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Obesità grave

Per risultare clinicamente obesi gravi si deve avere Il valore del BMI superiore ai 35 kg/mq. La cura parte dal cambiamento dello stile di vita 

Per obesità si intende l'accumulo abnorme di grasso nell'organismo sotto forma di tessuto adiposo. È una condizione clinica caratterizzata da eccesso di tessuto adiposo (grasso) uniformemente o variamente distribuito nel corpo.

L'obesità grave si definisce clinicamente attraverso l'indice di massa corporea o BMI (rapporto peso in kg/altezza in metri al quadrato). In età adulta un BMI superiore a 40 kg/mq o anche solo a 35 Kg/mq, in presenza di complicanze definiscono l'obesità grave. In età pediatrica adolescenziale l'obesità grave è definita da un BMI superiore al 99°centile quando il peso corporeo supera del 60% o più il peso ideale.
L'attuale epidemia di obesità in età pediatrica, in Italia e nel mondo, è contraddistinta non solo dalla precocità della sua comparsa, ma anche dalla sua gravità, con notevoli ripercussioni sulla spesa sanitaria.
Le principali complicanze sono rappresentate da:

  • Sindrome metabolica (obesità, diabete tipo 2, dislipidemia e ipertensione arteriosa);
  • Steatosi epatica;
  • Malattie osteoarticolari (epifisiolisi della testa del femore, piede piatto, ginocchio valgo, scoliosi, alterazioni nella dinamica dell'andatura);
  • Malattia respiratoria (apnee ostruttive notturne, narcolessia diurna, asma);
  • Sindrome dell'ovaio policistico;
  • Malattie psicologico-psichiatriche (depressione, bulimia nervosa).

La grande obesità, anche in età pediatrica, è una malattia cronica a tutti gli effetti responsabile di malattie concomitanti e fragilità emozionale e richiede un approccio intensivo e continuato nel tempo secondo le procedure e i tempi della medicina riabilitativa.
L'approccio deve partire:

  • Dalla riduzione dell'introito calorico rispetto al fabbisogno energetico;
  • Dal mutamento delle abitudini di vita, ad esempio l'incremento del consumo energetico quotidiano;
  • Dall'intervento sulle dinamiche psicologiche e sociali, ad esempio intervento per il sostegno familiare;
  • Interventi farmacologici mirati e spesso multipli per porre una barriera alla progressione delle complicanze metaboliche e psichiche associate.

Per una cura efficace dell'obesità del bambino e dell'adolescente in generale e ancora di più nelle forme gravi è necessaria una rete pediatrica che offra continuità di assistenza dalla nascita alla tarda adolescenza.

Deve essere pianificato e coordinato da un centro specializzato nello studio delle complicanze correlate all'obesità che collabori con un centro specializzato nella chirurgia dell'obesità pediatrica.
ll trattamento chirurgico dell'obesità in età pediatrica o adolescenziale deve essere preso in considerazione solo dopo il fallimento del trattamento dietetico-conservativo e si basa su interventi di:

  • Riduzione della capacità gastrica che provoca un precoce senso di sazietà;
  • Tipo malassorbitivo (raramente praticati e praticabili in età pediatrica);
  • Tipo misto (riduttivo-malassorbitivo).

Indicazioni: BMI superiore a 40 kg/mq e fallimento di un trattamento medico riabilitativo intensivo e interdisciplinare della durata di almeno 6-12 mesi.
Controindicazioni: obesità secondaria ad altra causa, scarsa aderenza alle indicazioni fornite nel protocollo di monitoraggio preoperatorio, presenza di disturbi psichici (psicosi, depressione grave, disturbi della personalità e del comportamento alimentare), dipendenza da alcool e droga, presenza di malattie che riducono l'aspettativa di vita, mancanza di un adeguato supporto familiare e sociale e rischio anestesiologico molto elevato.
Tra gli interventi elenchiamo:

  • Posizionamento endoscopico di palloncino endo-gastrico (Obalon), posizionamento endoscopico di palloncino endogastrico (BIB): il meccanismo d'azione è legato al senso di sazietà e pienezza che viene a determinarsi e al rallentamento dello svuotamento gastrico. Non richiedendo procedure chirurgiche e presentano rischi minori;
  • Sleeve gastrectomy: consiste nella asportazione di un tratto verticale di stomaco in modo da rimpicciolire il contenitore gastrico e ridurre l'interesse per il cibo. L'intervento riduce l'apporto alimentare del 50-70%. Le principali complicanze legate a tale intervento, peraltro molto rare, sono la formazione di fistola lungo la sutura o una stenosi del tubulo gastrico. Nei pazienti che già soffrivano di reflusso gastrico è possibile un'accentuazione di tale sintomo e, in casi molto particolari in cui l'intervento non si associ a modificazioni dello stile di vita, potrebbero non aversi risultati attesi nel tempo e necessità di ulteriori interventi.

L'obiettivo principale del trattamento chirurgico è ottenere un miglioramento dello stato di salute dei pazienti attraverso una modificazione permanente dello stile di vita.

Obesità grave

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  • A cura di: Giuseppe Morino
    Unità Operativa di Educazione Alimentare
  • in collaborazione con:

Ultimo Aggiornamento: 20 gennaio 2021


 
 

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