Il nuovo coronavirus SARS CoV-2, oltre a essere minaccioso, è anche instabile e si modifica molto rapidamente. Si adatta infatti all’ambiente cambiando la struttura della proteina spike – la proteina di aggancio alle cellule – e diventando più contagioso rispetto al ceppo iniziale.
Questo è quanto è successo in India nel 2020 quando è esplosa l’epidemia, dove è nata la cosiddetta “variante Delta o variante indiana” definita scientificamente B.1.167, di cui si conoscono già 3 sottotipi: il B.1.617.1, il B.1.617.2 e B.1.617.3.
Si sono studiate attentamente queste varianti, per capire come hanno potuto influenzare l’espansione della pandemia nei paesi in cui sono giunte. Oltre che in India, dove rapidamente è diventata dominante, questa variante si è diffusa negli Stati Uniti, in Inghilterra, Europa e da aprile 2021 anche nel nostro Paese.
Oggi sappiamo che per quanto velocemente queste varianti possano diffondersi, altrettanto velocemente possono essere soppiantate da nuove varianti. Inoltre, per fortuna, non hanno la capacità di resistere all'immunità prodotta dai vaccini, e mostrano sempre meno capacità di provocare le forme di malattia più gravi.
“Sequenziare” significa analizzare un campione (il tampone nasofaringeo) per rilevare le caratteristiche del materiale genetico, in questo caso del Coronavirus.
È un passaggio successivo al test diagnostico molecolare, che normalmente si limita a rilevare la presenza del materiale genetico del virus – quindi l’infezione – ma senza analizzarne le caratteristiche.
L’attività di sequenziamento consente di sapere quali varianti siano più diffuse nel Paese, e permette di analizzare il loro andamento e di fare previsioni sulla loro capacità di causare un maggior numero di casi in alcune specifiche aree. Questi aspetti sono particolarmente utili per pianificare gli interventi di contenimento dell’epidemia.
Qual è la capacità dei vaccini di prevenire le infezioni causate dalle nuove varianti e la malattia da Covid-19?
I dati scientifici che emergono in tutto il mondo hanno dimostrato che al comparire di nuove varianti diminuisce progressivamente la capacità patogena delle stesse. Le nuove varianti Omicron sembrano infatti meno aggressive delle precedenti. Inoltre mantengono una sufficiente suscettibilità agli effetti protettivi della vaccinazione.
La precedente variante Delta ha invece posto in quegli anni un grande rischio nei paesi che avevano accesso limitato ai vaccini, in particolare quelli in Africa, dove la maggior parte delle nazioni ha vaccinato solo una minoranza delle loro popolazioni.
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Se tu o i tuoi conviventi avete sintomi del COVID-19, resta in casa e chiama subito il tuo pediatra di libera scelta o il tuo medico di medicina generale. Altrimenti, chiama uno dei numeri di emergenza regionali indicati sul sito del Ministero della Salute.
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