
Intorno agli 8 mesi, inizia un periodo importante e difficile. Il bambino comincia a riconoscere per la prima volta la differenza tra volti familiari e volti estranei. Si tratta quindi di una tappa essenziale per lo sviluppo dell'identità e dei rapporti sociali ma che genera anche ansia, la cosiddetta ansia da separazione.
Quando riconosce un volto estraneo, il bambino scappa, si nasconde e in qualche caso piange. Per la stessa ragione, diventa sempre più difficile la separazione dalla madre: si aggrappano a un genitore per sentirsi al sicuro.
Ad un certo punto tra i 10 mesi e i 2 anni, molti bambini iniziano a temere di essere separati da un genitore. Non vogliono che un genitore li lasci all'asilo o al momento di andare a letto. Possono piangere, aggrapparsi e cercare di stare vicino al genitore.
L'ansia da separazione continua in genere fino all'anno e mezzo per poi risolversi verso la fine del secondo anno. È importante aiutarlo a superare questo periodo con molto amore, molta pazienza e con un briciolo di astuzia.
Meglio lasciar casa quando il bambino ha dormito e mangiato da poco e la persona che lo accudisce lo sta facendo giocare. Se piange, non è il caso di farne un dramma: sta tentando di convincere la mamma a restare.
Una volta uscita, smetterà rapidamente di piangere e comincerà a giocare con la persona cui è stato affidato. È in questo periodo che anche la semplice visita dal pediatra con cui ha sempre sorriso e giocato, potrà diventare "un dramma".
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