L’encefalite da zecche è una rara infezione di natura virale (flavivirus) trasmessa da puntura di zecca. Ne esistono tre tipi, uno dei quali è diffuso in alcune aree rurali in Europa Centrale, Settentrionale e Orientale. Altri tipi di encefaliti da zecche sono presenti in Russia e nelle zone forestali di Cina e Giappone.
Il decorso tipico della malattia è diviso in due fasi: i sintomi iniziali sono simili a quelli di una sindrome influenzale; dopo una settimana, in circa un terzo delle persone l'infezione può estendersi alle meningi o al tessuto cerebrale, sviluppando condizioni neurologiche, che vanno dalla meningite lieve all'encefalite grave.
L'aumento dell'età è un fattore di rischio per la forma più grave. L'encefalite da zecche può essere letale nell'1% dei casi. La malattia è attualmente endemica in 27 paesi europei e in almeno quattro paesi asiatici
La vaccinazione contro l'encefalite da zecche è indicata nei viaggiatori che prevedono di soggiornare in aree rurali e boschive di paesi a rischio. Il vaccino è ottenuto inattivando il virus con la formaldeide.
La vaccinazione può essere praticata a qualsiasi età, a partire dai 5 mesi compiuti. L'indicazione alla vaccinazione nei bambini tra i 5 mesi e i 6 anni deve essere valutata individualmente in base al rischio di esposizione.
Il vaccino è raccomandato per i soggetti professionalmente esposti, in particolare lavoratori in aree endemiche e in zone rurali e boschive (es. contadini, militari, volontari del soccorso alpino, guardia forestale ecc.)
Il vaccino è indicato per chi intende soggiornare nei paesi del Centro Europa, Russia e in parte della Cina, specie se effettua attività all’aperto e in zone boschive. In Italia il maggior numero di casi sono stati registrati negli ultimi anni in Friuli e Trentino Alto-Adige.
Per una protezione sufficiente, sono necessarie tre dosi (all’età di 0, 1-3 mesi, 9-12 mesi) con richiami a cadenza triennale, per via intramuscolare, preferibilmente nella regione deltoidea.
Esiste anche la possibilità di seguire un ciclo accelerato di vaccinazione, che però non garantisce gli stessi risultati del ciclo classico, in termini di risposta anticorpale.
Il vaccino è controindicato in coloro che hanno mostrato gravi reazioni a componenti del vaccino o anafilassi all’uovo. La vaccinazione deve essere rimandata nel caso di infezione febbrile acuta.
Nelle donne in gravidanza, il vaccino deve essere somministrato solo se strettamente necessario.
Gli effetti collaterali sono rari e prevalentemente locali, la febbre è moderata.
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