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Consenso informato

Parte della comunicazione tra paziente, familiari e personale sanitario, ha l'obiettivo di ottenere l'autorizzazione a eseguire uno specifico trattamento medico o chirurgico 

Il consenso informato fa parte della comunicazione fra paziente e i suoi familiari, e il personale sanitario. Ha il fine di ottenere l'autorizzazione del paziente/famiglia a eseguire uno specifico trattamento medico o chirurgico.

L'informazione al paziente e la correlata acquisizione del consenso possono avvenire in forma orale o in forma scritta (moduli consenso e schede informative).

Sono molte le occasioni di cura in cui il consenso viene dato oralmente, ma quando si deve affrontare un trattamento medico o chirurgico complesso, è necessario il consenso in forma scritta.

Il processo di acquisizione del consenso, nei casi in cui si preveda una forma scritta, non si limita alla sottoscrizione di moduli di consenso, ma inizia nel momento in cui si prospetta oralmente il trattamento.

In qualche caso il consenso informato riguarda una sperimentazione clinica, vale a dire lo studio di un nuovo farmaco o di un nuovo trattamento chirurgico oppure lo studio per nuove modalità di impiego di un farmaco o di un trattamento chirurgico già in uso.

L'obiettivo della sperimentazione clinica è di accertare la sicurezza e l'efficacia del nuovo trattamento o della nuova modalità di impiego.
Il consenso informato è parte integrante della documentazione clinica dei pazienti.

Il consenso ai trattamenti sanitari viene fornito dal paziente e nel caso di pazienti minorenni viene espresso dai genitori o dal tutore.

Nel caso di soggetti maggiorenni privi della capacità di fornire il consenso è prevista la figura di un amministratore di sostegno con poteri di rappresentanza in ambito sanitario.

L'insieme dei diritti e dei doveri che i genitori hanno nei confronti dei figli si chiama responsabilità genitoriale e viene esercitata da entrambi i genitori, indipendentemente dal fatto che siano coniugati o meno, che convivano o meno.

Il padre e la madre hanno, per legge, la responsabilità̀ della salute dei figli e la separazione o il divorzio non ne modificano le responsabilità̀ rispetto alla tutela della salute dei figli.

Se un Tribunale sospende o limita tale responsabilità̀ genitoriale, i genitori perdono il diritto di gestire la salute dei figli, che viene affidata ad un Tutore nominato dal Giudice. 

I genitori o i tutori nominati dal Tribunale hanno la responsabilità̀ di fornire il consenso per i trattamenti medici. Ovviamente i medici hanno l'obbligo di informare dettagliatamente i genitori, con grande chiarezza, sulle cure che intendono proporre per il bambino, sulle possibili alternative e sulle ragioni che li hanno portati a proporre una determinata terapia piuttosto che un'altra.

Da parte loro, i genitori hanno il pieno diritto di accettare la proposta terapeutica dei sanitari oppure di rifiutarla. Nel caso di un consenso scritto il modulo deve essere sempre firmato dai genitori o dal tutore nominato dal Tribunale o dall'amministratore di sostegno in caso di pazienti maggiorenni che hanno bisogno di rappresentanza legale.

È preferibile - e in alcuni casi previsti dalla legge è obbligatorio - che i moduli di consenso scritto siano firmati da entrambi i genitori. L'assenza di uno dei due genitori non può giustificare un ritardo o un rifiuto delle cure da parte dell'Ospedale.

In caso di contrasto tra i genitori essi hanno il potere/dovere di raggiungere un accordo e nel caso questo non fosse possibile di rivolgersi alla magistratura competente.

Il personale sanitario, nel caso ritenga necessario procedere al trattamento per il quale i genitori non riescono a raggiungere un accordo, potrà rivolgersi alla magistratura competente.  

I ragazzi che non hanno compiuto 18 anni non possono fornire il consenso né rifiutare trattamenti medici, e la decisione spetta ai genitori/Tutore, ma è importante che, siano coinvolti il più̀ possibile nelle decisioni da prendere.

Il coinvolgimento dei pazienti minorenni ha sempre un ruolo fondamentale nel percorso assistenziale e nel processo decisionale che riguarda la salute di un bambino o di un ragazzo, la loro volontà̀, deve essere ascoltata e presa in considerazione.

Per il personale sanitario è sempre importante conoscere la volontà̀ e i desideri dei bambini e dei ragazzi. Più il paziente è coinvolto e informato in modo adeguato all'età, più sarà positivo e collaborativo il suo atteggiamento nel processo di diagnosi e cura.

Il grado di coinvolgimento del minore dipende dall'età̀, dal grado di maturità̀ e capacità di comprendere, dal tipo di malattia e di trattamento medico o chirurgico. 

Il medico, e l'intero team di professionisti sanitari, hanno la responsabilità di:

  • Fornire tutte le informazioni che riguardano il trattamento;
  • Spiegare il trattamento con un linguaggio semplice e comprensibile;
  • Dedicare tutto il tempo necessario alla spiegazione perché questo tempo è da considerarsi tempo di cura;
  • Sottoscrivere il modulo di consenso: sarà il medico che ha informato il paziente o i rappresentanti legali ad avere la responsabilità della firma. 

Solo con un quadro completo della proposta terapeutica, spiegato dal personale sanitario, il paziente o la sua famiglia potrà decidere se:

  • Rifiutare/rinunciare al trattamento;
  • Accettare il trattamento – dare il consenso. 

Se a rifiutare o a rinunciare alle cure è un paziente maggiorenne il medico è tenuto a rispettare la scelta.

Se il paziente è minorenne o incapace di intendere e di volere, il rifiuto è espresso dai genitori o dai rappresentanti legali. In questo caso il medico cercherà di comprendere le ragioni del rifiuto e di stimolare una loro riflessione con ulteriori colloqui.

Se il rifiuto di un trattamento mette a rischio la vita del bambino, il medico coinvolgerà il Tribunale dei Minorenni e/o il Giudice Tutelare.

Nel caso invece di una sperimentazione clinica, il medico si limiterà a prendere atto del rifiuto che non avrà la benché minima conseguenza sul proseguimento delle cure.

Sì. In qualunque momento del processo di cura.
Esistono trattamenti per cui non è previsto il consenso informato.

SOLO in caso di emergenza si può intervenire senza il consenso, perché le cure sono giustificate dalla necessità di salvare la vita o di impedire un grave danno alla salute del paziente.  

 

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  • A cura di: Nicoletta Russo*, Caterina Offidani**
    *Unità Operativa Semplice Sicurezza e Igiene Alimentare
    
**Unità Operativa Complessa Area funzionale di Medicina Legale e Appropriatezza
  • in collaborazione con:

Ultimo Aggiornamento: 04  Aprile 2023 


 
 

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