L'esofagite eosinofila è una malattia infiammatoria cronica localizzata all'esofago, il tratto di canale alimentare che collega la bocca con lo stomaco.
L'esofagite eosinofila è caratterizzata da fasi di attività della malattia e da fasi di remissione clinica in cui i sintomi scompaiono.
Gli eosinofili (una delle popolazioni cellulari dei globuli bianchi) sono i protagonisti dell'infiammazione attraverso i numerosi ‘mediatori cellulari’ da loro rilasciati durante la fase di attivazione. Svolgono un ruolo importante nelle reazioni allergiche e nella difesa dalle infestazioni parassitarie.
L'esofagite eosinofila è una malattia immuno-allergica, cioè è provocata da una reazione del sistema immunitario che innesca l'infiammazione a cui prende parte un gran numero di eosinofili, insieme ad altri mediatori dell’infiammazione.
Spesso è possibile trovare la causa dell'infiammazione cronica in un'allergia alimentare e/o respiratoria.
Talvolta, invece, non si riesce a comprendere la possibile causa della malattia, nonostante i test allergologici e i trattamenti dietetici.
Probabilmente, sono implicati nello sviluppo di questa malattia fenomeni autoimmunitari, che possono coinvolgere anche altri tratti dell'apparato gastrointestinale.
Durante gli episodi di attività della malattia, il paziente può presentare sintomi tipici oppure sintomi aspecifici, molto simili a quelli della malattia da reflusso gastroesofageo.
I sintomi più tipici si manifestano prevalentemente nei bambini al di sopra degli 8 anni e negli adolescenti, mentre nei bambini più piccoli sono prevalenti i sintomi atipici.
Segni e sintomi che inducono a sospettare una esofagite eosinofila sono rappresentati da:
- Difficoltà a far passare il cibo attraverso l'esofago (disfagia) con sensazione soggettiva della presenza di cibo che progredisce con difficoltà lungo l'esofago;
- Dolore e/o bruciore alla “bocca dello stomaco” (epigastralgia), al torace e dietro lo sterno (dolore e pirosi retrosternale)
- Rifiuto dell'alimentazione con conseguente anoressia, calo ponderale e rallentamento della crescita;
- Episodi ricorrenti di ostruzione acuta da bolo alimentare (“food impact”): il bambino ingerisce un boccone – spesso succede con cibi stoppacciosi tipo carne – che non riesce a progredire in esofago; a volte è necessario ricorrere al Pronto Soccorso, dove può essere necessario un intervento endoscopico per estrarre dall'esofago il bolo di cibo incastrato.
Questi episodi possono essere stagionali e avvengono soprattutto in primavera, in coincidenza della maggior espressione di alcuni aeroallergeni, come i pollini.
La diagnosi di esofagite eosinofila si basa anzitutto su un'attenta raccolta anamnestica dei problemi di salute presentati dal bambino e su una visita clinica accurata.
Nei pazienti in cui si sospetti questa malattia sarà necessario effettuare una endoscopia con biopsie multiple dell'esofago, che rappresenta l'unico metodo attendibile per confermare il sospetto clinico di esofagite eosinofila e per seguirne l'andamento nel tempo (monitoraggio nel follow-up).
Questa esofagogastroduodenoscopia (EGDS) viene effettuata in sedazione profonda in day hospital/ambulatorio. Lo scopo dell'esame è di verificare eventuali alterazioni della mucosa dell'esofago e di avere una conferma della diagnosi con l’esame istologico delle biopsie che vengono effettuate durante la procedura.
Per l'esofagastroduodenoscopia viene utilizzato un endoscopio, un sottile tubo flessibile munito alla sua estremità di apparati ottici e di una sorgente luminosa, che permette al medico di osservare la parete dell'esofago sullo schermo di un computer.
L'endoscopio permette anche di prelevare alcuni frammenti della mucosa dell'esofago, le biopsie, che vengono inviati in laboratorio, perché siano opportunamente colorati e osservati al microscopio. Le eventuali alterazioni morfologiche che si osservano al microscopio (esame istologico), permetteranno di fare la diagnosi.
Una volta stabilito che l'istologia è compatibile con un'esofagite eosinofila, in un paziente che presenta una storia fortemente sospetta ed escluse altre cause possibili (per esempio: malattia da reflusso gastroesofageo, etc), è utile ricercare le comorbidità allergologiche mediante una visita specialistica e gli approfondimenti allergologici (test allergometrici), per individuare la terapia più appropriata.
L'esofagite eosinofila è una malattia cronica che necessita di una terapia di lunga durata, adattata al singolo paziente.
La terapia è complessa: una volta fronteggiata la fase iniziale della malattia, diventa indispensabile prevenire eventuali riacutizzazioni, episodi spesso molto temuti dai pazienti, soprattutto in età adolescenziale, con risvolti anche di ordine psicologico.
I farmaci e la dieta sono le opzioni più comunemente indicate.
Tra i farmaci utilizzati, vanno ricordati gli inibitori di pompa protonica (es. omeprazolo, lansoprazolo, esomeprazolo...), i corticosteroidi (soprattutto topici, come fluticasone o budesonide), i farmaci di nuova generazione cosiddetti "biologici" che hanno come bersaglio uno dei fattori che favoriscono il processo infiammatorio.
La dieta, parallelamente, può essere efficace e migliorare sensibilmente la malattia in moltissimi casi.
Se ci sono sensibilizzazioni spiccate ad alcuni alimenti (latte, uovo, grano, etc) si può iniziare eliminandoli completamente dalla dieta. L’alimento più frequentemente implicato è il latte.
Molto efficaci sono le diete di esclusione (dieta priva di 6 alimenti: latte, uovo, pesce, grano, soja e frutta a guscio; dieta priva di 4 o 2 alimenti scelti empiricamente tra gli alimenti noti per essere i più coinvolti).
L'esofagite eosinofila rappresenta una delle malattie che più si giovano di una valutazione multidisciplinare: Sarà quindi indispensabile una stretta e continua collaborazione tra pediatri, allergologi, gastroenterologi, anatomopatologi, nutrizionisti, psicologi, chirurghi, tutti, se possibile, di estrazione pediatrica.
Iscriviti alla newsletter per ricevere i consigli degli specialisti del Bambino Gesù.