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Diabete di tipo 1: la dieta raccomandata

Una dieta sana è fondamentale per bambini e ragazzi diabetici, ma può essere complicata da gestire, soprattutto per gli adolescenti. Di seguito alcune raccomandazioni utili 

La corretta alimentazione è uno dei capisaldi nella terapia del diabete tipo 1. In età pediatrica, tuttavia, seguire le indicazioni dietetiche può essere complicato, soprattutto durante l'adolescenza.

La dieta raccomandata per il diabete di tipo 1 si identifica con quanto previsto nelle raccomandazioni nutrizionali della popolazione italiana riportate nei LARN (Livelli Assunzione Raccomandati Nutrienti) e nelle Linee guida dell'International Society of Pediatric and Adolescent Diabetes (ISPAD).

Seguire una dieta sana e bilanciata è utile ai bambini e ai ragazzi con diabete di tipo 1 per:

  • Fornire un apporto alimentare adeguato che garantisca una crescita sana;
  • Incoraggiare sane abitudini alimentari;
  • Conoscere la risposta glicemica agli alimenti al fine di ottenere un buon controllo delle glicemie post-prandiali;
  • Ridurre il fabbisogno di insulina per evitare iperglicemie e ipoglicemie;
  • Prevenire le complicanze a lungo termine.

  • Carboidrati: 55-60% del fabbisogno calorico giornaliero, di cui il 10% rappresentato da carboidrati semplici;
  • Proteine: 10-15% del fabbisogno giornaliero;
  • Lipidi: 30-35% del fabbisogno calorico giornaliero di cui Saturi meno del 10%, Monoinsaturi 10-20%, Polinsaturi meno del 10%;
  • Colesterolo: 100 mg/1000 Kcal;
  • Fibre: 11,7-14,2 g/1000 Kcal (0,5 g/Kg peso corporeo);
  • Sodio: meno di 2,4 g/die.

I carboidrati si possono dividere in 2 gruppi:

  • Carboidrati semplici:
  • Monosaccaridi, come il glucosio e il fruttosio, che contengono una sola molecola di zucchero;
  • Disaccardi, come saccarosio e lattosio, composti da due molecole di zucchero.
  • I carboidrati semplici – come zucchero da cucina, succo di frutta, bevande zuccherate, caramelle, miele – vengono assorbiti rapidamente;
  • Carboidrati complessi o polisaccaridi, formati da tante molecole di zucchero semplice (da 10 molecole in su, spesso diverse migliaia) legate insieme a formare una vera e propria catena. Sono contenuti nei cereali e derivati, nei legumi e nelle patate.

Alimenti che contengono carboidrati

  • Cereali e derivati: farina, pasta, riso, polenta, pane, cracker e affini;
  • Legumi e patate;
  • Frutta;
  • Prodotti dolciari: torte, crostate, merendine, cioccolato, gelati, ecc;
  • Latte e yogurt;
  • Bevande zuccherate.

Il conteggio dei carboidrati (CHO counting) nasce per pianificare il pasto del bambino e del ragazzo diabetico e per determinare la dose d'insulina che è necessario iniettare prima del pasto. Consiste nel calcolare la quantità totale di carboidrati assunti in un pasto per determinare l'esatta dose di insulina da somministrare.

Numerosi studi scientifici dimostrano l'efficacia di questo metodo nel raggiungimento degli obiettivi glicemici prefissati (glicemia, emoglobina glicata) garantendo un'ampia flessibilità nella scelta  dei cibi, e delle porzioni e delle ricette più adeguate.

Il razionale è quello di somministrare l'esatta dose di insulina necessaria per metabolizzare i carboidrati assunti, visto che la glicemia è influenzata prevalentemente da questi nutrienti.
All'inizio è necessario pesare tutti i cibi contenenti carboidrati.

Per calcolare esattamente il contenuto dei carboidrati nei cibi ci si può avvalere dell'ausilio delle tabelle nutrizionali riportate sulle etichette degli alimenti e nel sito della Società Italiana di Diabetologia.

In alternativa, ci si può avvalere di applicazioni per il conteggio dei carboidrati utilizzabili su smartphone e tablet.

