patologia trattata e a seconda delle dimensioni del paziente.
Il chirurgo ortopedico, analizzando sul monitor le strutture dell'articolazione trattata, può confermare o meno la diagnosi preoperatoria, elaborata attraverso l'esame clinico e gli accertamenti strumentali eseguiti prima dell'intervento chirurgico.
Il chirurgo ortopedico procede al trattamento della patologia utilizzando strumenti molto piccoli introdotti in articolazione con incisioni aggiuntive di pochi millimetri. Alcuni strumenti utilizzati sono meccanici (palpatori, pinze, forbici), altri sono motorizzati, altri utilizzano le radiofrequenze.
Durante l’artroscopia, dopo la fase diagnostica, si procede alla fase operativa, che, spesso, prevede l’impianto di piccole viti o ancorette, (in materiale metallico, plastico o riassorbibile), utilizzate per riparare tendini, legamenti e altre strutture articolari.
Le tecniche artroscopiche permettono di trattare la maggior parte delle malattie intra-articolari, con alcuni vantaggi rispetto alle tecniche chirurgiche tradizionali, dette anche "a cielo aperto", in quanto richiedono incisioni più ampie.
Le tecniche artroscopiche, infatti, consentono il trattamento delle principali malattie articolari con un più rapido recupero funzionale, una riduzione del dolore post-operatorio e del trauma chirurgico, una migliore cosmesi. Va, inoltre, sottolineata l’importanza dell’artroscopia nel permettere di fare una diagnosi più accurata delle patologie trattate.
Nonostante le tecniche artroscopiche rappresentino una chirurgia mini-invasiva, può essere consigliata una profilassi antibiotica, in presenza di un trattamento chirurgico più lungo e più complesso.

Spesso si ritiene che le procedure chirurgiche mini-invasive siano più sicure rispetto a quelle a cielo aperto. In realtà non è così. Le procedure chirurgiche artroscopiche, sebbene mini-invasive, sono complesse, e richiedono una profonda conoscenza delle tecniche e degli strumentari da utilizzare.
Il chirurgo ortopedico, pertanto, deve informare in modo chiaro e completo i pazienti sugli obiettivi del trattamento chirurgico artroscopico e sulle possibili complicanze. Alcune complicanze, infatti, possono essere anche gravi, quali infezioni, lesioni vascolari e neurologiche, e possono richiedere ulteriori trattamenti.
Pertanto, è necessario che chi esegue trattamenti chirurgici in artroscopia abbia maturato una specifica esperienza in questo campo.
I controlli post-operatori sono necessari dopo un intervento in artroscopia. Dopo l'intervento in artroscopia si esegue un controllo clinico dopo circa sette giorni, per valutare l’eventuale presenza di complicanze precoci. I controlli successivi sono programmati in relazione alla patologia che è stata trattata.
In caso di intervento chirurgico in artroscopia eseguito per una lesione del menisco viene eseguito un controllo clinico a 15 giorni dal trattamento chirurgico e uno finale a 30 giorni dal trattamento chirurgico.
In caso di ricostruzione del legamento crociato anteriore si eseguono controlli clinici fino al sesto-nono mese dal trattamento chirurgico, in quanto bisogna assicurarsi che il paziente abbia raggiunto un recupero articolare, muscolare e funzionale tale da potergli permettere di riprendere l'attività sportiva.
Anche in caso di riparazione dei legamenti dopo intervento chirurgico per lussazione di spalla, il paziente deve eseguire controlli clinici fino a quando non avrà raggiunto un livello funzionale idoneo alla ripresa dell'attività sportiva.
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