
Le due sotto-varianti Omicron BA.4 e BA.5 - individuate in Sudafrica nei primi mesi del 2022 - sono arrivate a dominare le infezioni in tutto il mondo. Sono propaggini della variante Omicron BA.2, con mutazioni aggiuntive che sembrano aver dato loro un grosso vantaggio di trasmissione.
Nel mondo la BA.5 rappresenta oggi più della metà dei casi, mentre la BA.4 rappresenta poco più di un caso su 10. In Italia a agosto la variante Omicron aveva una prevalenza stimata al 100%, con la sotto-variante BA. 5 predominante.
Nel mese di maggio ha iniziato a diffondersi dall’India una nuova variante di Omicron BA.2, la BA.2.75 chiamata anche "Centaurus", che ha suscitato preoccupazioni per la sua capacità di evitare le difese immunitarie. Tuttavia, nonostante questo allarme, non sembra aver preso piede in nessuno dei Paesi in cui è stata individuata.
Tuttavia data la nota variabilità del virus SARS CoV-2, poco dopo l’estate almeno cinque paesi europei hanno rilevato la circolazione di un’altra nuova variante SARS-CoV-2, sotto-lignaggio BQ.1, che ha una capacità di diffusione circa doppia rispetto alle varianti BA.4 e BA.5 e che diventerà dominante entro la fine dell’anno.
Ciò probabilmente contribuirà ad aumentare il numero di casi di COVID-19 nelle prossime settimane o mesi, secondo un aggiornamento epidemiologico pubblicato dal Centro Europeo per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie (ECDC): il Centro segnala infatti che entro l'inizio del 2023 si prevede che oltre l'80% dei casi di SARS-CoV-2 sia dovuto a BQ.1/BQ.1.1.
Questo in funzione di studi preliminari di laboratorio in Asia che indicano come BQ.1 avrebbe una maggiore capacità di evitare la protezione del sistema immunitario.
Anche se, sulla base dei limitati dati disponibili, non vi sono prove che BQ.1 sia associato a una maggiore gravità clinica dell'infezione rispetto alle varianti circolanti di Omicron BA.4/BA.5, è possibile un nuovo incremento dei casi e quindi un aumento di ricoveri e necessità di assistenza intensiva.
Per l’ECDC resta quindi una priorità internazionale proseguire la campagna di vaccinazione sia con le dosi primarie, per chi non si è ancora vaccinato, che con le dosi di richiamo, e prevede che saranno necessarie dosi di richiamo aggiuntive per i gruppi più a rischio per condizioni di fragilità, come gli adulti di età superiore ai 60 anni, gli individui immunocompromessi, quelli con condizioni mediche di base e le donne in gravidanza.
L’ECDC raccomanda dunque a tutti i Governi di proseguire con la campagna di vaccinazione primaria e con tutti i richiami attualmente previsti.
Una questione rilevante è relativa al funzionamento dei vaccini contro queste nuove varianti. La Food and Drug Administration statunitense (FDA) ha infatti avvertito che l'efficacia degli attuali vaccini contro la SARS-CoV-2, basati sul virus originale trovato a Wuhan, ha iniziato a diminuire contro le nuove varianti di Omicron.
Recentemente sia il Comitato consultivo del FDA che l’European Medical Agency EMA hanno promosso l’utilizzo delle versioni aggiornate del vaccino anti COVID – il bivalente che include la protezione verso Omicron – come richiamo da effettuare fin dall'autunno del 2022 in tutte le persone fragili, compresi i ragazzi maggiori di 12 anni.
In conclusione: il virus SARS-CoV-2 continua a replicarsi in sempre nuove varianti, ogni volta più contagiose, che mantengono alto il numero dei morti dovuto al COVID (in Italia circa 2000 morti al mese) rispetto alle quali occorrerà studiare e somministrare vaccini sempre nuovi.
La convivenza con questo virus sarà molto lunga, e bisognerà accettare l’idea di vaccinarsi tutti e periodicamente per molti anni, oltre ad adottare in modo definitivo alcune regole igieniche preventive che ben conosciamo: lavaggio frequente delle mani, aereazione degli ambienti, mascherina in luoghi affollati.
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