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Deficit di IgA

La prognosi per questo difetto congenito è buona nonostante rimanga per tutta la vita. Le infezioni tendono a ridursi con l'età 

Le IgA sono una classe di anticorpi che proteggono dalle infezioni le superfici della mucosa intestinale e della mucosa respiratoria. Il deficit selettivo di IgA è il più frequente tra i difetti congeniti del sistema immunitario ed è caratterizzato dalla diminuzione delle IgA nel sangue. In Europa, colpisce circa un soggetto ogni 600 nati. In genere non è ereditario, ma nel 7.5%- 20% dei casi si osserva una trasmissione familiare con ereditarietà autosomica dominante o recessiva. Il difetto può essere assoluto, parziale o secondario. Si parla di deficit assoluto di IgA quando la concentrazione nel siero di queste immunoglobuline è inferiore ai 5-7 mg/dl con valori normali degli anticorpi IgG e IgM. Si osservano, molto spesso deficit parziali, ossia casi in cui la produzione di IgA esiste, ma è in quantità insufficiente per l'età. Nella gran maggioranza dei casi, i deficit parziali vanno incontro a una progressiva normalizzazione con il tempo. È utile ricordare che alcune infezioni fetali e post-neonatali e l'uso di alcuni farmaci, ad esempio antimalarici e antiepilettici, possono causare un deficit parziale di IgA. 

Il deficit di IgA è generalmente considerato una condizione non grave: una parte di soggetti non presenta sintomi e ne viene a conoscenza solo in seguito a controlli del sangue fatti per altre cause. Al contrario, la restante parte dei pazienti può essere maggiormente predisposto a infezioni ricorrenti, soprattutto respiratorie e gastrointestinali, a malattie allergiche e a malattie autoimmuni:

  • Infezioni ricorrenti a carico delle vie respiratorie, sinusiti, faringotonsilliti, bronchiti e meno frequentemente broncopolmoniti, soprattutto da batteri come lo Streptococcus pneumoniae e l'Haemophilus influenzae;
  • Infezioni gastrointestinali, tra i patogeni più frequenti ci sono la Giardia lamblia, la salmonella e l'Helicobacter pylori;
  • Aumentata predisposizione a sviluppare malattie allergiche;
  • Aumentata predisposizione a sviluppare malattie autoimmuni, ad esempio, diabete mellito tipo 1, celiachia, artrite idiopatica giovanile, tiroidite. 

I pazienti con deficit di IgA, se trasfusi con sangue o emoderivati, possono produrre anticorpi contro le IgA trasfuse e andare incontro a reazioni, talvolta gravi, se trasfusi nuovamente. Infine, il deficit di IgA è associato ad un aumentato rischio di alcuni tumori come l'adenocarcinoma gastrico e del colon, e le malattie linfoproliferative, in particolare nell'età adulta.

Non esiste una terapia specifica del deficit di IgA. Per i bambini con infezioni respiratorie ricorrenti e gravi, va presa in considerazione la fisiochinesiterapia respiratoria, nonché una pronta e appropriata antibioticoterapia; la profilassi antibiotica continua o stagionale può̀ essere indicata nei casi con sintomi più̀ gravi. Se è necessaria una trasfusione, è bene praticarla con cellule lavate per evitare di trasfondere IgA. Per quanto riguarda la somministrazione dei vaccini raccomandati nell'età evolutiva non esiste alcuna controindicazione, anzi il bambino potrà avere beneficio ancor più dei bambini che hanno normali livelli di IgA. Nel deficit di IgA non è indicata la terapia sostitutiva con immunoglobuline. I soggetti con difetto di IgA assoluto devono essere informati sul rischio di reazioni avverse in caso di trasfusione di emoderivati.

Mentre il difetto assoluto di IgA rimane per tutta la vita, il difetto parziale va incontro frequentemente a una normalizzazione dei livelli nel sangue di IgA entro i 15 anni di età. In circa i 5% dei casi, i pazienti sono predisposti a sviluppare immunodeficienze più gravi come la immunodeficienza comune variabile (CVID): proprio per evidenziare tale condizione è consigliato eseguire periodicamente il dosaggio delle immunoglobuline sieriche. La prognosi del deficit di IgA è comunque in genere buona e le infezioni ricorrenti tendono a ridursi con la crescita. I pazienti con deficit di IgA, dopo una valutazione iniziale da parte del medico immunologo pediatra, devono essere considerati come bambini “normali”, ma devono seguire un follow-up immunologico e clinico regolare per individuare e trattare tempestivamente l’insorgenza di eventuali patologie che si possono associare a tale immunodeficit.

 

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  • A cura di: Andrea Finocchi
    Dipartimento Pediatrico Universitario-Ospedaliero
  • in collaborazione con:

Ultimo Aggiornamento: 22  Febbraio 2022 


 
 

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