
Il cyberbullismo è un'azione aggressiva e intenzionale, messa in atto da un singolo individuo o da un gruppo che utilizza strumenti elettronici. Il cyberbullismo ha la caratteristica di ripetersi nel tempo a danno di una vittima incapace di difendersi. Questo fenomeno può essere considerato la manifestazione online del bullismo tra gli adolescenti.
La particolarità del fenomeno risiede nella modalità di trasmissione del messaggio discriminatorio o aggressivo che, a differenza del bullismo tradizionale, non avviene di persona.
Il cyberbullismo rappresenta un fenomeno in espansione che, negli ultimi anni, coinvolge sempre più bambini e adolescenti. Si stima che il 43% dei giovani richieda aiuto per problemi legati al cyberbullismo (Telefono Azzurro e DoxaKids, 2018) e che tra questi ci sia una maggiore frequenza di pre-adolescenti:
- Il 63% di giovani vittime di cyberbullismo è incluso nella fascia 11-14 anni;
- Il 31% delle vittime ha dai 15 ai 17 anni;
- Il 6 % riguarda i bambini al di sotto dei 10 anni (Telefono Azzurro, 2019).
L'uso dei mezzi elettronici conferisce al cyberbullismo, alcune caratteristiche tipiche come:
- L'anonimato virtuale reso possibile, ad esempio, attraverso l'uso di un falso nome (pseudonimo);
- L'assenza di limiti spazio-temporali che permettono al bullo di raggiungere la vittima in qualsiasi momento e in qualsiasi luogo grazie agli smartphone, costantemente connessi ad internet;
- La ripetitività dell'aggressione che, grazie alla diffusione di alcuni contenuti in rete, può essere visualizzato da migliaia di persone in tempi diversi;
- L'assenza di comprensione (empatia) associata alla diminuzione del livello di consapevolezza del danno casuato: l'aggressore infatti, non vedendo le reazioni della sua vittima non è mai totalmente consapevole delle conseguenze del proprio comportamento;
- La diffusione della responsabilità: ovvero condividere le colpe con un gruppo più ampio di persone.
È possibile individuare diverse tipologie di comportamenti discriminatori o molesti quali:
- Flaming: invio on-line di messaggi a contenuto violento e volgare al fine di provocare discussioni;
- Harassment: invio ripetuto di messaggi offensivi e sgradevoli;
- Denigration: pubblicazione di pettegolezzi o dicerie sulla vittima per danneggiarne la reputazione e i rapporti sociali;
- Impersonation: ottenere le informazioni personali e i dati di accesso di un account della vittima, con lo scopo di prenderne possesso e danneggiarne la reputazione;
- Outing and Trickery: pubblicazione e diffusione di informazioni riservate e/o imbarazzanti prese dalla vittima con l’inganno, dopo aver instaurato con lei un clima di fiducia al solo scopo di danneggiarla;
- Exclusion: escludere intenzionalmente un individuo da un gruppo online;
- Cyberstalking: invio ripetuto di messaggi intimidatori a contenuto minaccioso e offensivo;
- Happy slapping: diffusione online di materiale video in cui la vittima viene picchiata da uno o più aggressori.
Tra le principali conseguenze psicologiche e comportamentali rilevate nei ragazzi che subiscono aggressioni online sono state identificate le seguenti:
- Ansia sociale: il ragazzo tende ad isolarsi e ad evitare situazioni, persone ed eventi che possano causargli emozioni negative;
- Scarsa autostima e scarsa consapevolezza di se stessi e delle proprie capacità;
- Alto tasso di assenteismo a scuola associato a prestazioni scolastiche insoddisfacenti;
- Sentimenti di vergogna;
- Senso di colpa e umiliazione;
- Uso di alcol e sostanze.
Nei casi più gravi si sono osservati tentativi di suicidio.
Per quanto riguarda le differenze di genere, alcuni studi hanno evidenziato come nelle femmine gli atti di cyberbullismo favoriscano lo sviluppo di sintomi ansiosi e depressivi, mentre nei maschi sarebbero legati a una scarsa capacità di regolare i propri comportamenti e le proprie emozioni.
Secondo alcuni autori le conseguenze emotive e comportamentali del cyberbullismo tenderebbero a rimanere nel tempo più a lungo rispetto alle conseguenze negative del bullismo tradizionale.
Al fine di prevenire la diffusione del fenomeno, è necessario che gli ambienti educativi promuovano un utilizzo consapevole e critico di internet e dei social network sviluppando la cultura del rispetto dell'altro anche in ambito virtuale.
Un importante fattore protettivo, in grado di arginare il fenomeno del cyberbullismo, risiede nella capacità da parte dei genitori di stabilire una buona comunicazione con gli adolescenti. Può essere utile anche un attento controllo, da parte degli adulti, dell'uso che viene fatto di internet e dei social network.
Inoltre sono state individuate alcune efficaci strategie di prevenzione del cyberbullismo da attuare all'interno del contesto scolastico e familiare quali:
- Il potenziamento delle abilità sociali (ad esempio, consapevolezza di se stessi, gestione delle emozioni, gestione dello stress, comunicazione efficace);
- La promozione della consapevolezza emotiva: legata alla capacità di riconoscere, utilizzare, comprendere e gestire in modo consapevole le emozioni proprie e quelle degli altri;
- Promuovere l’empatia, la capacità di porsi in maniera immediata nello stato d'animo o nella situazione di un'altra persona;
- Il sostegno tra pari, vale a dire la promozione di un’alleanza tra coetanei per difendersi dal cyberbullismo.
Fondamentale risulta coinvolgere la scuola con progetti formativi per un uso consapevole dei dispositivi, di responsabilizzare i ragazzi, nati nell’era digitale, facendo loro comprendere che le loro azioni hanno conseguenze anche quando sono commesse nell’anonimato.
Viste le conseguenze psicologiche riscontrate nelle vittime di cyberbullismo, diventa necessario offrire uno spazio di sostegno psicologico individuale in cui le giovani vittime non si sentano giudicate ma siano libere di esprimere la propria sofferenza.
In tali situazioni risulta fondamentale agire:
- Sulla riduzione dei sintomi comparsi in seguito ad episodi di cyberbullismo;
- Sui comportamenti che maggiormente espongono al rischio di cyberbullismo;
- Sulle potenziali vulnerabilità preesistenti.
L’intervento non dovrebbe limitarsi esclusivamente alla psicoterapia individuale, ma è consigliabile un’azione a più livelli che coinvolga:
- Le famiglie;
- Gli insegnanti;
- Il gruppo dei pari;
- La scuola come istituzione.
Nel caso in cui si ritenga di trovarsi di fronte a un reato, come ad esempio il furto d'identità, le minacce o la persistenza di un comportamento di tipo persecutorio online, si potrà far riferimento alle Forze di Polizia per inoltrare la segnalazione di denuncia o querela.
Infine, secondo la nuova disposizione (“Disposizioni a tutela dei minori per la prevenzione ed il contrasto del fenomeno del cyberbullismo ”), ciascun minore al di sopra dei quattordici anni (o i suoi genitori o chi esercita la responsabilità del minore), che sia stato vittima di cyberbullismo, può inoltrare al titolare o al gestore del sito internet e del social network una richiesta per l'oscuramento, la rimozione o il blocco dei contenuti diffusi in rete.
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