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Tumori: come si curano

Le armi terapeutiche a nostra disposizione per il trattamento dei tumori sono la terapia farmacologica (chemioterapia, "terapia-target", immunoterapia), la radioterapia e la chirurgia 

Chemioterapia
È una terapia antitumorale che consiste nella somministrazione di uno o più farmaci che hanno la capacità di distruggere le cellule che si moltiplicano e quindi in particolare, ma non esclusivamente, le cellule tumorali.
Esistono decine di farmaci chemioterapici, differenti per attività e meccanismo di azione, che vengono combinati in molti schemi diversi. Ciascuno schema è specifico per determinati tumori e situazioni cliniche.
La somministrazione della chemioterapia avviene di solito per via endovenosa e può durare da pochi minuti a diverse ore. Alcuni farmaci possono essere somministrati per via orale, intramuscolare o sottocutanea.
Gli effetti tossici dei chemioterapici sono legati al fatto che colpiscono tutte le cellule che si riproducono, siano esse normali che tumorali.
I principali effetti collaterali sono a carico degli organi o apparati costituiti da popolazioni cellulari che si moltiplicano attivamente: midollo osseo (diminuzione del numero dei globuli rossi, dei globuli bianchi e delle piastrine), bulbi piliferi (caduta dei capelli) mucosa dell'apparato digerente (diarrea, infiammazione della mucosa orale).
Tutti gli effetti collaterali sopra menzionati sono reversibili e alcuni possono essere efficacemente contrastati da cure di supporto.
La chemioterapia può provocare anche effetti collaterali a distanza di tempo dal termine del trattamento che, a seconda del tipo di farmaco e della dose somministrata, possono interessare vari organi ed apparati come il rene, il cuore, il fegato, il sistema nervoso e l'apparato endocrino, il midollo osseo.

"Terapia Target"
È una terapia antitumorale "mirata" che agisce contrastando i meccanismi specifici della crescita tumorale mediante il riconoscimento di bersagli espressi soltanto dalle cellule tumorali. I farmaci di questo tipo risultano efficaci verso tipi specifici di tumori, non verso tutti, per questo motivo si parla anche di "terapia personalizzata".
Essendo terapie mirate alle cellule tumorali sono gravate da minori effetti collaterali rispetto alla chemioterapia classica alla quale comunque possono essere associati.
Gli effetti collaterali più comuni di questi farmaci interessano principalmente la cute (prurito, secchezza eruzioni cutanee), l'apparato gastrointestinale (nausea, diarrea) e più raramente il polmone (polmonite). Si possono inoltre manifestare alterazioni della funzionalità del fegato e dei reni.

Immunoterapia
Una delle caratteristiche delle cellule tumorali è la capacità di "nascondersi" dal sistema immunitario. L'immunoterapia è in grado di bloccare questo meccanismo di "mascheramento" delle cellule tumorali e quindi il sistema immunitario, non più ingannato, si attiva per combattere il tumore.
Gli effetti collaterali dell'immunoterapia, in virtù dell'attivazione del sistema immunitario, sono correlati a reazioni infiammatorie contro i tessuti sani dell'organismo, apparato gastrointestinale (nausea, diarrea), cute (prurito, eruzioni), fegato (epatite), polmoni (polmonite), o a sintomi simili a quelli influenzali (febbre, dolore articolare).
Al momento l'immunoterapia è stata approvata per la cura di alcuni tipi di tumore solido (polmone, cute, rene) ma molti altri farmaci immunologici sono in fase di sperimentazione e saranno a breve disponibili.

Tra le innovazioni terapeutiche più avanzate va sicuramente menzionata l’immunoterapia con Car-T ( Chimeric Antigenic Receptor T). La terapia con Car-T consiste nel prelievo dei linfociti T del malato che vengono modificati geneticamente in modo che sulla superficie esprimano un recettore capace di riconoscere le cellule tumorali. Una volta reinfusi nel malato i linfociti modificati attaccano il tumore sino ad eliminarlo.

Consiste nel somministrare radiazioni in grado di distruggere le cellule tumorali. Queste radiazioni sono tossiche anche per le cellule sane dell'organismo. Prima di eseguire il trattamento è necessario delimitare con precisione la regione corporea da irradiare.

Gli effetti collaterali più frequentemente riscontrati sono: affaticabilità, nausea e inappetenza. Il trattamento radiante, quando comprende una zona in cui è presente il midollo osseo, può causare una diminuzione delle cellule del sangue.
Localmente la cute della regione irradiata appare irritata e secca come quella scottata dal sole. Successivamente si potrà avere una colorazione più scura della pelle che nel tempo diminuirà gradatamente.

Durante il trattamento radiante delle zone della testa, del collo e del torace si possono verificare: mucosite (infiammazione) del cavo orale, dell'esofago e della trachea, con difficoltà e dolore alla deglutizione, secchezza della bocca, alterazione del gusto e tosse. Durante l'irradiazione dell'addome invece si può manifestare mucosite dell'intestino, con dolori addominali e diarrea. L'irradiazione del cranio provoca sempre la perdita dei capelli, parzialmente reversibile dopo la sospensione del trattamento.

L'irradiazione del cervello potrà comportare la comparsa di mal di testa e vomito. In questo caso potranno essere utili farmaci che riducono l'infiammazione delle aree del cervello irradiate. È noto inoltre che la radioterapia è un fattore di rischio per lo sviluppo di secondi tumori nell'area irradiata.

Esiste una tecnica di radioterapia utilizzata per casi selezionati, molto efficace ma con minori effetti collaterali, che utilizza delle particelle chiamate protoni. A differenza dei fotoni utilizzati nella radioterapia convenzionale, i protoni possono essere indirizzati per fare in modo che le radiazioni colpiscano le cellule tumorali con estrema precisione salvaguardando i tessuti sani circostanti.

Questa accuratezza può rivelarsi particolarmente vantaggiosa sia per coloro che hanno subito un precedente trattamento radiante, sia per quelli che hanno un'alta probabilità di sopravvivenza a lungo termine nei quali il rischio di tumori indotti dal trattamento con protoni e di altri effetti secondari a distanza è inferiore a quello indotto dalla radioterapia convenzionale.

Per la maggior parte dei tumori solidi il piano di trattamento prevede una fase chirurgica in cui si tenta di asportare il tumore in maniera completa o di rimuoverne la maggior quantità possibile. Questo secondo approccio viene utilizzato anche allo scopo di alleviare i sintomi nei casi di un tumore che comprima gli organi circostanti.

Si ricorre alla chirurgia anche per raccogliere campioni del tessuto colpito dal tumore allo scopo di precisare la diagnosi. In alcuni casi la chirurgia viene eseguita all'inizio del trattamento, in altri casi, per rendere l'intervento chirurgico più sicuro e radicale, si preferisce eseguire prima la chemioterapia.

Dopo la chirurgia è quasi sempre necessario proseguire la chemioterapia, in modo da distruggere le cellule non visibili rimaste a livello della sede del tumore primitivo o presenti nel sangue, evitando che diano luogo a una ricaduta tumorale.

 

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  • A cura di: Aurora Castellano, Maria Debora De Pasquale
    Unità Operativa di Onco-Ematologia
  • in collaborazione con:

Ultimo Aggiornamento: 09  Dicembre 2022 


 
 

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