La febbre Q è una malattia causata dall'infezione da parte di un batterio, la Coxiella burnetii, che colpisce sia gli animali che l’uomo, ed è presente in tutto il mondo, soprattutto dove c'è abbondanza di allevamenti, ma non è molto frequente.
Negli ultimi anni c'è stato un aumento dei casi di febbre Q riportati in Europa, grazie anche ai miglioramenti nella diagnosi, specialmente nei Paesi Bassi.
La Coxiella burnetii resta per molti mesi nelle feci e nelle urine degli animali infetti e può essere trasmessa all'uomo per inalazione di particelle molto piccole che contengono il microrganismo e che vengono trasportate dall'aria.
Il contagio può avvenire anche con il consumo di latte non pastorizzato, mentre è molto raro che la malattia si trasmetta da persona a persona.
La Coxiella burnetii è uno dei microbi più infettivi: per infettare una persona sono sufficienti meno di 10 batteri. Per questa ragione viene considerato come un'arma potenziale, soprattutto nelle mani di terroristi (bioterrrorismo).
I sintomi della malattia nell’uomo si presentano solo nel 60% dei casi e possono ricordare quelli di un'influenza, quindi:
- Febbre elevata;
- Mal di testa;
- Malessere generale;
- Tosse secca;
- Dolori muscolari;
- Eruzione cutanea;
- Sintomi gastrointestinali (dolori addominali, nausea, Vomito, Diarrea).
La forma acuta determina una malattia febbrile che spesso interessa il sistema respiratorio (polmonite), sebbene talvolta sia coinvolto il fegato (epatite).
Se l'infezione ha una durata superiore ai 6 mesi (<5% dei casi), si definisce febbre Q cronica e si possono avere complicazioni a carico del cuore (endocardite) e del fegato (epatite).
La diagnosi di febbre Q si ottiene con indagini molecolari (PCR) per la ricerca del DNA del parassita e con la ricerca di anticorpi contro la Coxiella burnetii nel sangue (aumento oltre 4 volte rispetto a un test precedente). Anche test di immunofluorescenza su tessuti infetti possono permettere di arrivare alla diagnosi.
Nel caso di diagnosi confermata il farmaco che si utilizza è un antibiotico (Doxiciclina). Bambini al di sotto degli 8 anni, donne in gravidanza e pazienti allergici alla Doxiciclina possono venir trattati con Trimetoprim-Sulfametoxazolo. Nei casi di febbre Q cronica, la somministrazione di antibiotico va proseguita per almeno 18 mesi.
Per prevenire la febbre Q è disponibile un vaccino che al momento è commercializzato in Australia, dove è anche raccomandata la vaccinazione per proteggere i lavoratori a rischio (veterinari, pastori, tosatori, lavoratori caseari).
È importante mantenere adeguate misure igieniche nel trattare animali e prodotti di macellazione o mungitura. In particolare è importante evitare latte non pastorizzato e latticini ottenuti da latte non pastorizzato.
La malattia si manifesta spesso in forma lieve e se trattata non dà complicazioni. Nei casi di febbre Q cronica non curata, le complicanze, soprattutto a carico del cuore, possono essere gravi o addirittura fatali.
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