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La clindamicina è un antibiotico appartenente alla classe delle lincosamidi e viene impiegata nel trattamento di infezioni causate da batteri Gram positivi resistenti ad altri tipi di antibiotici, in caso di infezioni provocate da alcuni batteri anaerobi (setticemie, ascessi polmonari e addominali, peritoniti) e in alcune forme di malaria.
Si rivela utile anche per trattare le infezioni da Propionibacterium acnes e viene quindi spesso prescritta per il trattamento dell’acne.
La clindamicina è disponibile in diverse formulazioni a seconda della patologia da trattare e può essere somministrata:
- Per bocca;
- Per iniezione;
- Per via cutanea o vaginale.
La clindamicina passa nel latte, soprattutto quando assunta per via orale o per iniezione, in una quantità molto ridotta.
La clindamicina è generalmente ben tollerata durante l’allattamento. Il bambino allattato va comunque monitorizzato per i possibili effetti che ha il farmaco sulla flora gastrointestinale, con possibile presenza di diarrea e candidosi (mughetto, dermatite da pannolino).
Se una mamma che allatta deve assumere clindamicina per bocca o per via endovenosa, è quindi preferibile usare un farmaco alternativo.
È improbabile che l'applicazione sulla pelle o quella vaginale causi effetti collaterali. Se viene applicata sul seno la zona di pelle trattata va accuratamente pulita con acqua prima della poppata.
In alternativa alla Clindamicina si possono utilizzare Amoxicillina e ac. Clavulanico, Ceftriaxone, Cefotaxime.
Per saperne di più consulta la pagina: Farmaci e allattamento dalla A alla Z
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