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Cordone ombelicale: la corretta gestione (cosa fare e cosa non fare)

Prendersi cura in maniera adeguata del cordone ombelicale nel post-nascita è di grande importanza. Ecco alcuni consigli utili da seguire 

Il cordone ombelicale è costituito da tre vasi ombelicali (una vena e due arterie), che hanno la funzione di permettere lo scambio di sangue tra la madre e il feto durante la gravidanza.

Il cordone ombelicale collega infatti il circolo sanguigno del bambino, alla placenta, ossia l'organo che permette il passaggio dal sangue materno a quello fetale dell'ossigeno e delle sostanze necessarie alla crescita e allo sviluppo del feto.

Alla nascita, con la respirazione e l'allattamento che forniscono al bambino tutto ciò che gli serve per crescere, il cordone ombelicale non è più necessario.

Dopo qualche minuto viene bloccato con una pinza sterile di plastica per evitare la fuoriuscita di sangue e subito dopo viene tagliato. Il cordone ombelicale non contiene nervi, di conseguenza la recisione non è dolorosa né per il bambino né per la madre.

In seguito alla recisione del cordone, al bambino rimane un moncone (moncone ombelicale) lungo 3-5 centimetri che non va assolutamente tirato e tolto. Una volta che il moncone è asciutto può essere tolta la pinza di plastica che lo chiude.

Pian piano il moncone va incontro a essiccazione (durante questo processo, chiamato anche mummificazione, il moncone può assumere varie colorazioni che vanno dal verde giallastro, al marrone, al grigio/nero).

Generalmente il moncone ombelicale si mummifica e cade spontaneamente nel giro di 7-14 giorni lasciando la "cicatrice ombelicale", ossia l'ombelico.

L'eventuale presenza di sangue incrostato vicino al moncone o la lieve fuoriuscita di sangue al momento della caduta è da considerarsi normale e non deve preoccupare.

Fino a quel momento è fondamentale prendersi cura del moncone ombelicale rispettando alcune semplici norme igieniche, al fine di evitare un'infezione:

  • Lavarsi le mani con acqua e sapone prima di manipolare il moncone e soprattutto dopo aver pulito il bambino se presenti le feci;
  • Lavare il bambino sotto l'acqua corrente, o facendo uso di spugnature. Va invece evitata l'immersione nel bagnetto per prevenire l'eventuale contaminazione del moncone ombelicale;
  • Assicurare l'igiene quotidiana che consiste nel tenere pulito e asciutto il moncone ombelicale (e l'area circostante) controllando a ogni cambio del pannolino che non sia sporco di feci;
  • Medicare il moncone avvolgendolo con una garza sterile asciutta, senza applicare nessuna sostanza;
  • Evitare di comprimere il moncone: piegare verso il basso la parte anteriore del pannolino (o chiuderlo in modo che non stringa) e vestire il bambino con indumenti morbidi e non aderenti;
  • Lasciare il più possibile (e se la temperatura lo permette) il moncone ombelicale scoperto così da favorirne la mummificazione, per es. lasciandolo al di fuori del pannolino o anche della magliettina.

La ricerca ha dimostrato che nelle situazioni in cui l'igiene è normalmente garantita, è sufficiente la pulizia dell'area intorno al moncone con la semplice acqua e non è necessario utilizzare disinfettanti, come ad es. l'alcool che veniva suggerito in passato. Anzi questo ne ritarda la mummificazione, può irritare la cute e non riduce il rischio di infezione.

Se non adeguatamente trattato il moncone ombelicale può andare incontro a macerazione, diventando la porta d'ingresso per infezioni locali (onfaliti) che possono essere anche molto gravi.
L'onfalite si manifesta localmente con la presenza di:

  • Rossore ed eruzioni cutanee;
  • Gonfiore nella zona dell'ombelico;
  • Dolore quando si tocca la zona dell'ombelico.

A volte possono essere presenti anche febbre, sonnolenza e secrezioni purulente e maleodoranti. Nel sospetto di onfalite è bene quindi rivolgersi al pediatra per una valutazione tempestiva e per la prescrizione della terapia adatta.
È opportuno rivolgersi al proprio pediatra anche in presenza di:

  • Sanguinamento continuo e abbondante del moncone ombelicale, poiché potrebbe essere sintomo della presenza di una malattia emorragica;
  • Mancata caduta del moncone ombelicale oltre le 3-4 settimane successive alla nascita poiché potrebbe essere dovuta a un'infezione locale o più raramente a un disturbo congenito del sistema immunitario.

Dopo la caduta del moncone ombelicale l'ombelico del bambino sarà incavato o sporgente?
È una domanda di tipo "estetico" che alcuni genitori possono essersi posti, tuttavia non si può prevedere la risposta corretta.

Un tempo si credeva che posizionare e mantenere una moneta sull'ombelico del neonato (stretta con un tessuto sull'addome) per un certo periodo di tempo potesse aiutare a curare o prevenire una eventuale sporgenza (ernia) ombelicale.

Al giorno d'oggi invece, non solo è ormai nota la falsità di questa teoria, ma tale pratica è assolutamente sconsigliata poiché il contatto del metallo con la pelle del neonato potrebbe provocare infezioni o allergie dovute al nichel.


 

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  • A cura di: Patrizia Losani*, Ilaria Campagna**, Luisa Russo***, Immacolata Dall'Oglio****, Emanuela Tiozzo****
    *Unità Operativa di Chirurgia Neonatale
    **Unità Operativa di Epatogastroenterologia e Nutrizione
    ***Unità Operativa di Malattie Metaboliche
    ****SFRI
  • in collaborazione con:

Ultimo Aggiornamento: 04  Gennaio 2023 


 
 

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