Negli anni '90 si fece strada l'ipotesi che un composto usato per mantenere sterile il contenuto delle fiale di vaccino, il Thimerosal, potesse essere associato a effetti tossici perché a base di mercurio.
L'ipotesi fu sollevata perché uno studio suggerì una relazione tra il contenuto di mercurio negli alimenti consumati dalle donne in gravidanza, soprattutto pesce di grossa taglia, e lo sviluppo neuropsicologico del bambino.
A questo primo studio ne seguirono altri che non confermarono l'osservazione sui composti del mercurio assunti con gli alimenti, ma questo bastò a scatenare un acceso dibattito sulla possibilità che il Thimerosal contenuto in alcuni vaccini potesse essere nocivo per il lattante che viene vaccinato.
Anche se mancavano i presupposti chimici per sostenere la tossicità del Thimerosal nel bambino (il composto del mercurio contenuto nei vaccini è diverso e viene eliminato più facilmente di quello che si trova negli alimenti), le industrie produttrici di vaccini eliminarono in via prudenziale il Thimerosal dai vaccini disponibili sostituendolo con un composto a base di alcol.
La grande risonanza dell'ipotesi che il mercurio potesse avere effetti nocivi nel bambino favorì lo sviluppo di numerosi studi sull'argomento.
Tali studi avevano l'obiettivo di verificare la relazione tra dose di Thimerosal ricevuta con le vaccinazioni, e lo sviluppo neuropsicologico a distanza di tempo.
Tutti gli studi effettuati, di cui uno dei più importanti fu condotto in Italia, furono concordi sull'assenza di relazione non solo con i disturbi dello sviluppo neuropsicologico, ma anche con altri disturbi come l'autismo.
Nonostante i risultati negativi di tutti gli studi effettuati, il Thimerosal è stato ormai escluso dai processi di produzione dei vaccini e non è presente in nessun vaccino da ormai più di un decennio.
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