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Cosa si fa in rianimazione

Conoscere come funziona può essere utile per affrontare in modo preparato l'eventuale necessità, per il piccolo, di dovervi temporaneamente ricorrere 

La rianimazione o terapia intensiva è il luogo dove vengono ricoverati tutti i pazienti con compromissione della funzione degli organi primari: cervello, polmoni, cuore.  

Il ruolo cardine della rianimazione è principalmente il sostentamento delle funzioni dell'organo danneggiato e il ripristino dell'autonomia del paziente. Il ricovero presso un Centro di rianimazione prevede l'uso di "macchine", associate a terapie farmacologiche, che sostituiscono temporaneamente l'organo compromesso.   
Il paziente viene sottoposto a un monitoraggio multiparametrico che consente di valutare le sue condizioni di base e di procedere immediatamente al sostegno delle funzioni compromesse, sulla guida delle informazioni fornite dal monitoraggio.

ll monitoraggio misura in continuo e in tempo reale:

  • La frequenza cardiaca (attività elettrica del cuore). Il ritmo cardiaco viene registrato attraverso 3 o 5 elettrodi (piccoli cerotti) posti sul torace in punti ben stabiliti;
  • La frequenza del respiro (attività respiratoria). Viene calcolata in relazione al numero di escursioni toraciche per minuto, misurate attraverso una piccola placca posta sul torace del paziente;
  • La saturazione d'ossigeno (quantità di ossigeno trasportata nel sangue). Viene misurata con una piccola pinza o un piccolo cerotto con sensore luminoso (rosso), posizionato su un dito;
  • Temperatura (febbre, perfusione degli organi). Viene sempre misurata con un doppio termometro di cui uno "a placca", attaccato sulla pelle (temperatura periferica), e l'altro "a filo", posizionato nel retto (temperatura interna o centrale).
  • La riduzione o l'aumento della frequenza cardiaca pongono indicazione all'uso di un farmaco idoneo a risolvere il problema e a normalizzare l'attività del cuore;
  • La riduzione della quantità di ossigeno nell'organismo ne rende necessaria la tempestiva somministrazione attraverso maschere facciali che, qualora il paziente respiri autonomamente, consentano di inspirare aria più ricca di ossigeno;
  • Il monitoraggio continuo della funzione respiratoria e dello stato di ossigenazione dell'organismo consente di stabilire se è sufficiente la semplice ossigeno-terapia.

In caso di riduzione o arresto della funzione ventilatoria è indicato l'uso di attrezzature, di tipo diverso, in grado di sostituire momentaneamente l'attività respiratoria del paziente:

  • Pallone di Ambu: è uno strumento composto da un pallone autoespandibile e da una valvola unidirezionale, con cui viene assistito il respiro tramite una maschera posizionata sul viso del paziente. La compressione esercitata sul pallone libera un flusso d'aria (o una miscela di ossigeno e aria) che raggiunge i polmoni; 
  • Unità respiratoria: è costituita da una maschera e da un pallone non auto-espansibile collegato ad una fonte di ossigeno. Il pallone si gonfia in funzione del flusso di ossigeno erogato. Il suo impiego è indicato in ambienti in cui sia disponibile la sorgente di ossigeno, mentre il pallone di Ambu può essere utilizzato anche in ambienti esterni (strada, casa) in cui non è disponibile ossigeno a pressione.

Qualora i due sistemi descritti non ottengano l'effetto terapeutico desiderato, ovvero non avvenga la ripresa di una attività respiratoria spontanea efficace, si rende necessario "ventilare" il paziente con una apparecchiatura meccanica che sostituisce la funzione ventilatoria anche per più giorni. 
Il ventilatore meccanico sostituisce o supplementa l'attività respiratoria del paziente cercando di riprodurne la funzione fisiologica. È possibile utilizzare diverse modalità di sostituzione della funzione ventilatoria a seconda di quanto il paziente riesce a respirare:  

  • Qualora sia completamente assente il respiro spontaneo, si adotta una modalità di ventilazione che sostituisce totalmente l'attività del paziente (ventilazione controllata);
  • Se è presente un'attività spontanea ma insorge rapidamente una "fatica" a respirare, si adotta una modalità in cui la macchina aiuta il paziente in modo da non far insorgere la stanchezza dei muscoli respiratori (ventilazione assistita).  

Per applicare il ventilatore meccanico, indipendentemente dalla modalità utilizzata, è necessario prima procedere all'intubazione e alla sedazione dello stesso.

Intubazione tracheale: indica l'introduzione di un tubo di plastica, opportunamente dimensionato e confezionato nella trachea, per permettere il collegamento ventilatore meccanico-paziente, in modo che la miscela gassosa erogata dalla macchina possa raggiungere i polmoni e partecipare agli scambi gassosi.

La sedazione è di fondamentale importanza per tutti i pazienti che vengono ricoverati in rianimazione e che necessitano di terapie invasive. Generalmente si utilizza un'associazione di farmaci che abbiano effetto ipnotico–sedativo (induttori del sonno) e analgesico (farmaci che tolgono la componente del dolore).   
La rianimazione, mentre assicura un sostegno tempestivo delle funzioni vitali, garantisce l'abolizione del dolore e la riduzione dello stato di coscienza, in modo da ridurre al minimo il ricordo del vissuto di un periodo particolarmente critico.

A tutti i pazienti sottoposti a trattamento intensivo viene fornita un'adeguata alimentazione che può essere eseguita attraverso una vena (nutrizione parenterale) o attraverso un sondino naso gastrico (nutrizione entrale).


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  • A cura di: Francesca Stoppa
    Unità Operativa di Anestesia e Rianimazione
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Ultimo Aggiornamento: 18 gennaio 2021


 
 

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