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Febbre da virus del Nilo occidentale (West Nile Virus)

Cresce in Europa il numero dei contagi da virus del Nilo 

La febbre da virus del Nilo occidentale (West Nile Virus - WNV) è una malattia emergente causata da un virus appartenente alla famiglia dei  Flavivirus. Il virus è diffuso in Africa, Asia occidentale, Europa, Australia e America.

L’infezione decorre spesso senza provocare alcun sintomo, ma in alcuni casi può dare origine a disturbi simil-influenzali che durano qualche giorno.

In questi casi determina una malattia febbrile acuta con manifestazioni cutanee, e nei casi più gravi si può presentare come un'encefalite o come una meningite.

Il West Nile Virus si trasmette principalmente attraverso la puntura delle zanzare (per lo più genere Culex pipiens). Il serbatoio principale è rappresentato da uccelli selvatici.

L'uomo e altri mammiferi (come i cavalli) sono ospiti casuali e non sono in grado di trasmettere la malattia se punti da una zanzara.

Altre possibili vie di trasmissione comprendono la trasfusione di sangue e il trapianto di organi da donatori infetti e ancor più raramente sono state segnalate infezioni congenite trasmesse dalla madre al feto attraverso il latte umano.

L'incubazione della malattia varia da 2 a 14 giorni. Le infezioni da West Nile Virus sono asintomatiche nel 70% dei casi. Nei bambini, la malattia si presenta principalmente come una forma lieve (67% dei casi), caratterizzata da febbre, mal di testa, eruzione cutanea, dolore muscolare o sintomi gastrointestinali.

L'eruzione cutanea si manifesta in circa il 50% dei pazienti, ed è tipicamente maculopapulare (zona di pelle arrossata con piccole lesioni rilevate rispetto al piano cutaneo).

 L'eruzione cutanea coinvolge petto, schiena e braccia e generalmente dura meno di 1 settimana. I sintomi acuti durano in genere da 3 a 10 giorni, ma possono durare più a lungo.

Le forme che coinvolgono il sistema nervoso centrale (encefalite e meningite) si verificano nell'1% circa delle infezioni. L'encefalite è stata più comunemente segnalata nelle fasce di età più avanzata, mentre la meningite è più frequentemente descritta nei bambini.

La meningite è solitamente associata a esiti clinici più favorevoli rispetto alla encefalite, sebbene possano verificarsi sequele a lungo termine. I bambini immunocompromessi sembrano essere a più alto rischio di sviluppare una malattia grave, anche se molti casi descritti in letteratura si sono verificati in bambini precedentemente sani. Una volta che il paziente guarisce, l'immunità dura per tutta la vita.

Il sospetto diagnostico emerge dalla storia del paziente e dalla visita medica. La diagnosi viene confermata essenzialmente per mezzo di test di laboratorio su siero e su liquor per la ricerca di anticorpi IgM diretti contro il West Nile Virus.

Questi anticorpi possono persistere per tempi anche molto lunghi nei soggetti malati (anche fino ad un anno), pertanto la positività a questi test può indicare non soltanto un'infezione in atto ma anche un'infezione pregressa.

La comparsa di questi anticorpi specifici o l'aumento di 4 volte del titolo anticorpale può essere utilizzato per diagnosticare un'infezione recente. I campioni raccolti entro 8 giorni dall'insorgenza dei sintomi possono risultare negativi pertanto è raccomandabile ripetere l'esame a distanza di qualche giorno prima di escludere la malattia. 

In alternativa, la diagnosi può anche essere effettuata per mezzo di tecniche che consentono di identificare il genoma (RNA) del virus (polimerase chain reaction o PCR) su campioni di siero o liquor entro 7 giorni dall'inizio dei sintomi, tenendo conto che un numero limitato di virus permane in circolo per breve tempo.

Al momento non esistono trattamenti specifici per la malattia da West Nile virus (febbre da virus del Nilo occidentale). La terapia è di supporto (ad es. antipiretici, antidolorifici, infusione endovena di liquidi) ed è diretta ad attenuare i sintomi. 

Recenti segnalazioni in letteratura suggeriscono la possibile efficacia nel trattamento delle forme cliniche più gravi (meningite ed encefalite) con immunoglobuline specifiche anti-West Nile Virus.

La prevenzione della malattia consiste nell'evitare la puntura delle zanzare (es. zanzariere, repellenti, vestiti coprenti e di colore chiaro). Non esistono al momento vaccini.


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  • A cura di: Laura Cursi
    Unità Operativa Malattie Infettive
  • in collaborazione con:

Ultimo Aggiornamento: 23  Settembre 2024 


 
 

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