È un disturbo della vista (vizio di refrazione) causato dal fatto che i raggi luminosi provenienti dall'ambiente non sono messi a fuoco sulla parte centrale della retina (fovea), come dovrebbe accadere, ma anteriormente ad essa. Questo è il risultato di uno squilibrio tra il potere del diottro oculare, sistema che permette di vedere le immagini provenienti dal mondo esterno, e la lunghezza del bulbo oculare. In genere i soggetti miopi hanno un occhio più lungo della media. Si distinguono due forme principali di miopia, una forma lieve-moderata, definita "semplice" ed una forma grave, definita "patologica" o "degenerativa".
Non esistono cause specifiche ma solo fattori predispondenti, il più importante dei quali è la familiarità. I bambini con uno o entrambi i genitori miopi, hanno una maggiore probabilità di sviluppare il disturbo rispetto ai loro coetanei. Accanto alla predisposizione genetica, è stato ipotizzato il ruolo di fattori ambientali, il livello di scolarizzazione (associato alla prolungata visione da vicino durante lo studio) e l'ipocorrezione del soggetto miope (deprivazione sensoriale).
In particolare, la scarsità di luce sembrerebbe incidere sul difetto perché una maggiore esposizione alla luce comporta la liberazione di dopamina, un neuromodulatore che inibisce l'allungamento dell'occhio. Dato che in moltissimi casi la miopia è caratterizzata da un occhio più lungo della media, si può pensare come la scarsità di luce incida sulla comparsa del disturbo.
In relazione invece alla scolarizzazione, tenere libri, oltre che tablet, videogiochi e pc, a un palmo di naso può favorire l'insorgenza della miopia, quest'abitudine infatti porta a 'regolare' il sistema di focalizzazione dell'occhio su una distanza ravvicinata, come è caratteristico appunto della miopia.
Il soggetto miope ha una visione sfocata degli oggetti posti a distanza, ovvero difficoltà nella visione per lontano. Questo si accompagna alla tendenza a "strizzare gli occhi", in quanto la chiusura parziale delle palpebre instaura nel bambino miope un meccanismo di compenso e migliora leggermente la percezione visiva. Mentre la visione da lontano è compromessa, la capacità visiva per vicino è conservata, ed è per questo motivo che i bambini miopi tendono ad avvicinarsi agli oggetti (es. il televisore) o a portare gli oggetti molto vicini a sé (es. un libro), in modo da poterli vedere meglio. Il soggetto miope può presentare anche affaticamento nella visione prolungata per vicino, in particolare quando la miopia è presente insieme ad un deficit di convergenza dei bulbi oculari (exodeviazione latente o manifesta).
La miopia deve essere sospettata in presenza dei sintomi descritti in precedenza. Per confermare la diagnosi è necessario un esame oculistico completo che comprende anzitutto l'esame dell'acuità visiva, prima e dopo la somministrazione di gocce oculari (cicloplegici). L'instillazione dei cicloplegici consente di confermare il disturbo e quantificarlo. L'esame viene completato con la valutazione del fondo oculare che fornisce informazioni aggiuntive sulle caratteristiche strutturali-morfologiche dell'occhio esaminato.
La miopia, essendo il risultato di particolari caratteristiche anatomiche e funzionali dell'occhio non può essere curata, ma semplicemente corretta.
La correzione si basa sull'utilizzo di lenti negative, cioè occhiali o lenti a contatto, che consentono di mettere a fuoco le immagini sulla retina e, laddove il sistema oculare è normalmente sviluppato, la corretta visione per lontano. Attualmente, grazie allo sviluppo di nuove tecnologie, è possibile correggere la miopia in maniera definitiva con trattamenti chirurgici specifici.
Sono stati ipotizzati diversi tipi di interventi per rallentare la progressione della miopia nei soggetti predisposti. Questi comprendono sia forme di "training" visivo che trattamenti farmacologici oculari specifici. Ad oggi però non ci sono conferme dell'efficacia nel tempo di questo trattamenti.
A differenza di altri vizi di refrazione (es. ipermetropia), la miopia è un difetto che non si riduce nel tempo. Con la crescita del bambino, il rapporto tra il potere del diottro oculare e la lunghezza del bulbo oculare si modifica progressivamente, ma questi cambiamenti possono far aumentare la miopia piuttosto che determinarne una riduzione. Con il completamento dello sviluppo corporeo, le forme semplici tendono in genere ad arrestarsi, a differenza delle forme patologiche che tendono a progredire verso valori di miopia molto elevati anche in età più avanzata. Quando la miopia si stabilizza, cosa che non avviene sempre e che non è prevedibile, questo avviene in media tra i 20 e 25 anni di età.
Percorsi di Cura e Salute: l'occhio e i disturbi della vista
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