Per il lattante tra 1 e 3 mesi di vita, il sonno è un momento molto importante, e dura normalmente tra le 15 e le 20 ore al giorno. Molte sono le cause che possono interrompere il sonno durante la giornata e non sempre il pianto significa richiesta di cibo.
Pertanto è buona norma dinnanzi a risvegli frequenti, prima di attaccare il bambino al seno o di ricorrere al biberon, tentare di intuirne il disagio, tranquillizzandolo con la voce e il contatto fisico e adottando una ritualità di comportamenti che lo rassicuri e lo conforti creando così i presupposti per l'organizzazione di un processo di autoregolazione degli stati comportamentali del sonno e della veglia.
Circa la posizione da tenere in culla, numerosi studi (AAP 1992) hanno da tempo dimostrato che la posizione supina (sul dorso e non sulla pancia o sul fianco) è il modo migliore per prevenire la morte in culla (Sindrome della morte improvvisa del bambino - per approfondire: SIDS risk reduction recommendations), inclinando eventualmente il piano del letto di circa 30°, qualora si sospetti un reflusso gastroesofageo (fisiologico a questa età se non associato a rallentata crescita, infezioni respiratorie ricorrenti o a crisi di apnea).
Si può fare dormire il bambino mettendo la culla portatile nella stanza da letto dei genitori, invece che in una stanzetta separata, questo mantiene il bambino vicino alla mamma e aiuta a nutrirlo, confortarlo e controllarlo durante la notte. Mentre la condivisione della stanza è sicura, mettere il bambino a dormire nel lettone con i genitori non è consigliato perché aumenta il rischio di SIDS e di altre morti legate al sonno.
Occorre usare una culla con materassino rigido, e coprirlo con un lenzuolo che aderisca bene. Non mettere altro nel lettino o nella culla: tenere i giocattoli di peluche, i cuscini, le coperte, le lenzuola non montate, le trapunte, i piumoni, ecc. fuori dalla zona dove dorme il bambino.
Evitare il surriscaldamento: vestire il bambino in base alla temperatura della stanza, e non coprirlo troppo. Fare attenzione ai segni di surriscaldamento, come la sudorazione o la sensazione di calore al tatto.
Si può fare addormentare il bambino con un ciuccio, ma senza forzarlo, e se il ciuccio cade durante il sonno non è necessario sostituirlo. Se lo si sta allattando al seno, è meglio aspettare che l'allattamento sia ben avviato (per tutto il primo mese di vita).
Per aiutare il bambino a dormire è utile iniziare una routine per la nanna che sarà familiare e rilassante per il bambino. Fare il bagno, leggere e cantare possono tranquillizzare il bambino e segnare la fine della giornata. Ad alcuni bambini piace essere fasciati (avvolti in una coperta leggera), il che può essere fatto fino a quando iniziano a rotolare.
Se si dondola il bambino per addormentarlo, il piccolo può aspettarsi di essere cullato anche per riaddormentarsi dopo i risvegli notturni. Utile invece provare a mettere il bambino in culla mentre è assonnato ma ancora sveglio: in questo modo potrà imparare ad addormentarsi da solo.
Alcuni bambini si agitano, si lamentano e piangono un po' prima di riaddormentarsi da soli. A meno che non si pensi che il bambino abbia fame o un problema, può essere utile vedere cosa succede se lo si lascia da solo per qualche minuto - potrebbe calmarsi.
Se il bambino si sveglia durante un periodo in cui si vuole che dorma – ad esempio la mattina troppo presto – si può provare a svegliarlo per la poppata notturna in un orario che si adatti meglio al programma di sonno dei genitori. In caso, bisogna mantenere l'attività al minimo, tenere le luci basse ed evitare di giocare o parlare con il bambino. Si può cambiarlo o dargli da mangiare e rimetterlo nel lettino o nella culla.
Riassumendo:
- Il lattante tra 1 e 3 mesi dorme 15-20 h al giorno;
- Il risveglio non significa richiesta di cibo;
- Dormire sul dorso previene la morte in culla.
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