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Nuovo Coronavirus: una nuova ondata di COVID-19 arriva dalla Cina

I vaccini, il vaccinarsi e la ripetizione dei richiami vaccinali costituiscono sempre la scelta migliore per fare fronte alle varianti di omicron del virus SARS-CoV-2 

L’ultima variante ‘Omicron’ del virus SARS-CoV-2 comparsa con l’abbreviazione di BA.5, si è rapidamente evoluta in numerose sotto-varianti.

Una tra queste, BF.7, è stata identificata, di recente, come la più diffusa a Pechino e sta contribuendo a una significativa ondata di infezioni in Cina, ma è stata rilevata anche in India, Stati Uniti, Regno Unito e in diversi Paesi europei come Belgio, Germania, Francia e Danimarca.

Le informazioni ufficiali dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) comunicano che le sotto-varianti BQ.1 e XBB non sono molto diverse l’una dall’altra né differiscono in modo così marcato dalle varianti di SARS-CoV-2 da cui derivano.

Queste – anche definite Cerberus e Gryphon - presentano due mutazioni che coinvolgono la proteina spike (K444T e N460K), a cui si aggiunge una terza mutazione in un sito antigenico chiave (R346T) nel sotto-lignaggio BQ.1.1.

Sono entrambe, ma soprattutto Gryphon, particolarmente immuno-evasive, ossia riescano a superare con maggiore facilità le difese immunitarie delle persone, e dunque il rischio di una reinfezione sembra essere più elevato rispetto alle altre sotto-varianti di Omicron che stanno circolando.

Questo tuttavia non le rende automaticamente più pericolose: i dati indicano che l’infezione di Cerberus o di Gryphon non danno esito a una malattia più grave o più letale rispetto al passato, e come le altre versioni di Omicron anche BQ.1 e XBB sembrano colpire soprattutto le alte vie respiratorie, con sintomi simil-influenzali.

Dapprima congestione nasale, mal di gola e forte mal di testa, in seguito tosse, dolori muscolari e febbre, ma frequenti sono anche i disturbi intestinali, mentre nei casi più gravi si registrano difficoltà a respirare e alterazione del ritmo cardiaco.

Secondo dati ufficiali forniti da Pechino il numero di infezioni da COVID-19 è relativamente basso e addirittura esiguo per i decessi. Numeri che non corrispondono alla situazione locale, specie ora con la sospensione della politica di chiusura totale e del ‘zero Covid’.

Infatti stanno arrivando sempre più segnalazioni di ospedali sovraccarichi, e la nuova ondata di infezioni sta mettendo a dura prova il sistema sanitario cinese.
Risulta infatti che il numero di contagi e di decessi in Cina sia salito enormemente: ci sarebbero, anche se non dichiarati, oltre un milione di nuovi casi e almeno 5mila morti al giorno.

Secondo una stima della National Health Commission, quasi 250 milioni di persone hanno contratto la COVID-19 nei primi 20 giorni di dicembre, pari al 18% della popolazione.
Per questo la Cina intende intensificare il suo programma di vaccinazione, prefissandosi l'obbiettivo di vaccinare, con le due dosi iniziali, il 90% degli over 80 entro la fine di gennaio.

Sono passati già due anni da quando è arrivato il primo vaccino contro COVID-19 in Europa ma la situazione della pandemia si mantiene preoccupante. In Cina secondo i dati ufficiali risalenti al mese di novembre, gli anziani vaccinati sono circa il 40% (due vaccinazioni e una dose di richiamo), una percentuale in netto miglioramento rispetto a qualche mese fa.

Ad Aprile 2022, meno del 50% delle persone di età compresa tra i 70 e i 79 anni aveva ricevuto due dosi e un richiamo, e meno del 20% degli ultraottantenni.

Una percentuale così bassa di anziani vaccinati è dovuta al fatto che quando il governo ha iniziato a distribuire vaccini alla fine del 2020, ha dato la priorità alla popolazione in età lavorativa, non testando le sue vaccinazioni (Coronavac e Sinopharm) su un numero cospicuo di anziani, e lasciando così intendere che non si poteva affermare fossero sicuri per questa fascia d'età.

Pertanto, dopo che è fallita la politica severissima di contenimento dell’infezione, chiamata “zero-Covid”, fondata sull’impedire a qualunque costo la circolazione del virus - che era uno strumento impossibile per uno dei virus più contagiosi della Terra (Omicron) e per il fatto che viene trasmesso anche da soggetti asintomatici – la popolazione cinese si è trovata sprovvista di una vaccinazione efficace.

Purtroppo in questo Paese si sono seguite politiche sanitarie dettate da ragioni diverse da quelle basate sulla ricerca scientifica, per cui finora in Cina si è vaccinato poco, male e con un vaccino poco efficace, e sviluppato con una vecchia tecnologia, molto meno efficace di quelli a mRna.

Come da tempo viene ripetuto, rinunciare alle vaccinazioni così come alle raccomandazioni che derivano dalla scienza, è una scelta particolarmente sbagliata che può determinare situazioni di grande pericolo. I vaccini, il vaccinarsi e la ripetizione dei richiami vaccinali costituiscono sempre la scelta migliore.

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  • A cura di: Guido Castelli Gattinara
    Istituto Bambino Gesù per la Salute del Bambino e dell'Adolescente
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Ultimo Aggiornamento: 02  Gennaio 2023 


 
 

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