Il cyberbullismo è una forma specifica di bullismo online che si contraddistingue per un comportamento aggressivo e intenzionale perpetrato attraverso strumenti elettronici da un individuo o un gruppo.
In Italia, secondo gli ultimi dati ISTAT, i fenomeni legati al bullismo, sebbene siano diffusi in modo trasversale, mostrano una maggiore incidenza di vittime nelle zone caratterizzate da maggior disagio, con tassi di vittimizzazione più elevati soprattutto per le ragazze.
L'indagine ISTAT evidenzia che poco oltre il 50% degli adolescenti tra gli 11 e i 17 anni ha sperimentato episodi offensivi, mancanti di rispetto e/o violenti da parte dei coetanei nei 12 mesi precedenti al sondaggio. Nello stesso periodo, il 63,3% degli adolescenti ha ammesso di aver assistito a comportamenti vessatori da parte di alcuni ragazzi verso i loro coetanei.
Il cyberbullismo ha colpito il 22,2% di tutte le vittime di bullismo, con il 5,9% dei casi caratterizzato da azioni ripetute, verificatesi più volte al mese. La fascia più colpita risulta essere quella delle ragazze tra gli 11 e i 17 anni, con il 7,1% delle ragazze connesse a Internet o in possesso di un telefono cellulare che ha subito vessazioni continue online, rispetto al 4,6% dei ragazzi.
Il cyberbullismo si caratterizza per l'uso di mezzi elettronici, consentendo alcune peculiarità a differenza del bullismo:
- Anonimato virtuale: possibilità di utilizzare pseudonimi per nascondere l'identità;
- Assenza di limiti spazio-temporali: il bullo può colpire in qualsiasi momento e luogo grazie agli smartphone connessi;
- Ripetitività: le aggressioni possono essere visualizzate da migliaia di persone;
- Mancanza di empatia: l'aggressore può essere meno consapevole delle conseguenze senza vedere le reazioni della vittima;
- Diffusione della responsabilità: condivisione delle colpe con un gruppo più ampio.
Le forme di cyberbullismo includono:
- Flaming: invio on-line di messaggi a contenuto violento e volgare al fine di provocare discussioni;
- Harassment: invio ripetuto di messaggi offensivi e sgradevoli;
- Denigration: pubblicazione di pettegolezzi o dicerie sulla vittima per danneggiarne la reputazione e i rapporti sociali;
- Impersonation: ottenere le informazioni personali e i dati di accesso di un account della vittima, con lo scopo di prenderne possesso e danneggiarne la reputazione;
- Outing and Trickery: pubblicazione e diffusione di informazioni riservate e/o imbarazzanti prese dalla vittima con l’inganno, dopo aver instaurato con lei un clima di fiducia al solo scopo di danneggiarla;
- Exclusion: escludere intenzionalmente un individuo da un gruppo online;
- Cyberstalking: invio ripetuto di messaggi intimidatori a contenuto minaccioso e offensivo;
- Happy slapping: diffusione online di materiale video in cui la vittima viene picchiata da uno o più aggressori.
Le vittime possono sperimentare ansia sociale, scarsa autostima, astensione scolastica, vergogna, senso di colpa e, nei casi gravi, tentativi di suicidio. Le conseguenze possono perdurare più a lungo rispetto al bullismo tradizionale, con differenze di genere nelle risposte emotive.
Per prevenire il cyberbullismo è essenziale promuovere un utilizzo consapevole di internet, sviluppando la cultura del rispetto virtuale. La comunicazione aperta tra genitori e adolescenti è fondamentale, così come il controllo attento dell'uso di internet.
Le strategie di prevenzione nei ragazzi includono il potenziamento delle abilità sociali, la consapevolezza emotiva, la promozione dell'empatia e il sostegno tra pari. La scuola svolge un ruolo chiave promuovendo progetti formativi per un uso responsabile dei dispositivi.
Interventi Psicologici
Data la gravità delle conseguenze psicologiche, è cruciale offrire sostegno psicologico individuale alle vittime. Gli interventi dovrebbero mirare alla riduzione dei sintomi, alla gestione dei comportamenti a rischio e alla considerazione delle vulnerabilità preesistenti. Coinvolgere famiglie, insegnanti, coetanei e la scuola è essenziale.
Legislazione
In caso di reati come furto d'identità o minacce, è possibile rivolgersi alle Forze di Polizia. La nuova disposizione consente ai minori di richiedere l'oscuramento o la rimozione dei contenuti diffusi online secondo la Legge n°71 del 29 maggio 2017. La prevenzione e l'intervento collettivo rimangono fondamentali nella lotta contro il cyberbullismo.
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