L’astigmatismo è un vizio di rifrazione determinato nella maggior parte dei casi da una irregolarità di curvatura della cornea o, in alternativa, da un’alterazione delle strutture interne del bulbo oculare, principalmente del cristallino.
Può essere definito come una variazione del potere rifrattivo che non è costante sui meridiani principali, ovvero come il prodotto di una superficie curva che non è sferica.
L’astigmatismo produce immagini che appaiono sfocate o non ben definite, sia da lontano che da vicino. Spesso si associa ad altri difetti di rifrazione come la miopia o l’ipermetropia e può essere correlato con l’ereditarietà, in quanto legato a una caratteristica morfologica che viene ereditata.
La diagnosi spesso avviene nel corso di una visita di screening. I sintomi che l’astigmatismo può indurre in età scolare sono vari: difficoltà a vedere la lavagna, a leggere e a fare i compiti, cefalea, fastidio aspecifico oculare (affaticamento, pesantezza).
Un astigmatismo con determinate caratteristiche e modificazioni nel tempo può indicare la presenza di patologie come il cheratocono.
Sulla base delle convenzioni standardizzate potremmo classificare gli astigmatismi in base alla loro entità:
- Astigmatismo lieve quando è fino a 1,00 diottrie;
- Astigmatismo medio compreso tra 1,00 e 2,00 diottrie;
- Astigmatismo elevato quando supera le 2,00 diottrie. l’asse sul quale agisce.
L’astigmatismo si corregge con occhiali o lente a contatto.
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