La cromoblastomicosi, descritta per la prima volta in Brasile nel 1914, è un'infezione cronica della pelle e dei tessuti sottostanti (sottocute) causata da funghi, diffusa principalmente in aree tropicali e sub-tropicali del pianeta, soprattutto nella regione amazzonica del Brasile, in Venezuela e nel Madagascar.
Non si trasmette da persona a persona, ma il fungo penetra nell'organismo attraverso ferite causando lesioni crostose, verrucose o ulcerate. Se l'infezione non viene trattata, le lesioni continuano a crescere e alla fine assomigliano a un tumore o a un cavolfiore.
A provocare la cromoblastomicosi sono specie diverse di funghi, ma i tre più comuni sono Fonsacaea pedrosoi, Cladophialophora carrionii e Phialophora verrucosa.
Sono colpiti soprattutto i maschi. Questi funghi sono presenti nel terreno e su alcune piante (in particolare palme e cactus) e penetrano nell'organismo attraverso ferite e lesioni della pelle.
La cromoblastomicosi inizia con la formazione di papule (zone ispessite della pelle) rossastre nel punto in cui è avvenuta l'infezione.
Le papule danno prurito e ben presto si estendono a formare delle chiazze rosso scuro o violacee, al centro delle quali si possono formare ulcere e formazioni simili alle verruche, con la caratteristica forma a cavolfiore.
Con il progredire del tempo le lesioni tendono a ricoprire per intero le estremità colpite. Spesso sulle lesioni si verificano infezioni batteriche secondarie. Se non trattate, queste lesioni della pelle possono evolvere in tumori.
La diagnosi è di laboratorio e si ottiene attraverso una biopsia, ovvero il prelievo di una porzione di tessuto infetto che viene poi analizzato al microscopio. È possibile effettuare dei test molecolari (PCR) per stabilire con certezza la specie di fungo responsabile dell'infezione.
Il trattamento della cromoblastomicosi dovrebbe iniziare il prima possibile, poiché i pazienti che presentano lesioni da molto tempo non rispondono alla terapia.
La chirurgia può essere risolutiva nella prima fase dell'infezione. I farmaci utilizzati per la terapia farmacologica sono Itraconazolo, Voriconazolo e Posaconazolo.
Il trattamento delle micosi profonde risulta però complesso e di incerta riuscita, a causa delle limitate opzioni di farmaci efficaci e delle tante complicazioni che possono seguire all'infezione.
La cromoblastomicosi è considerata una malattia professionale, che si verifica soprattutto tra i braccianti agricoli, i raccoglitori di cocco, i boscaioli o i venditori di prodotti agricoli.
La mancanza di scarpe, guanti o indumenti protettivi e una cattiva alimentazione e abitudini igieniche sono fattori di rischio associati alla cromoblastomicosi.
La prevenzione è difficile, ma è utile consigliare alle persone di non camminare a piedi nudi nelle aree in cui è stata rilevata un'infezione.
Se il trattamento è tempestivo, si possono ottenere buoni risultati ed è possibile che il soggetto guarisca. Nel caso di micosi profonde che durano da molti anni, i farmaci disponibili risultano spesso inefficaci e nella maggior parte dei casi la prognosi è infausta, anche a causa di altre infezioni secondarie che si sviluppano nelle aree già danneggiate dai funghi.
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