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Adalimumab

Humira

Adalimumab è un farmaco biologico, cioè sintetizzato grazie alle moderne biotecnologie, che agisce legando specificatamente una molecola coinvolta nell'infiammazione, chiamata TNF-α (fattore di necrosi tumorale-alfa). Tale legame blocca o riduce il processo infiammatorio guidato dalla produzione eccessiva di TNF-alfa.
Adalimumab è attualmente approvato in Italia per il trattamento delle seguenti malattie:

  • Artrite idiopatica giovanile;
  • Artrite reumatoide;
  • Artrite associata a entesite;
  • Spondiloartrite assiale;
  • Artrite psoriasica;
  • Psoriasi;
  • Psoriasi a placche pediatrica;
  • Morbo di Crohn e la colite ulcerosa; 
  • Idrosadenite suppurativa;
  • Uveite;
  • Uveite pediatrica.

È importante prendere Adalimumab perché, neutralizzando la funzione biologica del TNF-α, è in grado di ridurre fino a spegnere completamente l'infiammazione alla base delle malattie infiammatorie croniche elencate sopra.

Adalimumab determina spesso una rapida riduzione dell'attività della malattia e della progressione del danno ai tessuti (per esempio articolazioni) ed è anche associato alla diminuzione degli indici di infiammazione (VES, PCR) agli esami ematici.

Il farmaco è disponibile come:

  • Siringa pre-riempita per iniezione sottocutanea da 20, 40 e 80 mg;
  • Penna pre-riempita per iniezioni sottocutanea da 40 e 80 mg;
  • Soluzione iniettabile per iniezione sottocutanea da 40 mg. 

Dopo adeguate istruzioni sulla tecnica di iniezione di Adalimumab, i pazienti e/o i genitori possono eeseguire l’iniezione, se il medico lo ritiene opportuno, e con controlli medici periodici, secondo necessità.

La dose raccomandata di Adalimumab dipende dalla patologia da trattare e dal peso corporeo, variando dai 20 agli 80 mg per dose.

Viene somministrato una volta ogni 2 settimane, salvo diversa prescrizione dello specialista curante che può aumentare la dose e la frequenza delle somministrazioni in base alle necessità del singolo paziente e alle condizioni da trattare.

Nel caso fosse necessario interrompere il trattamento per remissione e/o infezioni intercorrenti, è possibile poi riprendere la terapia con Adalimumab. 

Le reazioni avverse più comunemente riportate sono infezioni delle vie respiratorie (rinofaringiti, infezione delle alte vie respiratorie e sinusite), reazioni al sito di somministrazione (chiazze rosse, prurito, gonfiore), e mal di testa, tutti di solito di breve durata e lieve intensità.

Il trattamento con Adalimumab aumenta, anche se in maniera modesta, il rischio di infezioni anche gravi. Pertanto, i pazienti devono essere attentamente esaminati dal punto di vista infettivologico, in particolare per la tubercolosi, e il trattamento non va iniziato in pazienti con infezioni in atto e non prima di avere eseguito uno screening per escludere la tubercolosi. 

Nei pazienti con artrite e uveite, la terapia con Adalimumab è stata studiata in combinazione con il Methotrexate. Tale associazione risulta sicura e più efficace della sola terapia con Adalimumab (monoterapia); inoltre, riduce il rischio di formazione di autoanticorpi contro Adalimumab che potrebbero ridurre l'efficacia del farmaco.

Negli studi sulla malattia di Crohn negli adulti, con l'associazione di Adalimumab e azatioprina/6-mercaptopurina, è stato riscontrato un aumento degli eventi avversi (infezioni gravi e rischio, seppur modesto, di tumori maligni).

L'associazione di Adalimumab con altri farmaci biologici (ad esempio Anakinra e Abatacept) o altri farmaci bloccanti il TNF-alfa non è raccomandata perché potrebbe aumentare il rischio di infezioni gravi.

Gli studi clinici non hanno osservato alcuna tossicità fino a dosi 15 volte superiori la dose raccomandata.
Tuttavia, in caso di sovradosaggio da Adalimumab, si consiglia di contattare il medico.

I pazienti trattati con Adalimumab possono ricevere vaccinazioni simultanee, ad eccezione dei vaccini contenenti virus vivi attenuati. Pertanto, nei pazienti pediatrici, prima di iniziare la terapia con Adalimumab si raccomanda di attuare il programma vaccinale previsto.

La risposta clinica viene di solito ottenuta entro diverse settimane dall'inizio del trattamento, quindi solo in un paziente che non risponde dopo almeno 4-6 mesi, la prosecuzione e l'eventuale modifica della terapia deve essere considerata.

Il farmaco va conservato in frigorifero (2°C-8°C) e deve essere protetto dalla luce. Una siringa o penna pre-riempita di Adalimumab può essere conservata fino ad un massimo di 25°C per un periodo non superiore a 14 giorni. Non va congelato. 

 

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  • A cura di: Angela Aquilani
    Unità Operativa di Reumatologia
  • in collaborazione con:

Ultimo Aggiornamento: 05  Settembre 2022 


 
 

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