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Nuovo Coronavirus: la pandemia spinge la ricerca e la scoperta di nuovi farmaci antivirali

I nuovi farmaci sono un potente strumento di controllo dell'epidemia. Se somministrati subito dopo che l'infezione si è manifestata riducono i ricoveri e le morti, 

La gravità della pandemia da Covid-19 ha avuto come risvolto positivo la forte spinta alla ricerca di farmaci e vaccini per contrastarla. Oltre alle decine dei vaccini a disposizione o in studio, anche i farmaci antivirali in pillole riducono i ricoveri e le morti, se il trattamento viene cominciato subito dopo l’inizio dell’infezione. Se questi farmaci, come sembra, saranno abbastanza economici e più maneggevoli di ora, potrebbero avere un ruolo chiave nel controllo della pandemia.

Il Molnupiravir (Merck)
Il primo farmaco antivirale è già disponibile in molti Paesi è il Molnupiravir (chiamato Lagevrio), sviluppato dalla Merck, capace di dimezzare il rischio di ospedalizzazione nelle persone con forme lievi o moderate di Covid-19. 
Il Molnupiravir agisce introducendo mutazioni nel genoma virale durante la sua replicazione: un prodotto del farmaco viene raccolto da un enzima virale (RNA polimerasi RNA-dipendente) e incorporato nel codice genetico del virus, causando così tanti errori da non permettergli di sopravvivere.
Le cellule umane hanno un genoma a DNA, e non a RNA, dunque non dovrebbero essere soggette a mutazioni, anche per la brevità del trattamento (5 giorni). 

Il Paxlovid (Pfizer)
Un secondo farmaco antivirale, il Paxlovid, è stato sviluppato dalla Pfizer e sembra capace di ridurre le ospedalizzazioni dell'89%. Il Paxlovid agisce inibendo un enzima necessario per la produzione di alcune proteine virali. Il farmaco è una combinazione di un antivirale e di un altro farmaco, chiamato Ritonavir, già utilizzato nella terapia dell’HIV, che aumenta la sopravvivenza del farmaco antivirale nell’organismo. Interferisce tuttavia con molti altri farmaci, anche di uso comune. Molte persone potrebbero quindi non essere in grado di tollerare la combinazione di Paxlovid e Ritonavir.

Secondo i primi dati forniti dalle case farmaceutiche, entrambi i farmaci potrebbero ridurre i ricoveri - e potenzialmente anche i decessi - se somministrati subito dopo che l'infezione si è manifestata.

Infatti i farmaci antivirali hanno bisogno di essere somministrati all'inizio dell’infezione per essere efficaci, riuscendo a bloccare la replicazione del virus e il suo ingresso nelle cellule. Una volta che il virus si è replicato e diffuso nelle cellule può compiere i suoi danni e il farmaco non sarà in grado di prevenirli. 

In ogni caso, la combinazione di vaccini e farmaci antivirali potrebbe diventare un potente strumento di controllo dell’epidemia, specie nei confronti delle nuove varianti, per aiutare l'immunità generata dai vaccini in coloro che hanno maggiori probabilità di essere colpiti dalle manifestazioni più gravi.

In teoria, questi farmaci antivirali dovrebbero essere efficaci contro le diverse varianti del coronavirus, compresa la variante Delta e la variante Omicron che ormai è la più diffusa. Queste varianti sono caratterizzate da molte mutazioni nella proteina spike virale, che quindi è mal riconosciuta dagli anticorpi prodotti dai vaccini. Invece il bersaglio di questi farmaci è diverso perchè agiscono bloccando la replicazione del virus e quindi la sua diffusione e non il suo ingresso nelle cellule. I primi studi mostrano infatti che l’efficacia verso le diverse varianti non cambia, almeno negli studi di laboratorio. 

Tuttavia il coronavirus potrebbe diventare resistente agli antivirali, come succede per altre malattie come l’infezione da HIV. 
Mentre le nazioni ricche stanno facendo grandi ordinazioni e cercano di assicurarsi la produzione dei nuovi farmaci, per i paesi a basso reddito si sta discutendo sulla possibilità di farli produrre da compagnie di produzione di farmaci generici. Per ora entrambe le case farmaceutiche si sono impegnate a fissare dei prezzi che possano permettere ai paesi a basso e medio reddito di pagare di meno i loro farmaci rispetto ai paesi più ricchi.

 

ATTENZIONE
Se tu o i tuoi conviventi avete sintomi del COVID-19, resta in casa e chiama subito il tuo pediatra di libera scelta o il tuo medico di medicina generale. Altrimenti, chiama uno dei numeri di emergenza regionali indicati sul sito del Ministero della Salute.

 

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  • A cura di: Guido Castelli Gattinara
    Istituto Bambino Gesù per la Salute del Bambino e dell'Adolescente
  • in collaborazione con:

Ultimo Aggiornamento: 18  Novembre 2021 


 
 

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