Il rapporto insulina/carboidrati (Rapp I/CHO o I/C) indica i grammi di carboidrati metabolizzati da 1 U di insulina, per un determinato soggetto. Un metodo semplice per calcolare il rapporto insulina/carboidrati è la cosiddetta "regola del 500".
Il rapporto si calcola con la seguente formula:

500
———————————————————————————
U di analogo di insulina somministrata nelle 24 ore*

*media di insulina giornaliera somministrata, calcolata nel corso di una settimana. 

ll metodo più corretto, però, si basa sull'analisi del diario alimentare e glicemico compilato accuratamente per alcuni giorni.
Tale diario deve riportare:

  • L'orario dei pasti;
  • Gli alimenti consumati che contengono carboidrati e il totale dei carboidrati consumati in grammi;
  • Le glicemie prima del pasto e 2 ore dopo il pasto;
  • Le dosi di insulina somministrate.

In questo modo è possibile individuare il rapporto insulina/carboidrati, dividendo i grammi di carboidrati presi nel corso della giornata per le U di insulina somministrate, a patto che le glicemie pre e post-prandiali siano soddisfacenti.   

Il rapporto insulina/carboidrati va ricalcolato periodicamente (almeno ogni 3 mesi) e va modificato quando si osservano ipoglicemie o iperglicemie post-prandiali persistenti.

L'indice glicemico (IG) di un alimento indica la velocità con cui aumenta la glicemia in seguito all'ingestione di un determinato alimento. L'indice viene calcolato per ciascun alimento rispetto ad un alimento di riferimento (glucosio o pane bianco), a parità di contenuto di carboidrati. La velocità con cui cresce la glicemia varia a seconda dell'alimento che si mangia.

L'indice glicemico (IG) è espresso in termini percentuali: un alimento con un indice glicemico di 50 fa aumentare la glicemia a una velocità pari alla metà di quella provocata dall'ingestione di glucosio oppure di pane bianco.

Tra i carboidrati a basso IG troviamo alcuni cereali e pseudo-cereali come l'orzo, il farro, l'avena, il grano saraceno e la quinoa. Pasta e pane di grano, invece, sono inseriti nella fascia a IG medio anche se, come già accennato, quest'ultimo si abbassa nella varietà integrale e in alcuni formati.

Di seguito la tabella con i differenti indici glicemici: 

L'indice glicemico può essere influenzato da una serie di fattori che ne causano una certa variabilità:

  • La composizione dell’alimento;
  • Il processo tecnologico utilizzato per la produzione degli alimenti, il tipo e la durata della cottura;
  • Il contenuto in amidi, proteine, fibre e grassi;
  • La combinazione con altri alimenti;
  • Il tipo di cottura;
  • Il grado di maturazione (per es. per la frutta).

Sappiamo che ci sono diverse varietà di riso e ciascuna ha un Indice Glicemico diverso, mediamente pari a IG = 70 (per 100 g di riso, 330 kcal, CHO 85 g, proteine 7 g, fibre 1 g).

Se si ha a disposizione un po’ di tempo, è possibile de-amidare il riso prima di consumarlo, così da ridurne l’Indice Glicemico:

  • Mettere il riso in ammollo in una ciotola di acqua fredda;
  • Lasciare in ammollo per 2-3 ore o più, cambiando spesso l’acqua. In questo modo, parte dell’amido rimane nell’acqua;
  • Sciacquare;
  • Procedere con la cottura.

Quanto più alto è l'indice glicemico dei carboidrati che assumiamo, tanto maggiore è la quantità di insulina di cui abbiamo bisogno per metabolizzarli.

Di seguito alcuni suggerimenti per migliorare la dieta e la qualità di vita di un bambino o ragazzo con diabete di tipo 1:

  • Limitare l'assunzione di zuccheri semplici, ad esempio durante la colazione e il pranzo;
  • Prediligere i carboidrati complessi a basso Indice Glicemico (IG);
  • Distribuire i nutrienti giornalieri nei 3 pasti principali: colazione, pranzo e cena più due spuntini;
  • Praticare regolarmente attività fisica di tipo aerobico


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  • A cura di: Antonella Lorubbio
    Unità Operativa di Diabetologia e Patologia dell'Accrescimento
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Ultimo Aggiornamento: 24  Novembre 2022 


 
 

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