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Asma da sforzo

Attacco asmatico provocato dallo sforzo fisico. I farmaci di cui disponiamo permettono di superare questo problema e di vincere medaglie olimpiche 

L'asma da sforzo è caratterizzata dalla comparsa di tosse, sibilo o affanno in corso di attività sportiva o anche durante il gioco. Vediamo insieme come riconoscerla, quali test permettono di diagnosticarla e come curarla.

Lo sport è ormai una pratica consueta per bambini e adolescenti. È un'attività consigliata perché salutare, contribuisce a uno stile di vita corretto ed è utile nella prevenzione delle malattie cardiocircolatorie.

I bambini richiedono sempre più spesso di fare sport perché si divertono, socializzano e imitano le imprese degli atleti. È giusto pertanto incoraggiarli a praticare un'attività sportiva.

È abbastanza frequente che un genitore riferisca che il bambino ha tosse durante lo sforzo fisico, quando gioca oppure in corso di attività sportiva.

In genere la tosse insorge durante la corsa, dopo 5-10 minuti dall'inizio dell'allenamento. Si tratta di una tosse secca, insistente, una "tossetta" che passa dopo circa 15 minuti e non si ripresenta per tutta la gara.

Talvolta le manifestazioni sono più vistose:

  • La tosse è violenta;
  • Il bambino si deve fermare, ha affanno;
  • Si sente, anche a distanza, qualche sibilo respiratorio.

È opportuno eseguire un test che permetta una corretta diagnosi: si tratta della broncostimolazione con l'esercizio fisico.

La broncostimolazione è un test di semplice esecuzione, non dà disturbo al bambino ed è molto utile per la corretta diagnosi del disturbo.

Il test è costituito da diverse fasi:

  • Si esamina il ragazzo dopo 24 ore dalla sospensione dei farmaci che sta eventualmente assumendo;
  • Una visita serve per accertarsi che non vi sia broncospasmo in atto, quindi si esegue un test, la spirometria, per valutare la funzione respiratoria. La spirometria misura quanta aria può essere emessa dai polmoni e a quale velocità;
  • Si fa correre il giovane su un tappeto mobile, controllando la frequenza cardiaca e raggiungendo i 170-180 battiti al minuto per 6 minuti, successivamente si eseguono dopo 5, 10, 15 minuti, altri esami spirometrici;
  • Se si presenta tosse, il test è interrotto e si esegue subito una spirometria;
  • Se il parametro FEV 1 (misura di quanta aria è emessa nel primo secondo di un'espirazione forzata, vale a dire di un soffio prolungato) si riduce del 10% rispetto a quello registrato prima dello sforzo, il test è positivo: il bambino ha un'asma da sforzo.

Se il test è positivo, il bambino può comunque continuare a fare sport.

Il test va ripetuto dopo che il bambino ha inalato un farmaco spray che combatte l'asma da sforzo. Recentemente è entrato in commercio un farmaco che blocca i leucotrieni, una classe di sostanze infiammatorie che sappiamo provocare l'asma bronchiale.

Questo farmaco si prende per bocca, una sola volta al giorno e ha una dimostrata efficacia nella terapia dell'asma e nella prevenzione dell'asma da sforzo.

Quando si trova il farmaco giusto può essere permessa l'attività sportiva, anche quella agonistica, a qualsiasi livello.

Ai bambini con asma possono quindi essere permessi tutti gli sport una volta che sia stata somministrata la terapia adatta a prevenire il broncospasmo da esercizio fisico. Con un buon controllo farmacologico nessun traguardo è precluso.

Alle ultime Olimpiadi, gli atleti con asma (sotto controllo farmacologico), hanno vinto medaglie, spesso d'oro, in tutte le discipline.

È stato dimostrato come la corsa sia lo sport che provoca più frequentemente l'asma da sforzo e il nuoto quello che protegga di più da questo problema.

 

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  • A cura di: Attilio Turchetta*, Antonio Di Marco**
    *Unità Operativa di Medicina dello Sport
    **Unità Operativa di Broncopneumologia
  • in collaborazione con:

Ultimo Aggiornamento: 27  Luglio 2023 


 
 

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