
La bulimia nervosa è un disturbo dell'alimentazione caratterizzato dall'ingestione occasionale e compulsiva di grandi quantità di cibo e da comportamenti volti a compensare le abbuffate. Il termine bulimia deriva da due parole greche: bus che significa bue e limos che significa fame.
Quindi bulimia significa "avere una fame da bue". "Nervosa" indica che i sintomi sono di origine psicologica.
La bulimia nervosa fa parte dei disturbi del comportamento alimentare che possono iniziare in adolescenza o nel giovane adulto.
In Italia, così come nel resto dell’occidente, la fascia di età per l’esordio della bulimia nervosa è sempre più precoce e compresa tra i 10 e i 30anni.
Secondo i dati divulgati dal Ministero della Salute nel 2022, l’incidenza della Bulimia Nervosa è stimata in almeno 9-12 nuovi casi per 100.000 persone in un anno per il genere femminile, e di circa 0.8 nuovi casi per 100.000 persone/anno per il genere maschile.
Le persone che ne soffrono, tendono a tenere nascosto il disturbo e a mantenere un peso in linea con quello atteso per età e sesso. Questo rende la bulimia un disturbo più difficile da identificare rispetto all'anoressia.
Tuttavia è una malattia altrettanto grave che può compromettere in modo importante sia il funzionamento fisico sia quello psichico.
Le cause del disturbo possono essere diverse: eventi ambientali e familiari possono rappresentare i fattori scatenanti, così come una vulnerabilità psicologica individuale.
Di conseguenza, il trattamento richiede la collaborazione di diverse figure professionali, che lavorando insieme possono accompagnare il paziente e la famiglia nel percorso di cura e di guarigione.
Questo non riguarda solo la risoluzione del comportamento alimentare disfunzionale, ma anche del disagio emotivo sottostante.
La bulimia nervosa si caratterizza per la presenza di ricorrenti episodi di ‘abbuffate di cibo’ con la frequenza di almeno una volta alla settimana per tre mesi, associati a comportamenti di compenso inappropriati quali il vomito autoindotto, l'uso inappropriato di lassativi, diuretici o clisteri, il digiuno, il ricorso a periodi di dieta estremamente restrittiva o l'esercizio fisico strenuo, allo scopo di prevenire l'aumento del peso.
Inoltre, la stima di sé appare eccessivamente influenzata dal peso e dalla forma del corpo, che vengono percepiti come inadeguati.
La diagnosi di bulimia nervosa può essere fatta se i sintomi sono presenti una volta a settimana per almeno tre mesi.
Vanno presi in considerazione:
- Episodi ricorrenti di abbuffate che si verificano, in media, almeno 1 volta la settimana per 3 mesi;
- Comportamenti ricorrenti di compensazione per contenere il peso corporeo in media, almeno 1 volta a settimana per 3 mesi;
- Scarsa stima di sé, indebitamente influenzata dalla forma del corpo e dal peso corporeo.
La cura della bulimia nervosa si concentra su diversi aspetti:
- Identificazione dei disagi psicologici profondi e sottostanti il disturbo;
- Il riconoscimento della fame fisiologica da quella "psicologica" (o nervosa);
- Una migliore gestione delle proprie emozioni.
La bulimia richiede interventi su più fronti che prendano in considerazione i vari fattori che sono alla base di questo disturbo.
Anzitutto la psicoterapia individuale e familiare con psicoterapeuti esperti dell'età adolescenziale e dei disturbi dell'alimentazione, seguita da una riabilitazione alimentare che consiste in diete che permettano di ripristinare le normali abitudini alimentari.
Talvolta, a giudizio del medico, può rendersi necessario il ricorso ad antidepressivi o altri farmaci con lo scopo di curare eventuali disturbi associati alla bulimia. I farmaci antidepressivi risultano efficaci quando è presente una flessione del tono dell'umore e depressione.
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